Oramai è stato deciso da un po’, dal 2016 finalmente cessa l’annosa questione della evasione del canone Rai, uno dei balzelli nazionali più evasi dai cittadini, anche da quelli più ligi.
Renzi, con un intervento di “prepotenza”, ha deciso di mettere fine alla ultradecennale “querelle” e, considerato che una delle poche cose che i cittadini non possono evadere è, appunto il pagamento della energia elettrica, bene ha pensato di inserire nella relativa bolletta il canone della Rai-Tv diluito, quest’anno, in dodici mensilità a decorrere da luglio 2016 in avanti.
Oramai è noto che Renzi, tra il dire e il fare preferisce il “fare”, anche se non disdegna il “dire” , cosa che ripetutamente fa, ovunque e in tutte le occasioni, avvalendosi di un eloquio fluido, scanzonato, piacevole e accattivante (tranne che i settari radicali detrattori), grazie anche alla sue origini di “toscanaccio”.
E pertanto, dopo decenni di bla-bla-bla, ecco risolto il problema, con l’inserimento nell’ultima legge di stabilità, del provvedimento in questione: e al diavolo le varia perplessità relative alla correttezza, alla costituzionalità, alla opportunità.
Certamente da tanti punti di vista il canone Rai-Tv nella bolletta elettrica non sembra il massimo del rispetto del buon senso, delle norme costituzionali, posto che, così facendo, colpisce indiscriminatamente anche quelli che l’apparecchiatura televisiva veramente non ce l’hanno, e penalizza quelli che ne hanno due per lo stesso nucleo familiare (per esempio quello della seconda casa al mare o in montagna); tali discrepanze, in “punta di diritto”, come dicono i giuristi, potrebbero generare non pochi futuri contenziosi.
Per ora le disposizioni di legge sono estremamente nebulose dal punto di vista applicativo e in molti casi non si sa cosa fare: chi ha la fornitura elettrica ma non il televisore, cosa deve fare?; e chi ha due forniture elettriche intestate al marito e alla moglie, cosa deve fare?
Sono solo alcuni dei numerosi quesiti che vengono in mente, a molti dei quali sia la Rai, sia le interpretazioni degli esperti, anche sui siti Internet, hanno saputo dato risposte.
Dal punto di vista pratico, a mio avviso il provvedimento potrebbe passare liscio senza eccessive opposizioni, in quanto sembra acclarato che, oramai, la quasi totalità degli italiani un apparecchio radio e televisivo lo possiede, lo usa e, “pardon” ne abusa.
La certezza della esistenza di un televisore nella quasi totalità delle abitazioni (anche più di uno) è data dall’analisi del mercato sempre fiorente nonostante le varie e ricorrenti “crisi” che si sono succedute nell’ultimo ventennio; ed è proprio dall’analisi, anche spicciola, di questo fiorente mercato, viene da chiedersi: ma non sarebbe stato più giusto e logico scovare i milioni di evasori semplicemente obbligando i rivenditori a segnalare alla Rai-Tv e all’Agenzia delle Entrate i dati degli acquirenti?
Se un ventennio fa fosse stato adottato questo semplice provvedimento, oggi il problema non sarebbe bello e risolto?
Ma si sa, in Italia per fare una legge, anche logica, ci si deve scontrare con le illogicità delle menti dei vari parlamentari, ministri, esponenti dei partiti, e poi dei vari burocrati che il testo lo debbono scrivere, e poi di quelli che lo debbono interpretare per emettere le disposizioni attuative, e via di seguito: per arrivare, alla fine, ad aver fatto leggi ambigue, incomprensibili, di difficile applicazione, come tanti eminenti giuristi ripetutamente e chiaramente, anche negli ultimi giorni, hanno denunciato nei discorsi di apertura dell’anno giudiziario nei quali hanno chiaramente detto che le leggi sono scritte male anche perché spesso vengono fatte sotto le spinte di emozioni e, per questo, troppo spesso sono inapplicabili.
E alla fine ci si trova di fronte ad un provvedimento, come quello sul canone Rai-Tv, fatto con un “blitz “ che lo impone, magari in maniera impropria, ma ottenendo il risultato di farlo veramente pagare a tutti, senza se e senza ma.