Salerno, al Vicinanza il libro di Giulia Bracco “Ovunque sei, se ascolterai”
“Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico”. Questa frase del noto scrittore irlandese, Paul Sweeney, sembra essere stata coniata apposta per il libro della scrittrice salernitana Giulia Bracco “Ovunque sei, se ascolterai”, edito da Guida, con il quale ha vinto il Premio Cimitile 2015, uno dei premi più prestigiosi d’Italia.
Il romanzo di Giulia Bracco, giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione, specializzata in Psicologia del Linguaggio, è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Giacinto Vicinanza di Salerno, dal noto scrittore e critico letterario Luigi Crescibene, alla presenza dell’autrice, dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Eva Avossa, e del dottor Antonio Angieri, Presidente del Club FENALC e Direttore dell’Associazione Culturale “La Scaletta”, che ha dato il patrocinio all’iniziativa.
Il libro che Giulia Bracco ha dedicato alla nonna Giulia e al figlio Lorenzo, è basato su una storia vera dove l’amore è protagonista:.
“L’ amore è prepotente, se ne frega di tutto. E’ peggio della morte, è più forte del sangue” dice Giulia ad Erasmo, i due personaggi principali del romanzo, che dopo varie vicissitudini, s’ incontrano e vivono una bellissima storia d’amore.
“L’amore non è l’innamoramento. Ma è tutto quello che viene dopo” – ha spiegato l’autrice – “ è anche una forma di sostegno quotidiano; la capacità di tenere duro, giorno dopo giorno, insieme, difendendo il proprio sentimento”. La Giulia del romanzo era la nonna dell’autrice: “ Quando mia nonna è morta io avevo due anni e quindi non ho ricordi di lei, però non è necessario incrociarsi per trasmettersi dei valori. Attraverso i racconti degli altri ho imparato a conoscerla e posso dire di sentirla vicina per tanti aspetti del suo carattere, soprattutto per la sua idea di amore che ha lasciato”.
In tutto il libro, attraverso le parole scritte con eleganza, con garbo, da Giulia Bracco si sentono i suoni, i sapori, perfino gli odori della Napoli di un tempo, dei primi del ‘900.
“Nel libro è raccontata una Napoli lontana nel tempo, un po’ magica, quella che nonno Erasmo mi raccontava” ha spiegato emozionata Giulia Bracco che nel suo romanzo racconta anche delle storie romantiche che sono diventate leggenda, come quella delle giovanissime principesse murate vive, dai loro padri, in Castel dell’Ovo, solo perché avevano osato spiare di nascosto i pescatori sulle loro barche. L’autrice racconta anche di quando comincia ad arrivare la luce nelle città meridionali, grazie alla SEI, la Società Elettrica Italiana, dell’avvento di Mussolini, della Guerra, delle bombe, dei rifugi di Napoli, la prima città d’Europa a insorgere contro l’occupazione nazista.
Nel libro la musica, le canzoni, ricoprono un ruolo fondamentale:” La canzone “Il nostro Concerto “ di Umberto Bindi del 1960 le cui parole iniziali sono il titolo del libro, era la preferita di mio nonno che metteva sul giradischi i 78 giri della nonna”. Un libro bello da leggere che lancia un messaggio di speranza :” Che anche nelle più grandi avversità il destino pensa sempre ad incastrare le cose ed anche quando gli uomini da soli pensano di non potercela fare c’è sempre Dio che dove vede la neve spande il sole!” .
Il dottor Antonio Angieri, ha ricordato le finalità del sodalizio che dirige:” Abbiamo cercato sempre di contribuire alla crescita culturale della nostra città. A Salerno ci sono dei grandissimi talenti. Tra questi Giulia Bracco”. L’Assessore alla Pubblica Istruzione Eva Avossa, ha apprezzato il libro: ” L’ho letto molto volentieri. In questo bellissimo romanzo i valori hanno una priorità assoluta”. Lo scrittore e critico letterario Luigi Crescibene ha analizzato il libro di Giulia Bracco: ” Ha riprodotto con grande efficacia il passato, ma il suo sguardo è stato rivolto anche al presente e al futuro”.
Il professor Crescibene ha affermato che il libro ha anche una valenza sociale e sottolineato le affinità esistenti tra i personaggi del libro della Bracco e quelli del libro ”La ragazza di Bube “ di Carlo Cassola.
“Giulia Bracco, da vera narratrice, non si sofferma mai nella descrizione dei personaggi il cui animo viene penetrato attraverso l’analisi del loro modo di agire. Tutto il libro è percorso da un afflato d’amore che non scade mai nel sentimentalismo: il suo scorrere entra nel nostro intimo”.
Marcello Di Manna, in modo originale, ha cantato alcune poesie di Leopardi, da lui musicate, mentre la poetessa Lella Anziano ha recitato con grande coinvolgimento emotivo alcuni passi del libro.