scritto da Redazione Ulisseonline - 21 Ottobre 2015 08:47

Salerno, ad Art Tre una mostra dedicata ad Ugo Marano

“Ugo è ancora con me. La comunicazione tra noi non si è mai interrotta”. Lo ha dichiarato commossa ed emozionata Stefania Mazzola, la moglie dell’artista Ugo Marano, alla fine della proiezione del video girato da Enzo Rosco  che, insieme alle foto scattate da Corradino Pellecchia, fa parte della mostra dedicata al grande artista salernitano intitolata “Incontro con Ugo Marano”, allestita  nella sede dell’associazione culturale “Art Tre”, presieduta dallo stesso Enzo Rosco,  in Vicolo San Bonosio 7 (Via Mercanti).

Il video termina con un primo piano di Ugo Marano, che lentamente si gira, con la sua barba bianca, il suo cappellino blu, a punta, calzato sui suoi riccioli bianchi, con i suoi occhi azzurri come il mare. Il suo sguardo si ferma proprio al centro dello schermo. Ti guarda sorridendo, sembra quasi che stia fissando proprio te, che stia scrutando il tuo cuore.

“Guardava tutti noi. Anche me. Sembrava dirmi: dai Stefania. Fatti forza e fai le cose che abbiamo sognato insieme”. Stefania Mazzola  ha raccontato anche che le opere di Marano sono molto richieste in Francia: “Lì lo amano. Ugo ancora oggi è molto avanti artisticamente. La sua “Sedia del pensiero” è stata pubblicata nel Catalogo Bolaffi come l’opera più nuova del 900. Due anni fa è venuto a prendere a casa  una sua scultura per esporla, il direttore del Centro Pompidou di Parigi”.

Stefania, artista romana, ”sono una vasaia”,  ha conosciuto Ugo Marano  in un laboratorio di ceramica.

“Ho vissuto 43 anni  stupendi con lui. Non c’è stato un giorno di noia, Era un creativo massimo. Il solo guardarlo mi rendeva felice”.  Nella mostra, che rimarrà aperta fino a sabato 24 ottobre e sarà visitabile dalle ore 19 alle 21,  è esposta anche un’opera in ceramica di Marano, messa a disposizione da Enrica Rebek: un grande piatto verde dal quale si diramano le fotografie di Corradino Pellecchia,  scattatenel 1988,  in una domenica  pomeriggio invernale, a Capriglia. Foto scattate tra il cortile e  le stanze vuote di un vecchio palazzo gentilizio,  casa natia di Marano, illuminate da un sole pallido. Stanze dai muri scrostati con  ancora i segni del terremoto di otto anni prima. In quelle stanze Ugo Marano aveva  creato il suo laboratorio: “un mondo senza tempo” dove lavorava  al suo progetto cosmico dell’universo”.

La telecamera di  Enzo Rosco, timidamente,  in quella magica domenica, riprende tutto, anche la performance dell’artista: ”Doveva essere parte di un happening, una delle tante operazioni collettive di arte sociale messe in piedi da Enrico Crispolti e dal suo “discepolo” Massimo Bignardi. Non se ne fece niente, ma lui voleva comunque appuntare quell’intervento mai eseguito, trasmettere le sue idee azioni al pubblico, coinvolgere gli spettatori, sollecitarli fino a farli diventare attori, perché, diceva, “l’arte non è morta se c’è comunicazione tra gli uomini”.

A raccontare quei momenti unici è stato proprio Rosco, che nel 1988 era un giovane videomaker di ventiquattro anni: “Marano ci trascinò,  in una  esperienza eccezionale, intima: eravamo  “amichevolmente clandestini”, soli e nello stesso tempo in comunione con Ugo”. Il video, montato da Emilio Pepe, con le musiche eseguite dal gruppo “Antica Consonanza”, è stato visto da Ugo Marano, nel 2006, nel laboratorio di Lello Ronca.

“Lo apprezzò molto”, ha raccontato Rosco, ” Nel corso della proiezione mi strinse le mani con animo grato, commosso”.

Corradino Pellecchia ha raccontato che in quel palazzo a Capriglia,  nel grande cortile dove “vivevano” le sculture enormi di  Marano, il  ceramista salernitano organizzava ogni anno “Il Festival delle Idee”: “Partecipavano anche Filiberto Menna e tanti  altri artisti. Sono trascorsi ventisette anni da quell’avventura, quattro da quando Ugo ci ha lasciati. Abbiamo ritrovato quelle immagini che avevamo gelosamente custodito e abbiamo deciso, sicuri della sua approvazione, di riproporle con un omaggio minimale e gioioso sulla scia del suo pensiero e della sua esistenza rivolta sempre alla ricerca della piccola felicità”.

In occasione della mostra l’artista salernitano Pino Roscigno, alias Greenpino, ha realizzato un murales su una facciata del Vicolo San Bonosio con i versi della poesia  di Ugo Marano, ”Ora facciamo il finale”: “Un finale è buono se è espressione di libertà, se indica un sentiero da percorrere con grazia”.

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