“Montale non è un ermetico. La sua poesia non è nell’alveo dell’ermetismo. Lui credeva che la poesia dovesse avere una struttura razionale. Non aveva simpatia per la poesia di Quasimodo e di Ungaretti, quest’ultima definita “Quattro parole nel vuoto pneumatico”, ma ammirava molto il Leopardi de “ La Ginestra” o il Foscolo de “I Sepolcri”. Diceva che ”La poesia è un sogno fatto alla presenza della ragione”.
A confermare che Eugenio Montale è stato spesso erroneamente definito un rappresentante dell’ermetismo, di cui invece faceva parte il poeta salernitano Alfonso Gatto, è stato il professor Aniello Di Mauro, grande cultore di letteratura contemporanea, che, durante il quinto appuntamento degli “Incontri di Cultura” della “Congrega Letteraria”, organizzati nello storico e suggestivo oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario di Vietri Sul Mare da Antonio Gazia, Alfonso Mauro e Francesco Citarella, con la collaborazione e il sostegno dell’Assessore alla Cultura Giovanni De Simone, intitolato “Mediterraneo. Dagli “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale”, ha spiegato la poetica di uno dei massimi poeti italiani, giornalista, traduttore e critico musicale che nel 1975 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura.
Dopo la presentazione della mostra – mercato degli artisti vietresi, all’interno dell’Oratorio, curata dal collettivo BAR, la Bottega Artigiana Relazionale, ad opera dell’architetto Daniela Scalese, il professore di latino e greco Luigi Alfinito, che ha recitato con passione e grande coinvolgimento emotivo alcune delle poesie di Montale contenute in “Mediterraneo” che fa parte della terza sezione della trilogia “Ossi di Seppia” pubblicati da Montale nel 1925, ha introdotto la Lectio Magistralis dell’amico e collega Aniello Di Mauro.
Il professor Di Mauro che è stato docente di latino e greco nei licei di Salerno e provincia, ha raccontato e ricordato un’intervista del 1951, durante la quale Montale aveva sottolineato che la sua poetica era ispirata dalla disarmonia con la realtà che sentiva sin dalla nascita e commentato verso per verso alcune delle poesie di Montale, “vere perle di poesia”, spiegandone il significato e l’unità ritmica. Di Mauro ha anche fatto un confronto tra Montale e D’Annunzio: ” Mentre in D’Annunzio c’è la gioia di vivere, anche ostentata, in Montale c’è il male di vivere”.
Il professore Di Mauro ha ricordato la grande passione di Montale per l’ornitologia, ”Era un appassionato di uccelli, simbolo di libertà, che volano fuggendo dalla prigione del vivere” e il rapporto viscerale che Montale aveva con il mare con il quale dialogava, “Quando era lontano dal mare si sentiva in esilio. Montale aveva un rapporto di attrazione e di repulsione con il mare: immenso , infinito, antico, ancestrale, che quando è in tempesta, ci libera dalle inutili miserie umane che sono ben radicate in noi ”.
Il professore ha spiegato anche la “poesia del detrito” di Montale che voleva intitolare “Rottami” la raccolta “Ossi di seppia”, il tema dell’inettitudine e della sofferenza che per Montale era presente anche nella materia inanimata, ”La sua poesia ha il sapore della classicità”.
Il sindaco Francesco Benincasa ha sottolineato il grande interesse che stanno suscitando gli incontri della “Congrega Letteraria”: “Un’iniziativa che credo faccia bene a tutti. Questi momenti culturali soddisfano l’attesa di cultura che Vietri aveva”.