A colloquio con don Mario Masullo, parroco di Vietri sul Mare: “La Chiesa è accoglienza”
Incontriamo don Mario Masullo, 43 anni, parroco di Vietri sul Mare, nel Duomo dedicato a San Giovanni Battista. In questo antico edificio sacro, la cui fondazione risale al X secolo, inizia così il nostro viaggio nelle comunità della chiesa dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava, per avere contezza del ruolo che essa svolge nella nostra società e quanto sia in sintonia con il messaggio assai innovativo nella sua semplicità e schiettezza di papa Francesco.
A don Mario chiediamo, innanzi tutto a che età ha avvertito la chiamata al sacerdozio?
“Già in adolescenza e alla fine delle superiori la difficoltà di dialogo sia con gli altri che con me stesso portò una crisi interiore, e mi chiedevo se davvero ero pronto a quella scelta e dopo un anno di riflessione fatto di preghiera e attraverso alcuni segni che mi fecero capire che la mia strada era quella da dedicare al Signore”.
I suoi erano d’ accordo con questa scelta oppure l’ hanno ostacolata e se sì, perché?
“ Famiglia e religione andavano di pari passo in casa mia, a parte qualche titubanza iniziale della mamma, loro aspiravano soltanto a vedermi felice, e convinto delle mie decisioni”
Quale rinuncia è stata più difficile?
“Quando si decide di dedicare la propria vita al Signore, significa dedicare la propria vita agli altri, il tempo per sé stessi è limitato, ma vale la pena mettere da parte le proprie cose per vedere il sorriso sul volto di una persona”.
Cosa direbbe ad un giovane che le manifestasse il desiderio di entrare in seminario?
“ Gli direi semplicemente di guardare bene nel suo cuore, di vivere il tutto con serenità, senza farsi condizionare dagli altri, per evitare di avere ripensamenti sulla scelta fatta, in futuro”.
In una società laica e secolarizzata quali agenzie educative pensa che dovrebbero rendere più incisive la loro opera di formazione umana e cristiana dei giovani?
“ La scuola, la famiglia, la comunità parrocchiale, penso siano le colonne portanti di una buona e sana formazione umana. Inoltre aggiungo che fanno tanto anche le istituzioni, attraverso progetti e iniziative specifici per la crescita sana, moralmente parlando, di una persona”.
“ Incontrare le periferie” è l’ appello del Papa alle parrocchie perché escano dalle sacrestie e vadano incontro ai lontani, ai poveri, agli emarginati, cioè che la chiesa diventi “ospedale da campo” per curare le “malattie” del nostro tempo. In quale misura pensa che l’ attività pastorale della sua parrocchia accoglie quest’ appello?
“La parrocchia è una realtà e come tale deve essere vissuta, ma non deve essere vista come fonte inesauribile di beni da poter sfruttare. Molteplici sono le attività presenti in parrocchia, i giovani sono molto attivi con i corsi di catechismo, l’ACR, oratorio, e il pensiero ai meno abbienti con il sostegno fondamentale della Caritas”.
Quale ruolo hanno i laici presenti nella sua parrocchia: la “corresponsabilità” della loro azione pastorale in quale misura è avvertita?
“La corresponsabilità è abbastanza significativa, il primo intento è creare una comunità che cammina allo stesso passo dove tutti sono utili”.
Si ritiene soddisfatto delle decisioni prese dal recente Sinodo dei Vescovi sulla famiglia? Lei avrebbe sottoscritto tutte le decisioni negli stessi parametri?
“ Riguardo al recente Sinodo dei Vescovi sono d’ accordo su più del 90% delle decisioni prese”.
Comunione ai divorziati risposati, forse uno dei punti più controversi su cui i Vescovi si sono dovuti esprimere: come interpreta il fatto che per un solo voto a favore sia passata la linea sulla quale sarà il Vescovo nel dover valutare i singoli casi in cui è possibile ammettere all’ Eucarestia persone risposate?
“Io credo che la Chiesa abbia dei paletti fondamentali che non possono essere destabilizzati, quindi, la Chiesa deve mantenere i suoi regimi. Ma allo stesso tempo l’ accoglienza è per tutti , quindi, sono d’ accordo con la valutazione dei singoli casi da parte dei Vescovi. Dio è amore”.
Sinodo e unioni civili: come e in che cosa è cambiato l’ atteggiamento della Chiesa nei confronti degli omosessuali?
“ Non ci deve essere nessuna discriminazione nei confronti degli omosessuali, la Chiesa è simbolo di accoglienza, non deve esserci nessuna chiusura o atteggiamenti di pregiudizio nei confronti di queste persone”.
In conclusione, le donne e la Chiesa: il ruolo della donna nella Chiesa di oggi pensa sia pienamente riconosciuto?
“Io credo che come in una famiglia dove la mamma rappresenta una vera e propria colonna portante, penso che anche nella Chiesa essa sia fondamentale, e darei molto più spazio alle donne anche per esempio affiderei la guida dell’ufficio pastorale”. (foto D. Ciafrone e M. Mari)