scritto da Carolina Milite - 26 Settembre 2015 11:20

Marco Galdi: “Il progetto politico di Servalli è povero d’idee di sviluppo per la città”

Avvocato e Docente Diritto Pubblico Generale e Diritto Costituzionale Avanzato alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Salerno, Marco Galdi è stato sindaco di Cava de’ Tirreni fino a metà dello scorso giugno ,quando fu battuto al ballottaggio dall’attuale sindaco Enzo Servalli. 

Partiamo proprio dalla campagna elettorale e dalla sua mancata conferma. A distanza di mesi a cosa imputa la sua sconfitta? Oppure, per essere più diretti, perché i cavesi hanno preferito Servalli e non lei?

Sono convinto che più che una vittoria di Servalli la competizione elettorale abbia decretato una mia sconfitta, anche perché francamente il progetto politico di Servalli è povero d’idee di sviluppo per la città. Ho perso perché ci sono stati una serie di fenomeni concomitanti: la più grave crisi economica della nostra storia repubblicana, indagini molto accurate che hanno riguardato la mia amministrazione e la mia persona,  che di fatto non hanno ancora prodotto alcun risultato ma che hanno indubbiamente gettato ombre sull’operato della nostra amministrazione. Infine, c’è da dire che questa volta c’era un vento diverso che tirava in altra direzione, a livello sia nazionale che regionale; se Caldoro avesse vinto in Regione (e sono mancati solo trentamila voti) probabilmente al ballottaggio a Cava ci sarebbe stato un esito diverso. Non ultime le difficoltà politiche che ho vissuto in questo quinquennio hanno determinato la necessità, per concludere la consiliatura, di cambiare più di una volta i collaboratori della giunta e ciò ha creato un inevitabile malcontento che si è tradotto in uno spostamento significativo di voti di area moderata a favore di Servalli. Non dobbiamo dimenticare che personalità come Edmondo Cirielli, Marco Senatore e Massimiliano Di Matteo, tradizionalmente allocati in area moderata, hanno appoggiato più o meno apertamente Servalli e hanno espresso complessivamente quei quattromila voti di scarto tra i miei novemila ottenuti e i tredicimila di Servalli. Se dovessi poi indicare un ultimo elemento determinante direi il forte sentimento di antipolitica che ha influito in modo significativo. A Cava mai eravamo arrivati a una percentuale di voto così ridotta e probabilmente molti di quanti non sono andati alle urne avrebbero votato per la continuità.

TORTORELLA PORTICI CAVA famiglia bambini

Sta forse dicendo che per il PD, dati tutti gli elementi che ha elencato, era quasi impossibile non vincere? Non per il programma, che lei ha dichiarato carente, piuttosto invece per una serie di contingenze esterne.

E’ una lettura abbastanza realistica, sì.

C’è qualcosa che più di altre ritiene di aver sbagliato nella sua esperienza sindacale?

Sono stati cinque anni particolarmente difficili, investiti in pieno dalla crisi economica. Penso ai miei primi cento giorni della passata amministrazione, confrontati con i primi cento giorni che stanno per concludersi dell’amministrazione Servalli. Io ho dovuto far fronte alla chiusura dell’ospedale, mi dovetti incatenare davanti a Palazzo Santa Lucia per ottenere che l’ospedale non si chiudesse, alla crisi della Despar che ha mandato sul lastrico centinaia di famiglie a Cava, alla crisi della Cavese Calcio. Tutto questo nei primissimi mesi del mio operato. Comunque, al di là di queste circostanze, non posso escludere di aver fatto degli errori, penso per esempio al tempo eccessivo che ho trascorso negli uffici per affrontare le problematiche anziché tra la gente, ma non avrei potuto fare diversamente dato il livello delle tematiche che mi sono trovato ad affrontare. Credo che ci sia stato anche un vizio di partenza perché la nostra era una coalizione molto forte elettoralmente ma poco compatta dal punto di vista politico. Mi sono trovato catapultato nel ruolo di candidato sindaco senza poter scegliere i compagni di percorso, e proprio questa disomogeneità è stata nel tempo una delle maggiori cause della debolezza della nostra amministrazione.

CAVA MUNICIPIO

E quella di chi va più fiero?

