La memoria e il ritratto del padre: Emanuele Trevi al #fuorifestival
Il mago da cui prende il titolo il libro è Mario Trevi, padre di Emanuele, uno dei più grandi psicoanalisti junghiani italiani.. Emanuele Trevi prova a recuperare la memoria del padre, affondando nei ricordi della sua infanzia.

Il Salerno Letteratura Festival riscalda i motori con la presentazione del libro “La casa del mago” di Emanuele Trevi, scrittore e giornalista, già vincitore del Premio Strega 2021 con Due vite.
Il mago da cui prende il titolo il libro è Mario Trevi, padre di Emanuele, uno dei più grandi psicoanalisti junghiani italiani. Emanuele Trevi prova a recuperare la memoria del padre, affondando nei ricordi della sua infanzia. “Quello che pensiamo da bambini non è diverso da quello che pensiamo da adulti, è il suo nucleo”. Secondo Trevi, non c’è sostituzione tra le idee che ci formiamo da bambini rispetto a quelle che abbiamo da adulti ma continuità e l’operazione che compie nel libro riguarda proprio il tentativo di mettere a fuoco immagini sfocate, pur se non distanti. “La tecnica usata”, dice Trevi, parlando dei suoi studi di Storia dell’Arte, “è quella del ritrattista”. Chi ritrae parte da un modello ma lo trasfigura per renderlo familiare per il lettore in modo tale che lui possa riconoscersi usando la sua immaginazione. Citando Hemingway, dice che si tratta di un lavoro che procede per sottrazione più che per sovrapposizioni.
Nella lunga chiacchierata con Corrado De Rosa, scrittore e psichiatra salernitano, e poi nelle risposte alle domande del pubblico, tanti i temi affrontati: il tempo, la solitudine paterna, il rapporto con gli oggetti, la scrittura, la venerazione per J.K.Rowling e la saga di Harry Potter ma anche per Tolkien e un commento sull’attualità che viviamo.
La presentazione è stata l’occasione per la direttrice organizzativa, Ines Mainieri, di anticipare che a giugno ci sarà una novità che riguarderà proprio il Festival e Trevi. Nessun altro dettaglio ma l’attesa è già iniziata.