Confessiamo che la “Intelligenza Artificiale – IA” è un argomento che quasi ci spaventa.
Sebbene di essa si parla già da qualche decennio, nell’immaginario collettivo è un problema ostico da affrontare, principalmente per il timore che un qualsiasi accidente (nel senso di caso, circostanza, combinazione, evenienza, evento) che possa andare a sostituire il cervello dell’uomo, viene considerato una sciagura.
Un po’ quello che accadde quando furono introdotte sul mercato le prime macchine elettrocontabili (parliamo degli anni ’50 del secolo scorso) che tanti definirono una iattura, per il timore che avrebbero influito pesantemente sugli organici aziendali che sarebbero stati ridotti.
Non fu così, ma ce ne saremmo resi conto solo dopo alcuni anni.
Anzi fu esattamente il contrario perché si crearono nuove figure di specialisti che progettarono nuove macchine e nuove tecniche, o che contribuirono ad addestrare gli utilizzatori.
Talché, se pure in alcuni settori il personale andò a diminuire, ciò venne compensato dalle nuove figure di specialisti; e da allora il travaso non si è mai arrestato.
George Orwell
Qualche visionario futurista, come ad esempio, George Orwell, sin da secolo precedente ha ipotizzato stravolgimenti profondi dovuti alla informatizzazione, cose che poi sono effettivamente avvenute dopo, ma gradualmente in modo che la gente si è poco alla volta assuefatta ai mutamenti.
Citiamo Orwell, giornalista e opinionista politico e culturale, prolifico saggista ed attivista politico-sociale, perché è uno dei maggiori prosatori in lingua inglese del XX secolo, e la sua grande fama è dovuta in particolar modo alla sua ricca realtà fantascientifica e fantapolitica, tale da aver dato luogo alla nascita dell’aggettivo «orwelliano», oggi ampiamente usato per descrivere anche meccanismi di controllo del pensiero; ci piace citarlo non per narcisismo, ma solo perché riteniamo che abbia reso meglio di altri la percezione del pensiero del futuro.
Siamo convinti che, così come in passato, gradualmente ci abitueremo anche alla IA, che ora ci spaventa, ma della quale in futuro potremo certamente godere i benefici.
L’Intelligenza Artificiale è una branca dell’informatica che si occupa di sviluppare macchine capaci di svolgere operazioni talmente complesse da avvicinarsi alla capacità dell’intelligenza umana, come ad esempio capire un discorso, prendere decisioni e riconoscere oggetti.
La IA ha rivoluzionato il XXI secolo, cambiando il mondo in cui viviamo.
Nonostante non sia più una novità, dato che di essa si parla ormai da decenni, continua a essere un argomento molto dibattuto e studiato, e sicuramente possiamo considerarla la più straordinaria e complessa creazione a cui l’uomo abbia mai dato vita.
È innegabile il suo impatto sulla società moderna, dai dispositivi intelligenti che utilizziamo quotidianamente ai mezzi di trasporto autonomi, passando per lo sviluppo dell’e-commerce e fino all’assistenza e alle diagnosi mediche.
Sono molte le sfere della vita umana che oggi beneficiano delle capacità della IA e questo si traduce in un aumento dell’efficienza, della precisione e della velocità nelle attività quotidiane.
La tecnologia IA ha creato nuove opportunità e nuove professioni, consentendo all’umanità di affrontare questioni critiche e progredire in ambiti che fino a qualche tempo fa sembravano unicamente appannaggio dell’intelletto umano.
Ciò, naturalmente, non significa che essa stia soppiantando il genere umano, ma piuttosto che sta lavorando a nostro favore e ciò si riflette in un presente sempre più agevolato e in un futuro sempre più avanzato.
In un prossimo commento esamineremo gli attuali tipi di IA.