Baronissi, due secoli di storia della Valle dell’Irno raccontati nel libro dedicato al Lanificio Napoli
Un museo che ricordi la presenza dell’industria tessile nella Valle dell’Irno sarà realizzato in una palazzina destinata ai servizi ANAS, ubicata alle porte del Comune Baronissi che l’ha ricevuta in comodato d’uso gratuito dalla Regione Campania. Ad annunciarlo è stato l’onorevole Gianfranco Valiante, a margine della presentazione del libro “Uno Spicchio di Lana nell’Irno tra Otto e Novecento”, edito da Ripostes, scritto da Maria Dorotea Napoli, Mario Napoli, Raffaele Napoli, e Mirko Polzone che ricostruisce la storia del maggiore tra gli ultimi lanifici della Valle dell’Irno, il “Lanificio Michele Napoli e figli”, attraverso foto e documenti che vanno dai primi dell’800, anno di fondazione del lanificio, al 1964 anno di chiusura del lanificio.
“Tutto finì con l’arrivo della Marzotto. Non ci fu la capacità di adeguarsi alle nuove sfide competitive”, ha raccontato il ventinovenne Mario Napoli che ha scritto la sua tesi di laurea in Economia Aziendale, da cui poi è nato il libro, proprio sul Lanificio Napoli: “Due anni fa la curiosità di conoscere le origini e la storia della mia famiglia mi spinse a scrivere questa tesi. Ho raccontato la storia del lanificio da quando stava a Capo Saragnano a quando, nel dopoguerra, si trasferì a Baronissi. Dava lavoro a più di settanta persone. Producevano anche per l’esercito”.
Il libro è stato presentato, nella storica “Sala Genovese” della Camera di Commercio, nell’ambito della Mostra Fotografica “Le industrie tessili svizzere nella Provincia di Salerno: dalla secolare arte della lana allo startup della moderna industria tessile”, organizzata dall’Associazione Socio – Culturale “Raggio Verde”, presieduta dalla dottoressa Anna Aurelio, in collaborazione con l’Associazione “Colori Mediterranei” e con il patrocinio del Comune di Pellezzano e Salerno, della Provincia di Salerno, della Camera di Commercio e di Confindustria Salerno. A moderare gli interventi è stata la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, che ha ricordato le donne che si dedicavano all’arte del tessere:” Penelope, Arianna, Aracne: dietro ogni progetto di tessitura c’è un progetto di vita”.
Il dottor Francesco Morra, Assessore alla Cultura del Comune di Pellezzano ha annunciato che, partendo dal materiale della mostra, sarà creato un centro studi nel Comune di Pellezzano: ” Che vada ad attenzionare l’archeologia industriale presente sul territorio di Pellezzano” e che la palazzina liberty di Fratte delle Cotoniere Meridionali sarà la sede dell’archivio storico della famosa industria manifatturiera, che attualmente è sottoposto a restauro. Il Sindaco di Baronissi, Gianfranco Valiante, ha sottolineato il meticoloso lavoro fatto dagli autori: “Hanno raccontato un’epoca importante per la Valle dell’Irno, quella connotata dall’industria dei lanifici. Un libro da far leggere ai giovani”.
Il Sindaco Valiante ha anche ricordato che ad aprile dello scorso anno è stata inaugurata a Baronissi un’opera dell’artista salernitana Nadia Farina dedicata ai lanaioli e annunciato che nel Comune di Baronissi sarà organizzata, in collaborazione con i Comuni di Pellezzano e Salerno, una mostra sui macchinari e gli strumenti utilizzati dalle industrie tessili della Valle dell’Irno: “ C’è bisogno di comprendere le radici, la storia e le tradizioni del territorio in cui si vive”.
Il dottor Ermanno Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Salerno, ha ricordato che l’industria tessile rappresentò un riferimento nazionale per la città e per tutta la provincia: ”Un punto di orgoglio della realtà produttiva salernitana. Con la crisi del tessile svanì quel sogno però rimane, non solo nelle strutture, ma nel ricordo e nella tradizione un’idea d’impresa formidabile”.
L’Onorevole Alfonso Andria ha evidenziato l’ interesse del libro che percorre circa due secoli di storia della Valle dell’Irno: “Dalla fine del 700 alla prima metà del 900. Traccia la storia di un insediamento produttivo industriale: quello dei lanifici e delle cotoniere, attraverso la memoria diretta della famiglia Napoli e il ricordo di altri personaggi che in quella storia hanno occupato un ruolo centrale, di traino dell’economia locale. La microstoria locale passa anche attraverso i personaggi che nel tempo si sono distinti: ci serve per rileggere il territorio, e la sua storia. La tradizione dei lanifici e delle cotoniere nella Valle dell’Irno, è un segno identitario del territorio: se Torino è la Fiat e Cuneo è la Ferrero , la Valle dell’Irno è identificata con le cotoniere e i lanifici. La famiglia Napoli ha scritto una pagina molto importante di questa storia che attraversa i territori che vanno da “Ponte Fratte”, per usare un’espressione cara ai vecchi salernitani, fino alla Valle dell’Irno attraversando Pellezzano, Cologna, Capriglia, Saragnano, Baronissi, Acquamela e altre frazioni. Con l’arrivo degli svizzeri nella zona si affermò un modello”.
Il Senatore Andria ha auspicato un maggiore interesse dell’Università per il fenomeno dei lanifici del territorio:” Si potrebbero avviare delle ricerche, degli studi, degli approfondimenti per mettere in relazione il passato con il presente e con il futuro”.
Le conclusioni sono state affidate alla professoressa Maria Dorotea Napoli, coautrice del libro che ha anche curato l’apparato fotografico che impreziosisce il volume: “Questo libro, sentito e amato, e la mostra, sono rivolti soprattutto alle giovani generazioni, affinché custodiscano e trasmettano la memoria e i saperi della tradizione più caratterizzante di un territorio fortemente antropizzato, la cui storia si confronta di epoca in epoca col contesto storico italiano”.