Direi essenzialmente due cose: la difesa dell’ospedale (che non era affatto una cosa scontata) e il piano di opere pubbliche che sta cambiando il volto della città: la conclusione dei lavori del trincerone dopo oltre vent’anni, la costruzione delle terza corsia all’uscita dell’autostrada, il prolungamento dell’area pedonale da Corso Umberto fino a Piazza Lentini. Approfitto dello spazio riservatomi per dire che sono fortemente contrario a rendere nuovamente circolabile questo tratto e sono convinto che la città sarà contraria, peraltro la pavimentazione non è stata pensata per il traffico veicolare, per cui sono prevedibili dei gravi danni. Penso che sia un atto profondamente irresponsabile. Ritornando al discorso, sono convinto che quando sarà chiaro il quadro delle opere pubbliche messe in cantiere dalla mia amministrazione molti cittadini si renderanno conto dell’enorme lavoro che avevamo messo in atto, frutto non di certo del lavoro dei primi cento giorni dell’attuale amministrazione, ma dei cinque anni della precedente.

cava  veduta

La vicenda dell’area dell’ex Co.Fi.Ma è stata un po’ il marchio a fuoco con cui è stata impressa l’immagine della cattiva amministrazione Galdi. Non ritiene che quell’acquisto sia stato una disgrazia per il suo futuro politico oltre che un danno per la città?

Credo che su questo tema sia stata montata una campagna di disinformazione e in parte anche diffamatoria. Sono curioso di vedere quanto verrà valutata l’area della Co.Fi.Ma. quando sarà inserita nel piano delle alienazioni, come vuole la nuova Amministrazione, visto che la perizia del CTU a base d’asta fallimentare la valutava circa sedici milioni di euro a fronte dei tre milioni e mezzo che la nostra amministrazione ha pagato. Chiederò che la valutazione dell’area, ai fini dell’inserimento nel piano delle alienazioni, sia svolta da un soggetto terzo per evitare che possa essere svenduto un patrimonio che ha arricchito la città e non l’ha depauperata. Peraltro, l’acquisto dell’area dell’ex Co.Fi.Ma. era ed è ancora l’unica speranza per salvare il nostro ospedale. Il tempo, se questo progetto non sarà più perseguito, mi darà ragione. Sulla realizzabilità dell’ospedale ho postato su internet cinque puntate molto articolate per dimostrare come sarebbe stato realizzato il nuovo ospedale. L’idea di De Luca di realizzare un nuovo ospedale a Salerno abbattendo il San Leonardo si quantificava in trecento milioni di euro per i costi di realizzazione, probabilmente con un terzo di quella somma sarebbe possibile realizzare il nuovo ospedale nell’area della Co.Fi.Ma. qualificata come area da destinazione ospedaliera dal piano territoriale di coordinamento provinciale. Si raggiungerebbe così l’obiettivo di dare all’azienda universitaria ospedaliera i milletrentasette posti letto previsti nel decreto del Ministero della Pubblica Istruzione.

Le malelingue dicono che lei sarà ricordato come il sindaco dell’ex Cofima e della scacchiera. Lei cosa risponde?

Il tempo sarà signore e alla lunga i cittadini capiranno che sono stato il sindaco che ha tenuto duro sulla salvezza dell’ospedale, anche con l’acquisto della Co.Fi.Ma., e che ha messo in moto una grande riqualificazione della città. Quando le opere che abbiamo avviato saranno terminate nel giro di qualche mese il segno del mio lavoro sarà evidente a tutti.

Sta costruendo un movimento civico e ha detto chiaramente che non è sua intenzione ricostruire il centrodestra. Qualcuno però afferma che è anche a causa sua e del suo “abbraccio mortale” con Fratelli d’Italia se quest’area a Cava si è disintegrata. Sente il peso di quest’affermazione?

All’origine della mia candidatura nel 2010 c’è stata un’indicazione dell’onorevole Cirielli con il quale io all’epoca collaboravo, ma a distanza di pochi mesi dalla mia elezione proprio gli uomini del presidente Cirielli hanno iniziato di fatto a porre ostacoli all’azione amministrativa. La mia sensazione è che ci fosse una volontà chiara di evitare che potesse nascere all’interno del centrodestra una figura troppo significativa che desse ombra. Per lo stesso motivo dopo un paio di anni di esperienza amministrativa, e anche per la disgregazione a livello nazionale del centrodestra con la divisione tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, ho dato impulso al Movimento Civico dei Responsabili Per Cava e ormai sono tre anni che continuo a lavorare in un’ottica meramente civica per cui le vicende del centrodestra francamente non mi riguardano e non m’interessano. M’interessa Cava che ha bisogno di una classe dirigente preparata ed eticamente sana, questo è l’obiettivo del nuovo movimento civico che abbiamo presentato qualche giorno fa in conferenza stampa e a cui tutti i cittadini di buona volontà sono chiamati a partecipare.

PIAZZA DUOMO CAVA TORTORELLA

Non vuol ricostruire il centrodestra, allora Fratelli d’Italia e Forza Italia sono fuori dal suo orizzonte politico?

