Salerno, presentato “Ultima Fermata” il film del regista avellinese Gianbattista Assanti
“Un ferroviere aiuta le famiglie a rimanere unite”. E’ una delle frasi del film “Ultima Fermata” un bel film del regista avellinese Gianbattista Assanti che è stato presentato al “Cineforum Fatima” di Salerno alla presenza di un numeroso pubblico, del regista, del produttore siciliano Francesco Dainotti e dell’aiuto regista, la salernitana Margi Villa Del Priore, che ha fortemente voluto che il film venisse proiettato anche a Salerno dopo essere stato presentato a Lioni, Avellino, Mirabella Eclano, Foggia e Benevento oltre che a Parigi, a Cracovia, a Taormina e a Siena dove ha vinto la 19° .edizione del ”Terra di Siena International Film Festival”, che vedeva come presidenti della giuria Antonio e Pupi Avati.
“Il film è iscritto al Premio David di Donatello e l’attrice, Claudia Cardinale, sarà candidata come migliore attrice non protagonista”, ha annunciato Margi Villa che ha vissuto un’intensa ed emozionante esperienza lavorativa: ”E’ stato un onore lavorare con Giambattista Assanti. Un vero Maestro. E’ cresciuto nella sala cinematografica della madre, a Mirabella Eclano. Ha il cinema nel sangue”.
Presenti anche Titti Miceli, direttore della post produzione del film, e Giacomo Concilio, dell’Associazione “Cinema Parrocchiale Fatima”, presieduta da don Antonio Montefusco, che da 50 anni propone film di qualità. Il film racconta “l’’ultima fermata” del treno che percorreva la tratta ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio, inaugurata il 27 ottobre 1895 e sospesa il 13 dicembre del 2010 perché farla funzionare costava alle Ferrovie dello Stato 800.000 euro l’anno.
“Abbiamo voluto raccontare la storia della sospensione di questa tratta ferroviaria in punta di piedi, in modo solare, senza piangerci addosso”, ha spiegato il regista Giambattista Assanti, allievo di Ettore Scola, Sergio Leone ed Age & Scarpelli, che ha raccontato la trama del film. “Francesco Capossela, figlio di un capotreno che aveva lavorato proprio lungo l’Avellino – Rocchetta Sant’Antonio, ritorna al paese d’origine del padre in seguito alla sua scomparsa. Lì, nella sua casa natale, ritrova il diario su cui il padre aveva annotato alcuni dei momenti più belli della sua esistenza e ignorati dal figlio. Alla ricerca di quella identità che non aveva avuto modo di conoscere, Francesco intraprende un viaggio intimo e personale”.
Il film è stato prodotto dal siciliano Francesco Dainotti, dagli avellinesi Silvia Bianculli, Paolo Coviello e Enzo Iannone, in collaborazione con la società romana di Tonino Zangardi “Atalante Film” come ha spiegato lo stesso Dainotti, che ha apprezzato la partecipazione di tanti salernitani alla proiezione del film al “Cineforum Fatima: “Sono rimasto affascinato dalla lettura del copione del film ed anche dalla passione che aveva Assanti nel raccontarlo. Per produrre un film ci vogliono due cose: un po’ di follia e una grande passione per il cinema e per l’arte. Io posseggo entrambe. Abbiamo voluto raccontare una storia semplice con un cast eccezionale: Claudia Cardinale, Sergio Assisi, Francesca Tasini, Philippe Leroy, Nicola di Pinto, Luca Lionello e Salvatore Misticone”.
Dainotti ha raccontato anche che, sia lui, sia Claudia Cardinale sono figli di ferrovieri: “Il film è stato girato a Rocchetta Sant’Antonio, in provincia di Foggia, e in Irpinia, all’abbazia del Goleto, a Mirabella e sulle colline dei vigneti della Tenuta Cavalier Pepe tra Sant’Angelo all’Esca e Luogosano. “Vorremmo continuare a raccontare l’Italia”, ha annunciato Dainotti sperando in qualche finanziamento “ In Francia le opere prime sono finanziate. In Italia purtroppo questo non accade”.
La sceneggiatura è stata scritta da Assanti e Dainotti: ”Abbiamo pensato di scrivere la sceneggiatura per raccontare una storia semplice. E’ questo è il cinema che vogliamo. Quello che fa riflettere gli spettatori”. Il Direttore della fotografia è l’ottimo Dario Germani che ha ritratto quei posti dove il tempo si è fermato.
Tra gli spettatori un ferroviere, Salvatore Stanco, di Calitri, che ha prestato servizio proprio sulla tratta Avellino – Rocchetta Sant’Antonio: “Dal 1975 al 1985, ho percorso tutti giorni quella tratta con i suoi 119 chilometri e con le sue 32 fermate tra Avellino a Rocchetta. Facevo il capotreno. In quei vagoni ho ascoltato le storie di tanti pendolari, di tante famiglie. Rivedere quei posti mi ha emozionato”.
Assanti ha ricordato che Valerio Caprara, durante la trasmissione “Cinematografo” di Gigi Marzullo, ha commentato positivamente il film: ”Lo ha definito una piccola lezione di poesia. Non piagnucolosa e non faziosa nei confronti del Sud. Un piccolo film sincero e onesto”.