L’1% della popolazione italiana soffre di patologie reumatiche che anche nella nostra Provincia e nella nostra Regione sono molto diffuse. A ricordarlo è stato il dottor Paolo Moscato, specialista in Reumatologia presso l’Unità Operativa di Medicina Interna dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, che ha sottolineato l’importanza della diagnosi precoce nell’Artrite Reumatoide: “Se diagnostichiamo precocemente questa patologia, evitiamo i danni articolari, soprattutto l’erosione articolare, che inevitabilmente porta alla disabilità. Abbiamo la possibilità di fare la diagnosi, anche entro sei settimane dall’insorgenza della patologia, attraverso dei segni clinici ed ematologici. Se abbiamo da più di sei settimane delle articolazioni gonfie, dolenti, che non rispondono alle terapie tradizionali, e abbiamo una rigidità mattutina delle articolazioni colpite, che dura più di mezz’ora, possiamo fare con certezza la diagnosi di artrite reumatoide. Abbiamo la possibilità di intervenire anche con dei farmaci biologici, oltre che con quelli tradizionali, che vanno ad agire proprio sulle proteine che determinano l’artrite”.
Il dottor Moscato ha ricordato che l’artrite reumatoide colpisce soprattutto i giovani:”Le malattie degenerative colpiscono le persone anziane, mentre le malattie infiammatorie e le connettiviti colpiscono anche i diciottenni” e che i pazienti affetti da artrite reumatoide, possono avere danni cardiovascolari: ” Trattando adeguatamente questi pazienti blocchiamo sia il danno articolare che quello vascolare”.
Il dottor Moscato ha anche precisato che oltre ad una predisposizione ereditaria, possono esserci dei fattori esterni, quali malattie virali o batteriche o traumi che possono innescare, in soggetti predisposti, l’insorgenza di queste malattie.”Oggi si parla di epigenetica. L’importante è saperle riconoscere immediatamente ed entro sei mesi, un anno, fare la diagnosi e iniziare il trattamento per bloccare i danni articolari”.
L’incontro è stato organizzato, all’Ordine dei Medici, dalla Presidente della Sezione di Salerno dell’AMMI, Nietta Carucci Penta, che ha voluto approfondire la conoscenza di questa patologia dalla quale si può guarire: “Le malattie reumatiche sono un universo in evoluzione. La ricerca scientifica ha fatto dei progressi notevoli anche in questo campo”.
All’organizzazione del convegno ha collaborato l’Ordine dei Medici di Salerno, rappresentato dal dottor Mario Colucci, che ha ricordato la grande diffusione di queste patologie articolari:”Con l’aumentare dell’età compaiono sempre più e creano problemi sulla funzionalità del corpo umano”.
Il professor Salvatore Gatto, Direttore del Reparto di Chirurgia dell’Apparato Locomotore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, ha illustrato il trattamento dell’Artrosi dell’Anca e del Ginocchio:”E’ una patologia legata all’età. La vita media si è allungata ed è sempre più facile trovare persone che sono affette da questa patologia che è molto invalidante: si ha difficoltà a muoversi e persino a mettere le calze o allacciare le scarpe. Tante volte questa patologia colpisce le donne che la vivono con maggiore sofferenza: anche perchè può portare ad una zoppia o ad avere difficoltà ad abdurre gli arti. Per questo motivo, quando queste artrosi sono gravi, si sottopongono a intervento di protesizzazione dell’articolazione. Oggi ci sono dei mezzi che rallentano il processo e si spera che la ricerca possa progredire al punto tale che si possa trovare qualcosa che faccia arrestare la malattia o addirittura farla regredire. Si sta comunque cominciando ad intervenire con la supplementazione di vitamina D e con dei farmaci che agiscono sull’osso su cui poggia la cartilagine. Sono in fase sperimentale le terapie geniche”.
Il professor Gatto ha consigliato di non sollecitare eccessivamente le articolazioni:” La sollecitazione eccessiva con carichi, grossi sforzi, prima o poi danneggia le articolazioni. Bisogna fare attività sportiva, ma con moderazione”.
Il professor Gatto ha ricordato che una terapia farmacologica e una riduzione del peso possono essere utili alle persone affette da questa patologia:”Indispensabile e fondamentale, dopo l’operazione chirurgica, è la riabilitazione”. Le protesi utilizzate sia per il ginocchio, sia per l’anca sono attualmente tecnologicamente avanzate:”Oggi la durata delle protesi, non dipende dal materiale di cui è composta: titanio, ceramica, cromo cobalto o polietilene, ma dal nostro organismo che erode l’osso che sta attorno alla protesi. Non è la protesi che si consuma, ma l’osso e quindi poi la protesi si muove all’interno e va sostituita”.
Nei giovani l’artrosi dell’anca e del ginocchio non è molto diffusa:”Può interessare i giovani che da bambini hanno avuto delle malattie, come il morbo di Perthes o displasie e lussazioni dell’anca non correte bene o dei traumi. In questi casi cerchiamo di procrastinare l’intervento, ma in alcuni casi siamo costretti ad intervenire”.