Salerno, la poesia umoristica ai Canottieri Irno: un sorriso cambia la vita!
“Un sorriso scalda il cuore, mette di buon umore e cambia il corso della giornata. Gli ottimisti sviluppano il doppio delle possibilità di avere un’ottima salute cardiovascolare”.
A ricordare gli effetti positivi del buon umore, attraverso la lettura di alcune ricerche che confermano la teoria secondo la quale il potere di un sorriso può influenzare alcune azioni della nostra vita, è stata la professoressa Rosa Volpe, responsabile del Comitato Donne dell’Associazione” 50&Più”, presieduta dall’imprenditore Giovanni Marrandino che, insieme al Parco Storico, presieduto dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi; al Circolo Canottieri Irno, presieduto dal dottor Alberto Gulletta, ha organizzato, al Circolo Canottieri Irno di Via Porto, una divertente serata all’insegna del buon umore e della buona musica con la partecipazione di tre poeti umoristici per passione: il professor Enzo Aversano; il dottor Giuseppe Lauriello e il dottor Enrico Volpe, che hanno recitato alcune componimenti umoristici di loro creazione, ma anche alcune divertenti poesie già note, ma sempre piacevoli da ascoltare. Gli intermezzi musicali sono sati affidati alla bravissima cantante salernitana Elisa Squitieri che ha interpretato con grande professionalità e passione alcuni successi di Mina tra i quali: “Se telefonando” e “Grande Grande Grande”.
La professoressa Clotilde Baccari Cioffi, ha sottolineato l’importanza di vivere sorridendo,con leggerezza: “L’umorismo ci aiuta a guardare le cose con una benevolenza umana. Ci vorrebbe un pò di umorismo in più verso noi stessi e verso gli altri”. Il professor Enzo Aversano ha recitato, con garbo ed eleganza, alcune sue poesie in dialetto napoletano, scritte per far ridere, di grande ironia: ‘O Poeta; “Arresto…cardiaco”, sull’amore possessivo; “Nù schizz”, ispirata da un amore giovanile; ‘O scherz; “Past e fasul e susut”, sull’alimentazione della civiltà contadina; “Comm io vuless”, sulla Green Economy all’incontrario; “Cucchiarella”, dedicata alla sua gatta e “Crema e ciucculat: core e nonn”, dedicata ai nipotini.
Il dottor Giuseppe Lauriello, da grande istrione, ha recitato alcune divertenti poesie, come quella dedicata al vino che racconta di un grande bevitore di vino che, pur di bere l’ottimo vino contenuto nel calice del prete sull’altare, spinto da una improvvisa e motivata vocazione, si fa prete per riempire di vino il calice durante la messa, nella speranza che i fedeli non se ne accorgano; o quella intitolata a” San Martino”: “che trasforma l’acqua in vino”, o quelle dedicate al gioco del Burraco, del Tressette e del Biliardo, dedicata, quest’ultima, ai giocatori del Circolo Canottieri.
Divertentissime quelle del viaggio in Grecia e quella dell’amore in automobile. Il dottor Enrico Volpe, confermando che il divertimento “Fa bene al corpo, all’anima e alla mente”, ha recitato, con spontaneità ed ironia, due sue poesie in vernacolo: “A Grazia”, che chiede un marito per far tacere la moglie, e “Donna Cuncetta”, una in italiano: “Le nozze d’oro”; due di Trilussa: “L’onestà di mia nonna” e “L’uomo e la scimmia” e la divertentissima ” L’uccelletto in chiesa”, attribuita a Trilussa, in realtà versione in italiano di un sonetto in romanesco del meno noto poeta, Natale Polci, dal titolo”Er passero ferito”.