“La Chiesa di Salerno torna a cantare”. Lo ha affermato il professor Francesco D’Episcopo, docente di Letteratura Italiana e Critica Letteraria all’Università Federico II di Napoli, che ha presentato, domenica sera in una Sala San Tommaso gremita di fedeli, il concerto di canti natalizi interpretati, con grande passione e con una gran voce, da don Michele Pecoraro, parroco del Duomo di Salerno.
“Il canto, la musica, arrivano prima delle parole e quindi hanno un grandissimo valore di comunicazione. Noi abbiamo sempre bisogno di meravigliarci, di stupirci, perché nonostante tutto vogliamo continuare ad essere bambini ”, ha spiegato il professor D’Episcopo. Per una sera la” Sala San Tommaso” è diventata una sala della musica dove tutti i presenti, insieme, coinvolti da don Michele, hanno cantato i più bei brani natalizi di tutti i tempi creando un’atmosfera di grande spiritualità e suggestione.
“Il Natale è mistero di amore, che unisce Dio e l’uomo. Un mistero annunciato, celebrato, adorato, che è stato da sempre anche cantato. Il Natale è vita e amore e questa sera, insieme a voi, vogliamo toccare alcuni accenti di questo mistero perché il cuore e l’anima possano udire la sinfonia divina”, ha spiegato don Michele Pecoraro prima di iniziare a cantare il “Gloria in Excelsis” accompagnato al piano da Nicola De Angelis, alla chitarra da Gerardo Genovese e dalla voce di tutti i presenti. Don Michele ha poi eseguito: “Adeste Fideles” in latino ed italiano; “Alla Fredda tua Capanna”; “In notte placida”; “Tu scendi dalle stelle” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; “Ninna Nanna”; Fermarono i cieli”; “Silent Night”, cantata in tedesco e in italiano; “Noel Noel”, cantata in francese e in italiano; “Quanno nascette ninno” di Sant’Alfonso Maria De Liguori; “Natale è Natale” di Don Giuseppe Cento, detto “Giosy”, un presbitero e cantautore italiano noto per le sue canzoni di musica leggera cristiana che ha realizzato più di 900 brani e circa 3600 concerti che Don Michele farà venire a Salerno in occasione della prossima festività patronale di San Matteo; l’Ave Maria di Fabrizio De Andrè; “Bianco Natale”, scritta da Irving Berlin nel 1940; “Fili di Cuore” di Marcello Marrocchi, (che ha anche scritto “Perdere l’Amore” per Massimo Ranieri); “ Viva la gente”, “Maddalena” e “Jingle Bells” accompagnato dal battito delle mani di tutti i presenti che hanno vissuto una serata di grandi emozioni.
Don Michele, che ha spiegato le origini e il significato religioso di alcuni dei brani eseguiti, ha invitato la poetessa Giulia Maria Barbarulo, presente in sala, a declamare due sue poesie dedicate al Natale: “Ignoto e Ignorato”, tratta dal suo libro di poesie “L’anemone stellato” e “Agheraos. L’amore che non muore”, attraverso le quali la poetessa ha esaltato lo spirito della vita:” Si può essere buoni cristiani soltanto amando”.