Decisamente sì, anche perché c’è una grande confusione a livello politico nazionale e credo che l’area moderata del paese debba ritrovare nuove ragioni per costruire un progetto politico. Penso al tema dei migranti, a quello della crisi economica e della nuova povertà, e posso dire che in questo momento mi sento molto vicino agli interventi di Papa Francesco e all’evoluzione della grande storia culturale e politica della dottrina sociale della Chiesa. Certamente il centrodestra non esprime questa posizione a fronte di tutto ciò che di nuovo e imprevedibile sta accadendo nel mondo e in Italia. La componente civica che stiamo varando avrà comunque un dialogo aperto con tutti a 360°, anche con le formazioni poltiche di estrema sinistra e quelle di estrema destra perché noi abbiamo intenzione di parlare dei problemi reali della città e non posizioni ideologiche che non hanno più alcun senso.

Lei ha dichiarato di voler essere l’alternativa all’amministrazione Servalli. Di fatto usciamo da cinque anni di amministrazione Galdi. Qual è l’alternativa che propone visto che il suo governo è stato bocciato dalla città appena due mesi fa?

Io ho dichiarato che volevo costituire un tavolo aperto e senza posizioni precostituite. In questo momento Marco Galdi non è in campo in prima persona come alternativa. Il movimento civico che stiamo costruendo si propone di essere un’alternativa al governo Servalli. Stiamo costruendo un grande progetto e sono convinto che la città la volta prossima capirà e condividerà.

Cosa consiglia a Servalli, tra le tante opere che la sua amministrazione stava portando avanti per cambiare il volto della città, di mantenere e dunque non interrompere?

Ovviamente tutte. E devo dire che nel piano di opere pubbliche di recente approvato nel Consiglio comunale Servalli ha dato continuità al mio programma di opere, anche a quelle che ancora non sono partite come le palestre di Pregiato e San Lorenzo o il finanziamento per la sistemazione viaria ad integrazione del finanziamento regionale di trecentocinquantamila euro che il comune di Cava ha ottenuto. Io porterei avanti tutte le opere a partire da Piazza San Francesco che invece sembra essere messa in dubbio dall’amministrazione. E’ la porta della città, avevamo immaginato una grande piazza eventi di cinquemila metri quadrati, questo sogno sembra oggi non realizzabile.

PANORAMA CAVA TORTORELLA

A cento giorni dall’insediamento della nuova amministrazione qual è il suo giudizio? Nota delle differenze da quelli che sarebbero potuti essere i primi cento giorni di un Galdi-bis?

La mia sensazione è che la nuova amministrazione si stia concentrando sull’ordinario e spacci la riapertura di una fontana o la sistemazione di strisce bianche o la pulizia di una strada come opere straordinarie. Non credo che questo possa durare anche perché i cittadini si stanno rendendo conto che se da una parte si pulisce una strada, dall’altra ne rimane sporca un’altra. Questo sarà sicuramente un boomerang per la nuova amministrazione perchè creerà delle aspettative che non è in grado di soddisfare. Cosa sarebbe successo se fosse andata avanti l’amministrazione Galdi? Avrei dato maggiore impulso alle opere pubbliche, stiamo facendo in questi giorni delle commissioni con sopralluoghi e ho la sensazione che non vengano eseguite come dovrebbero. Basta vedere cosa sta succedendo in Piazza Abbro che doveva già essere conclusa ma non lo è. Penso anche ad altre grandissime opportunità per la città che stanno svanendo come l’accordo con la Manifattura Tabacchi. Io personalmente ho condotto i vertici della Maccaferri da sindaco per un passaggio di testimone su un progetto che non solo avrebbe restituito al meglio l’immobile della Manifattura alla città, ma avrebbe anche consentito una riqualificazione importantissima nella parte retrostante con due grandi piazze, mille posti auto di parcheggio, nuovi uffici e negozi eliminando un buco nero che si trova a Cava da ormai vent’anni. Bastava veramente poco per chiudere il progetto, ma mi pare che stia svanendo, condannando di fatto la città a perdere opportunità di lavoro per centinaia di persone. Peraltro, la delibera, che prevedeva lo stanziamento nella parte antica della manifattura un incubatore d’impresa, presumeva anche l’annullamento dello stesso da parte dell’Amministrazione comunale in qualsiasi momento quando l’immobile fosse rientrato pienamente nella sua disponibilità, e doveva essere lasciato al Comune senza alcun onere entro sei mesi. Quindi, non solo non impegnava in niente il Comune, ma avrebbe comportato almeno in parte una ristrutturazione dell’immobile e la città avrebbe fatto importantissimi passi avanti. La problematica che bloccava da qualche mese la chiusura della transazione aveva sostanzialmente trovato una soluzione in sede di Sovrintendenza, eravamo veramente a un passo dalla soluzione. Avrei sicuramente dato molto impulso alla riperimetrazione dell’ASI, c’era già stato tutto l’iter per approvare entro l’anno il nuovo piano urbanistico comunale ed era tutto pronto; di fatto, mi sembra invece che con  la scelta di chiedere di cambiare un’altra volta il P.T.C.P. (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia), per restituire una destinazione industriale all’area dell’ex Co.Fi.Ma., si corra il rischio di bloccare il tutto per almeno un paio d’anni, e questo è un danno gravissimo per il futuro di Cava. In ogni caso ,rispetto la volontà dell’elettorato e continuerò ad operare nel ruolo che mi è stato destinato, considerando però gli oltre novemila cittadini che avrebbero voluto un Galdi-bis.

