La storia siamo noi anche intonando “Bella ciao”
In fondo, la storia siamo noi anche quando ribadiamo così, in modo pacifico ma con forza, i valori della democrazia, della libertà e della dignità della persona umana
In questi ultimi tempi stiamo dimenticando la storia e come diceva qualcuno siamo poi costretti a riviverla. La caccia agli ebrei avvenuta l’altro giorno in Olanda fa impressione e riporta al ricordo di altre immagini e tragici avvenimenti visti e letti sui libri di storia. Così come la sofferenza di un popolo martoriato come quello palestinese. Stritolato, com’è, da una potenza regionale come Israele e dai giochi politici di altre potenze regionali. A cominciare dall’Iran. Lutti e devastazioni che riportano alla mente altre drammatiche immagini e ricordi del secolo scorso. E così per l’invasione dell’Ucraina. Impensabile che potesse accadere nel XXI secolo nel nostro Vecchio Continente. Eppure è successo. Così come la violenza gratuita degli antagonisti ieri a Bologna, giustificata dal presidio della destra estrema di CasaPound e Rete dei Patrioti. I quali, piaccia o meno, hanno pure loro il diritto di manifestare pacificamente. La verità è che la violenza, gratuita o ipocritamente giustificata, va condannata. Comunque e sempre. Non ha colori. In quanto tale, mai tollerata o giustificata. E si può e si deve lottare pacificamente contro chi la usa. Così come dissentire rispetto a quanti la pensano in modo diverso. Una lezione, in questo senso, viene proprio da Bologna, dove un gruppo di cittadini ha protestato contro il presidio dell’estrema destra intonando le note di “Bella ciao”. In fondo, la storia siamo noi anche quando ribadiamo così, in modo pacifico ma con forza, i valori della democrazia, della libertà e della dignità della persona umana.