Pochi giorni fa, domenica delle Palme, ho avuto il privilegio di assistere a una funzione religiosa, presso la Chiesa di S. Francesco di Cava, come non facevo da qualche anno.
Cerimonia religiosa sentita e coinvolgente, lettura del “passio”, vale a dire di quella parte dei Vangeli in cui è narrata la Passione di Gesù, che viene proclamata proprio nella santa Messa della domenica delle Palme, e nella solenne azione liturgica del venerdì Santo, lunga ma sempre commovente, e canto finale dopo la celebrazione, come si usava un tempo, allorquando si viveva di pane e Chiesa, quando la Tv non aveva ancora “invaso” le abitazioni dei nostri nonni e dei nostri genitori, e comunque si poteva certamente guardare giacché, non fosse per altro, era densa di cultura, di consigli, anche di saper vivere e sapersi confrontare con quelli che ti stavano accanto perché gli argomenti delle trasmissioni lo stimolavano.
Insomma, quando la Tv lasciava ancora liberi di fare una passeggiata, e nei giorni festivi di andare a Messa, e non solo, e nelle giornate che precedevano il Natale o la Pasqua, il clima di misticismo e di attesa ti invogliavano a raccoglierti in Chiesa per vivere da credenti veri e impegnati quei riti religiosi; quando c’era ancora quella tensione morale che ti spingeva a capire, approfondire, studiare, a stare accanto agli altri, sentendoti parte di una comunità che trasferiva a te alcuni valori e voleva acquisirne da te altri.
E quando quella tensione veniva stimolata principalmente dalla Famiglia, dall’esempio e dal ruolo educativo dei genitori e dei nonni, ma poi veniva rinforzata nelle Parrocchie, nelle Associazioni, religiose e non, giacché anche quelle laiche, politiche e sindacali svolgevano il loro ruolo positivo, oggi purtroppo quasi scomparso.
Oggi, purtroppo, le persone sono sempre più portate ad isolarsi, a chiudersi in se stesse, spesso in casa e rifugiarsi nel mondo della TV, invaso di banalità, sciocchezze, chiacchiere, giochi stupidi e culturalmente pericolosi che oscurano quei pochi programmi ancora validi confinati su talune reti “minori”, questa Tv negativa che è da scansare, come si fa in strada per proteggersi da incidenti, da mendicanti e “petenti” e da stimoli negativi vari.
Quella funzione religiosa tanto accorata e coinvolgente mi ha riportato, improvvisamente, a quel mondo passato, quando, ad esempio, proprio in occasione della festività pasquale, ci si preparava meditando sulla Passione di Gesù Cristo, e si seguiva nei venerdì e nelle domeniche che precedevano la Pasqua, il rito della Via Crucis, che rappresenta la strada che il Cristo aveva percorso dall’Orto degli Ulivi alla sua crocifissione e deposizione dalla croce, che aveva anche un aspetto “teatrale” in quanto le quattordici “stazioni” del rito erano arricchite da musiche di autori sacri su testi di poeti cristiani, prevalentemente sacerdoti, ma non solo.
Oggi il rito religioso nelle Chiese è quasi scomparso, fortunatamente sostituito da quello che in tante città si svolge nelle strade, ma che è divenuto più una manifestazione folkloristica, in quanto nelle strade è impossibile il raccoglimento che si poteva ottenere nelle chiese.
Qualche anno fa, proprio in occasione delle festività pasquali, ho avuto il privilegio di far rivivere quella pratica, grazie alla disponibilità del Maestro Felice Cavaliere, dell’organista francescano Padre Remigio, del Convento dei Frati Minori di Nocera Superiore, e del Convento di San Francesco di Cava.
E per tutto quello che la funzione religiosa della domenica delle palme a San Francesco mi ha fatto rivivere, ho ringraziato, con un pizzico di commozione, Padre Gigino, l’animatore instancabile della Comunità religiosa che ruota intorno a quel convento.
Buona Pasqua. (foto Gabriele Durante)