scritto da Pasquale Petrillo - 08 Settembre 2015 08:34

Le amnesie investigative del processo Meredith Kercher

La lettura delle motivazioni, depositate ieri, della sentenza con cui la Cassazione ha assolto i due ex fidanzati accusati del delitto della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1 novembre 2007, lasciano semplicemente basiti. I giudici parlano di “un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o ‘amnesie’ investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine”. Senza le quali, chiariscono i giudici, si sarebbe “con ogni probabilità, consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell’estraneità”. E ancora: per i giudici c’è un dato “di indubbia pregnanza” a favore dei due giovani accusati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, “-nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all’omicidio, pur nell’ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola” – la “assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili nella stanza dell’omicidio o sul corpo della vittima”. Insomma, i giudici della Cassazione hanno smantellato e censurato l’operato degli inquirenti. C’è poco da aggiungere, se non qualche riflessione a margine. La prima, è che la giustizia nel nostro Paese, nonostante tutto, alla fine funziona nonostante i suoi tanti malanni. La seconda, questa sentenza mostra come sia cosa buona e giusta il terzo grado di giudizio. La terza, se pubblici ministeri e polizia giudiziaria fossero più restii alle lusinghe dei mass media prediligendo, invece, il silenzio delle indagini, forse ci guadagneremmo un po’ tutti. (foto Giovanni Armenante) 

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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