Indagine sui depuratori, Secondo Squizzato: “I sindaci della Costa d’Amalfi non ci stanno ad essere i capri espiatori”
“I sindaci della Costa d’Amalfi non ci stanno ad essere i capri espiatori di tutte le inefficienze e delle mancate o ritardate azioni di altre istituzioni coinvolte sul tema in questione. Auspicano che l’intervento dell’autorità giudiziaria possa fare chiarezza sulle reali responsabilità in ordine alla mancata realizzazione o adeguamento di un efficace sistema di depurazione nel nostro territorio”.
E’ quanto dichiara in una nota diffusa ieri Secondo Squizzato, sindaco di Cetara e presidente dalla Conferenza dei sindaci della Costa d’Amalfi, in merito alle vicende giudiziarie per le carenze degli impianti di depurazione in Costa d’Amalfi.
Quella di Squizzato potrebbe apparire come una difesa di ufficio, ma così non è.
“I sindaci -lamenta Squizzato- sono i soli al fronte ed ogni giorno subiscono sempre le conseguenze di tutte le criticità anche per mancanze attribuibili ad altri”.
“Per dovere di verità -puntualizza nella nota Squizzato- ricordiamo che, salvo per il comune di Amalfi incluso successivamente fra i beneficiari di fondi di altra natura nel 2013, il finanziamento destinato agli interventi in questione è uno stanziamento regionale risalente al 2012 (denominato “Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della provincia di Salerno), proveniente dalle risorse europee, era ed è in gestione alla Provincia di Salerno, ente destinatario del finanziamento nonché stazione appaltante”
“Stiamo mettendo in atto -continua il Sindaco di Cetara- tutte le iniziative occorrenti a chiarire il complesso quadro degli interventi previsti, non solo per la corretta identificazione di eventuali responsabilità in sede penale, ma soprattutto per ottenere la soluzione del problema, con l’effettiva attuazione degli interventi progettati e programmati, per i quali i sindaci si sono impegnati in questi anni ben consapevoli della fondamentale importanza del tema della depurazione in un territorio a spiccata vocazione turistica come la Costa d’Amalfi”.
“Abbiamo fatto tutto ciò che rientrava nelle competenze dei comuni -conclude Squizzato- e non abbiamo smesso, anche con petulanza ed insistenza, di reclamare l’attuazione degli interventi nei confronti delle istituzioni che dovevano attivare le relative procedure amministrative”.
L’auspicio è che l’indagine della magistratura riesca ad individuare in modo chiaro le responsabilità, in quanto davvero potrebbe risultare semplicistico addossare le colpe ai soli sindaci che, troppo spesso, svolgono più che altro la funzione di parafulmini, ma che soprattutto siano date delle risposte positive e concrete ai cittadini sia residenti che turisti, i quali direttamente patiscono le conseguenze dei ritardi e della cattiva amministrazione.