“Pascal e Leopardi, che hanno amato la vita nella sofferenza, che per loro è stato un mezzo di conoscenza, ci hanno insegnato a vivere con coraggio e a rispettare la vita stessa, tenendo presente che l’uomo è un essere pensante e che in questo consiste la sua dignità”.
A sottolineare la grande sintonia esistente tra il pensiero filosofico di Blaise Pascal, filosofo e genio matematico, e quello di Giacomo Leopardi, poeta, filosofo, scrittore, vissuti a un secolo e mezzo di distanza tra loro, è stata la professoressa Elisa Sparano Bosco durante l’incontro intitolato “Riflessi della spiritualità di Blaise Pascal nel pensiero filosofico di Giacomo Leopardi”, organizzato, alla Sala Moka di Corso Vittorio Emanuele, dalla Presidente dell’associazione culturale ”Il Caffè dell’Artista”, la professoressa Florinda Battiloro che da anni, con la collaborazione di tutti i soci, attraverso incontri settimanali, diffonde la cultura, approfondendo aspetti particolari dei grandi uomini del nostro tempo.
Dopo i saluti della Presidente Battiloro il dottor Aldo Sessa, che ha moderato la serata, ha introdotto l’attrice Pina Russo che ha letto con passione alcuni brani tratti dai pensieri di Pascal e dalle più belle poesie di Leopardi.
La professoressa Sparano ha ricordato che Blaise Pascal è stato anche un grande scienziato: ”Ha inventato la prima macchina calcolatrice della storia, anticipatrice del computer” ed anche che questo genio portentoso, con un realismo antropologico-esistenziale, mai visto prima, compie, come, come fa anche Leopardi, una profonda analisi della dolorosa condizione umana: ”Si pone interrogativi fondamentali e sempre attuali sul senso della vita, della morte, dell’universo, del tempo, della felicità. Afferma, infatti, Pascal che l’uomo, per non avvertire il proprio niente, e per non giungere alla disperazione e alla noia, si dedica al “divertissement”, che però gli impedisce di pensare. Il pensiero, invece, è la sua più grande dignità. L’essere umano, infatti, secondo il filosofo francese, pur essendo una fragilissima “canna” che basta un soffio di vento per abbattere, è una” canna pensante”, che sa di essere abbattuta”.
La professoressa Sparano ha anche ricordato che sia Pascal, sia Leopardi hanno trascorso la vita fra tormenti fisici e morali per gravi malattie: ”Sono morti ambedue a 39 anni” e che mentre Pascal giunge a Dio con la fede guidata dalla ragione: ”Compiendo una nuova e originale sintesi di scienza e fede, di “esprit de geometrie” e di “esprit de finesse”, di ragione e sentimento”, Leopardi non vi riesce pienamente ”Perché rimane imbrigliato nelle maglie della sua concezione meccanicistica di matrice illuministica. Possiamo dire, però, che in tutta la sua poetica, soprattutto nei Canti, e in parte nella prosa ( “Zibaldone”), vi è , indirettamente, una continua ricerca di Dio, che rimane sempre il soggetto del suo pensiero e del suo desiderio ,anche se resta indeterminato e inaccessibile”.
La professoressa Sparano ha spiegato che Pascal e Leopardi sono stati, inoltre, precursori della filosofia esistenzialistica: “Hanno anticipato il profondo problema che affiorerà nel pensiero di Kierkegaard e di Heidegger, cioè la consapevolezza che le proprie aspirazioni, i propri progetti non possono essere mai delle certezze ma solo delle mere possibilità, prive di ogni garanzia, perché la loro certezza si trova solo in Dio ; concetto che, a mio avviso, potrebbe fare da argine alla sicumera scientifica e tecnologica”.