La scia di sangue e di violenze sulle donne non si ferma e ogni giorno si arricchisce di episodi sempre più raccapriccianti. Quello avvenuto ieri a Pozzuoli è ancor più mostruoso. Non è che gli altri lo fossero di meno, ma colpisce la circostanza che l’aggressione sia stata subita da una donna all’ottavo mese di gravidanza, data a fuoco con l’alcol dal proprio compagno e poi fatta partorire per salvare la neonata. Non ci sono parole adeguate per esprimere l’orrore di tanta folle e ripugnante violenza, e non esiste il benché minimo appiglio non per giustificare ma almeno vagamente tentare di capire gesti tanto orribili. Bisogna indubbiamente tentare di fermare questo tragico e intollerabile rosario di delitti contro donne e bambini. Occorrono di sicuro norme repressive più pesanti e incisive, ma ancor più è necessaria una presa di coscienza che deve vedere tutti coinvolti: famiglie, parrocchie, associazioni, scuole, istituzioni e ciascuno di noi. Il germe, che è soprattutto di tipo culturale, di questa infame, agghiacciante e gratuita violenza, è dentro di noi e nessuno può sottrarsi al dovere di concorrere ad estirparlo, fermando così la violenza e gli abusi sulle donne in particolare. (foto Giovanni Armenante)