Salerno, la FILLEA CGIL sul programma delle opere pubbliche: “Occorre però portarle a termine”
“Ben venga il programma di cantierizzazione delle 44 Opere presentato dal Sindaco Vincenzo Napoli, che deve necessariamente portare all’apertura di nuovi Cantieri, che portino linfa vitale per il Comparto Edile, soprattutto sotto il profilo di sviluppo occupazionale di un settore fermo al palo dal lontano 2008, con una crisi che ormai da congiunturale è diventata strutturale, con una perdita ad oggi di circa 10.000 lavoratori iscritti in Cassa Edile Salernitana, (- 44% circa) e con la “scomparsa” di circa 1.000 Imprese”. Così, dopo l’annuncio del primo cittadino di Salerno del consueto Programma di Opere Pubbliche in vista delle Festività del Santo Patrono, inizia un comunicato della FILLEA (Federazione Italiana Lavoratori Legno Edili e Affini) – CGIL.
“Crisi aggravata dalla incapacità di chi ci ha governato negli ultimi venti anni -scrive ancora Luigi Adinolfi, segretario generale della FILLEA CGIL di Salerno-e dall’attuale classe politica nazionale sorda e cieca a qualsiasi nostra richiesta per il rilancio del Settore, che ha perseguito l’atteggiamento dei continui rinvii e che ha tradotto la propria azione nella promulgazione di decreti e leggi per la negazione di diritti acquisiti dai lavoratori in tanti anni di lotte”.
“L’edilizia, infatti, è paralizzata dalla mancanza di risorse pubbliche -incalza il comunicato della FILLEA CIGIL- dall’assenza di investimenti e di politiche industriali, dall’irrigidimento del patto di stabilità, dalla presenza pesante ed ingombrante dell’economia irregolare ed illegale fatta di evasione fiscale e contributiva e da una sempre più pervasiva infiltrazione della criminalità organizzata, che risulta essere l’unica “Impresa” in attivo, di lungaggini burocratiche che certamente non sarà il Job-Act a risolvere”.
Sul programma di lavori presentato dal sindaco di Salerno, il sindacato esprime l’augurio che sia tradotto in “fatti concreti” e soprattutto con opere “portate a termine”.
“Non sfugge a nessuno -si legge ancora-che Opere che per il passato risultavano “strategiche”, allo stato attuale sono ferme ed alcune addirittura ridotte in ruderi fatiscenti come il Palasport nei pressi dello Stadio Arechi. Senza dimenticare la Stazione Marittima, la Cittadella Giudiziaria e senza trascurare il Crescent, i cui tempi di realizzazione si sono dilatati in dismisura”.
Da qui l’auspicio di “un radicale cambiamento delle politiche che regolano il comparto dell’edilizia, puntando a fare dell’efficienza energetica e statica del patrimonio edilizio la leva per uscire dalla crisi. Insomma, costruire in sicurezza e nel rispetto del territorio e delle persone. Evitando così le tragedie che hanno mietuto vittime innocenti, dove è facile scorgere la mano dell’uomo”.
“Bisogna trovare il coraggio -conclude- di chiudere definitivamente la stagione dei condoni, in un settore martoriato da forte presenza di lavoro nero e dove continuano ad esserci tanti, troppi omicidi sul lavoro, affinché si possa mettere fine ad una situazione ingiustificabile e non più sostenibile”.