A novembre i rispettivi indici Istat sono aumentati rispettivamente a quota 118,4 e 107,1, il top dal 1995 e dal 2007. La fiducia nei servizi di mercato sale a 113,7, mentre nel commercio al dettaglio scende a quota 115.
L’indice del clima di fiducia dei consumatori, aumenta a novembre 2015 a 118,4 da 117 del mese precedente mentre quello composito del clima di fiducia delle imprese italiane invece mostra una sostanziale stazionarietà (107,1, da 107 di ottobre).
Lo rileva l’Istat. Gli indicatori prodotti, sottolinea l’Istituto di Statistica, risentono solo in minima parte dei fatti eccezionalmente gravi avvenuti intorno alla metà del mese, in quanto il periodo di rilevazione dei dati è concentrato nei primi 15 giorni. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento maggiore per quella economica (a 158,3 da 153,3) e più contenuto per quella personale (a 105,0 da 103,9), per quella corrente (a 111,6 da 109,3) e per quella futura (a 128,0 da 127,2).
Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese sull’attuale situazione economica del Paese (a -20 da -31 e a 31 da 28, i rispettivi saldi). I giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi restano al livello di ottobre (a -19). Quanto alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi, il saldo passa a -20 da -23. Diminuiscono le attese di disoccupazione (a -8 da -3).
Riguardo le imprese, il clima di fiducia cresce nelle costruzioni (a 121,4 da 119,8) e, più lievemente, nei servizi di mercato (a 113,7 da 113,1), mentre scende nella manifattura (a 104,6 da 105,7) e nel commercio al dettaglio (a 115 da 116,3).
Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -10 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 13 da 14), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -29 da -35, il saldo) ma peggiorano le attese sull’occupazione (a -11 da -7).
Nei servizi di mercato crescono le attese sugli ordini, (a 9 da 4), ma si contraggono i giudizi sugli ordini (a 4 da 7) e restano stabili (a 27) le attese sull’andamento generale dell’ economia. Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 32 da 24) e peggiorano sensibilmente le attese sulle vendite future (a 24 da 40); in ulteriore diminuzione sono giudicate le scorte di magazzino (a 3 da 7). (fonte Confcommercio su dati Istat)