Cava de’ Tirreni, il venditore di fumo di piazza Abbro
Quella di Servalli, purtroppo, è una propaganda politica urticante e grossolana. Vero è che, per definizione, la propaganda politica è "un'informazione falsa o fuorviante che viene deliberatamente condivisa per distorcere la comprensione di una questione da parte del pubblico". Il nostro primo cittadino, però, è politicamente un ineffabile venditore di fumo
A volte è solo questione di decenza. Nel senso che anche in quello che può essere scontato non bisogna però superare il segno. E ciò che, invece, sistematicamente fa il nostro beneamato sindaco Servalli. A cominciare dal gigioneggiare nelle sue indecorose e inguardabili recite televisive.
E’ quello, in tutta onestà, che abbiamo pensato nel leggere ieri la dichiarazione di Servalli a margine della notizia di un nuovo finanziamento regionale di circa 14 milioni di euro per opere di rigenerazione urbana. Il nostro è incredibile quando parla “degli straordinari risultati di questi anni che hanno impresso una svolta alla qualità della vita dei cavesi”.
Davvero!? Noi cavesi in questi anni abbiamo avuto una svolta alla qualità della vita? Non ce ne siamo accorti. Al contrario, abbiamo visto scadere precipitosamente il nostro tenore oltre che qualità della nostra vita.
Quella di Servalli, purtroppo, è una propaganda politica urticante e grossolana. Vero è che, per definizione, la propaganda politica è “un’informazione falsa o fuorviante che viene deliberatamente condivisa per distorcere la comprensione di una questione da parte del pubblico”. Il nostro primo cittadino, però, è politicamente un ineffabile venditore di fumo.
E’ la realtà dei fatti di questi ultimi anni che lo smentisce e lo condanna. Dobbiamo fare il solito elenco? Tralasciamo, ma fino ad un certo punto, la montagna dei debiti e il piano di riequilibrio finanziario.
Viviamo in una città dove le tariffe sportive sono talmente alte che i nostri giovani sono costretti a fare sport nei comuni limitrofi. Abbiamo una piscina comunale chiusa da anni (speriamo che il nuovo vincitore del bando la riattivi in tempi brevi e nel modo migliore). E vogliamo parlare delle nostre attività commerciali, strozzate non poco dalle tariffe dei parcheggi e dai costi della tassa sui rifiuti? Che dire poi della cultura, quella che non c’è e non si fa in città ma che si ha perfino la spudoratezza di intitolare in pompa magna ad un illustre e meritevole cavese addirittura un palazzo della cultura (sic!). E la ex Mediateca, da anni chiusa e lasciata deperire (nell’auspicio che la Pegaso, l’università telematica vincitrice dell’ultimo bando di assegnazione le ridia una nuova vita)? Di una Biblioteca comunale fatiscente? Dell’alienazione a più non posso dei beni immobili comunali?
L’elenco delle doglianze è lungo, troppo lungo. Vogliamo parlare della struttura comunale ridotta al lumicino e sull’orlo del collasso? Perché non ricordare lo sfascio dei servizi sociali, indotti a svuotare l’oceano dei bisogni dei più deboli con il secchiello? Basta riportare alcuni dati forniti dai sindacati. L’attuale rapporto delle Assistenti Sociali per la presa in carico dei bisogni dei cittadini nella nostra città è di 1 ogni 16.600 abitanti, ben lontano da quanto previsto dalla norma: 1 a 5.000. Nella stessa disastrosa situazione sono gli altri settori comunali: dalla polizia urbana agli uffici tecnici, dalla manutenzione agli uffici tributari e così via. E’ scontato che tutto ciò si rifletta negativamente sui servizi offerti (o magari negati) ai cittadini.
E’ superfluo, tutto sommato, parlare della riqualificazione di Villa Rende, ormai quasi sparita dal radar, così come l’area dell’ex velodromo abbandonata a se stessa, o della realizzazione di un mega-parcheggio a servizio di una struttura che mai sarà completata come il Palazzetto dello Sport a Pregiato, il primo obiettivo nel programma della campagna elettorale di Servalli nel 2015. Così come diremmo cose trite e ritrite parlando delle troppe criticità della mobilità urbana, dell’inquinamento atmosferico e acustico sempre più preoccupante delle strade cittadine, a cominciare dall’ex statale 18…
Fermiamoci qui.
Nella sua deformazione da produttore seriale di disinformazione, il nostro sindaco Servalli non riconosce neanche i meriti dei suoi collaboratori, non solo degli uffici comunali, ma finanche della consigliera comunale Anna Padovano Sorrentino, delegata al ramo. Le opere realizzate con i finanziamenti PICS, infatti, sono in buona parte dovute alla tenacia e alla caparbietà di questa donna. Un vero martello pneumatico che ha tenuto sotto pressione gli uffici comunali preposti, oberati dal lavoro e a cortissimo di personale. Certo, poi, si può discutere sulla bontà delle scelte e sulle priorità, tuttavia, i finanziamenti sono stati utilizzati e i lavori sono stati realizzati. Di questo va comunque dato atto.
Da qui, però, a parlare, come fa Servalli, di straordinari risultati e di una svolta nella qualità dei cavesi ce ne passa.
La verità è che la città sta precipitando sempre più verso l’anonimato e la marginalità nel contesto provinciale. Abbiamo una struttura urbanistica e un patrimonio architettonico che fa ancora la differenza nel circondario, ma non lo valorizziamo, anzi, lo stiamo buttando alle ortiche diventando così sempre meno attrattivi. Manca una visione organica di sviluppo. Non c’è un progetto complessivo e di lungo respiro. Si procede a tentoni. Arrivano pure i soldi e si spendono per realizzare opere a prescindere dalla loro funzionalità rispetto ad un disegno ragionato di sviluppo.
Non è certo con il tartufismo comunicativo e politico di Servalli che la città ritroverà un percorso di rilancio. E’ anche vero, tuttavia, che all’orizzonte non si vede granché e la città -soprattutto quella parte che conta, che dovrebbe rappresentare l’avanguardia civile, culturale e politica- è assente e distratta, chiusa in un arido conformismo e scaltro perbenismo tanto opportunista quanto solipsista.
Alla nostra città, dopo questa grigia e negativa esperienza vissuta con Servalli & soci, occorre una palingenesi. Sbaglia, però, chi crede che ciò riguardi solo la politica. Tutt’altro.