Salerno, Ugo Foscolo al Circolo Canottieri con il professor Alberto Granese
” Ugo Foscolo è ancora oggi una specie di simbolo per tutti quelli che non si sottomettono ad un’autorità straniera e scelgono la libertà. La decisione di Foscolo di andare in esilio per non giurare fedeltà al governo austriaco, fu una scelta di libertà epocale. Da quel momento comincia tutta la vicenda del Risorgimento italiano”.
A ricordare l’importante decisione di Ugo Foscolo che segnò l’inizio del martirologio risorgimentale, è stato il professor Alberto Granese, docente di Letteratura Italiana all’Università di Salerno, durante l’incontro organizzato al Circolo Canottieri Irno, presieduto dal dottor Alberto Gulletta, dalla responsabile del Parco Storico Sichelgaita, la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, in occasione dei duecento anni dall’andata in esilio di Ugo Foscolo.
“Il 31 marzo del 1815 andò in esilio volontario in Inghilterra per non perdere la sua libertà, anche intellettuale. Oggi Foscolo, poeta-soldato della libertà, rappresenta tutti quegli ideali che per lui rappresentavano, forse, consapevolmente, delle illusioni , ma che per l’uomo comune continuano ad essere delle illusioni indispensabili: gli affetti parentali, la bellezza, l’amore amicale, l’equilibrio etico. Messaggi etici e sociali, validi anche per l’italiano di oggi”.
Il professor Granese ha ricordato che tutti i grandi rappresentanti del Risorgimento italiano andarono poi in esilio: “Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento italiano, va in esilio proprio in Inghilterra seguendo le orme di Foscolo: trova addirittura delle opere che Foscolo aveva lasciato in una tipografia inglese, che fa stampare. Foscolo rappresenta uno dei punti di riferimento fondamentali del Risorgimento. Il Governo Italiano, nel 1871, con una grande cerimonia, portò i resti di Foscolo, che erano ancora in Inghilterra, in Italia, nella chiesa di Santa Croce a Firenze”. Granese ha ricordato che Foscolo è il più grande poeta civile d’Italia:”I Sepolcri, sono un grande carme civile. L’unico, e più grande, poeta civile moderno del secondo novecento, è Pasolini che affronta alcuni problemi dell’Italia degli anni ’50 da poeta civile”.
Il professor Granese ha parlato di Foscolo come poeta moderno: “In lui ci sono molti precorrimenti della modernità: la sua sensibilità è una sensibilità tipicamente moderna” e di Foscolo come poeta della notte:”L’idea della notte è fondamentale in tutte le opere di Foscolo, tanto che fino alla fine della sua vita vede nella notte l’elemento fondamentale per attingere il sublime”.
Il professor Granese, partendo dalle opere giovanili di Foscolo, ha analizzato le tragedie di Foscolo,”poco conosciute” ed è arrivato a raccontare la presenza del poeta in Inghilterra, durante l’esilio, citando una sua lettera inviata, nel 1822, a Barbarina Dacre che era la sua protettrice inglese, nella quale manifesta la sua idea della notte:” Per Foscolo la notte acquista vari significati: una specie di nulla eterno, qualcosa che va al di la del tempo e che nullifica l’esistenza umana. Foscolo anticipa di molto anche Leopardi che riprenderà alcuni suoi passaggi fondamentali, non solo del concetto della notte , ma anche del nulla così come lo prefigura Foscolo”.
Granese ha proposto, attraverso la lettura, da parte della poetessa Elena Mancusi Anziano, alcune lettere d’amore di Foscolo, come quella famosa inviata ad Antonietta Fagnani Arese, che è stata per lui la donna più importante e che immortala nella famosa ode”All’amica risanata” che rappresenta l’elemento dell’immortalità che la bellezza riesce ad avere.
Il professor Granese, ha anche ricordato la tragedia de “La Ricciarda” di Foscolo, ambientata nel Castello Arechi di Salerno: “Pur non essendo mai stato a Salerno, Foscolo fa svolgere la storia nel castello longobardo, forse suggestionato da alcune storie del tempo che raccontavano del medioevo salernitano”.