Il fallimento socio-educativo di Napoli e del suo hinterland
E' indubbio che hanno fallito le istituzioni, i servizi sociali, la scuola. Questa spirale di violenza che vede coinvolti dei giovanissimi non è un caso, una coincidenza
A Napoli si continua a morire. Per nulla, o quasi. E le vittime sono giovanissimi, segno ancora più evidente di un pericoloso degrado sociale e civile. L’ultima vittima è un 18enne, Arcangelo Correra. Ad ucciderlo un 19enne sempre di Napoli. Per gioco, ha confessato. La pistola era stata trovata per caso e mai prima aveva visto un’arma. Questa la versione dell’omicida. Sarà così? Forse, ma quel che impressiona è, in ogni caso, la facilità con cui nella città partenopea circolano illegalmente delle armi. E come i giovani siano i protagonisti di queste tristissime e tragiche vicende. E’ indubbio che hanno fallito le istituzioni, i servizi sociali, la scuola. Questa spirale di violenza che vede coinvolti dei giovanissimi non è un caso, una coincidenza. E’ piuttosto il risultato del fallimento socio-educativo di una città e del suo hinterland. E da qui bisognerebbe partire per riflettere, operare delle scelte e agire.