“2014. Primo atto del governo: 80 euro al mese a dieci milioni di italiani. 2015. Eliminazione della componente Costo del lavoro da Irap. 2016. Via IMU e Tasi sulla prima casa. 2017. Giù Ires. 2018. Irpef e pensioni minime. Questo è il nostro percorso: 50 miliardi di euro di riduzione tasse in cinque anni”. E’ quanto promette Renzi in questi giorni. Sarà, ma sembra una favoletta. E’ vero, è stata aggiornata, ma è già stata raccontata da altri in passato. I numeri parlano chiaro e dicono altro. Il bilancio pubblico, nonostante i sacrifici e le annunciate spending review, secondo una recentissima analisi del Centro studi di Unimpresa vedrà salire complessivamente la spesa nel triennio 2015-17 di 18,4 miliardi: da 835,2 a 853,7 miliardi. Infine, secondo gli ultimi dati di Bankitalia, il debito pubblico è aumentato di altri 23,4 miliardi, toccando a maggio la cifra record di 2.218,2 miliardi di euro. Renzi, insomma, per abbassare davvero le tasse, dovrà fare dei miracoli. Che dire, allora!? Speriamo bene… in fondo, la speranza è sempre l’ultima a morire. (foto Giovanni Armenante)