Nel mare magnum dell’opposizione, o presunta tale, come intende muoversi?

Molti di quelli che si definiscono opposizione hanno votato Servalli al secondo turno, è un’opposizione molto strana . Il mio approccio è di attesa, anche se su diversi punti ho iniziato a segnalare le criticità, perché ritengo comunque che un’amministrazione abbia diritto ad avviare il suo percorso. In ogni caso, ho lanciato l’appello a tutte le liste civiche presenti in consiglio, ma anche a quelle che non hanno rappresentanti consiliari, per costruire un progetto civico per Cava perché ritengo che le strade, le attività sociali ed economiche non siano né di destra, né di sinistra ma appartengano alla città. Decorsi i primi cento giorni della nuova amministrazione faremo un’importante conferenza stampa per valutare questo tratto di storia cittadina, dopo di che comincerà anche il mio ruolo di presidente della Commissione Controllo e Garanzia, ruolo che l’opposizione unanime ha voluto attribuirmi; convocherò puntualmente la commissione per esaminare, assessorato per assessorato, le attività che l’amministrazione sta portando avanti.

AULA CONSILIARE TORTORELLA (1)

Il futuro politico di Marco Galdi è esclusivamente civico?

C’è e ci sarà un impegno civico per la città che punta soprattutto a sostenere la crescita di una nuova classe dirigente. Lo devo ai tanti che si sono schierati con me nelle ultime elezioni amministrative, ma risponde anche a quello spirito di servizio che ha sempre animato il mio impegno politico. Sul piano sovra comunale, ora che sono un po’ più libero potrò esprimere la mia cittadinanza attiva più e meglio di quanto abbia potuto fare fino ad oggi. Sono stato tra i sedici firmatari in Corte di Cassazione degli otto referendum presentati da Civati e ci stiamo battendo per raggiungere il quorum delle cinquecentomila firme. E’ questo già un primo segno dell’attenzione di Marco Galdi a tematiche non meramente cittadine. In questo momento sento di non riconoscermi in alcuno dei partiti o movimenti esistenti a livello nazionale e guardo a 360° con grande curiosità e interesse il dibattito che pervade tutta la politica nazionale. Non escludo che un domani possa esserci un impegno diverso, purché si delinei una casa politica che corrisponde alle mie idee e alla mia sensibilità che in questa contingenza di crisi economica è più spostata verso le povertà, i giovani che non trovano lavoro, i drammi di tante famiglie che hanno difficoltà a mettere il piatto a tavola. D’altro canto, la mia esperienza nei movimenti ecclesiali fa sì che la mia cultura sia profondamente radicata su posizioni che, soprattutto su temi etici, mi collocano altrove rispetto ai movimenti di sinistra che si battono per le cosiddette libertà civili. Sarebbe bello se nel dibattito nazionale si trovasse una casa comune per quanti come me vogliono spendersi per ricreare delle condizioni di eguaglianza sostanziale nella società ma, nello stesso tempo, sono legati ai valori della famiglia, della vita umana che sono propri della dottrina sociale della chiesa.

E’ dunque scomparso del tutto l’uomo di provenienza di centrodestra?

In senso assoluto non mi sono mai personalmente sentito addosso un’etichetta conservatrice. Il centrodestra italiano, per chi lo conosce, è molto più articolato di come lo si possa immaginare. C’è, in particolare, una destra italiana che è una costola del movimento socialista che sui temi sociali è sempre stata particolarmente sensibile. Io credo che questa destra debba trovare il modo di dialogare con la sinistra non renziana per creare un nuovo soggetto politico che metta da parte alcuni temi che differenziano. La soluzione può essere quella di delegare questi temi di natura etica alle decisioni del popolo anche magari attraverso l’istituzione di un referendum propositivo, e creare una grande compagine politica che sia unita dai temi della lotta al privilegio e di una democrazia dedita alla salvaguardia delle posizioni dei più deboli, sposando quel filone che sta nascendo in Europa con il nuovo Labour inglese, con Podemos in Spagna e con Tsipras in Grecia.

 

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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