scritto da Redazione Ulisseonline - 26 Febbraio 2015 09:10

Cava, manifesto satirico del PD: “Gravagnuolo e Cirielli sposi”

In città, inutile negarlo, è l’argomento politico del momento. Parliamo dell’intesa per un’inedita e clamorosa alleanza elettorale, ma forse anche politica e programmatica, tra destra e sinistra, tra Edmondo Cirielli e Luigi Gravagnuolo, tra Fratelli d’Italia e Città Democratica. Le nozze politiche, che lo stesso Gravagnuolo, in un suo articolo pubblicato l’altro ieri su Cronache del Salernitano, ha scherzosamente definito “peccaminose”. Un matrimonio che ha il sapore del proibito e che sta stuzzicando la fantasia dei cavesi e l’inciucio di sotto i portici.

In questo contesto politicamente pruriginoso, nella giornata di ieri è impazzato sui social un manifesto satirico del PD dal titolo “Nella vita… mai dire mai” che ritrae, in un gustoso fotomontaggio, Gravagnuolo e Cirielli in abito da sposi accompagnati rispettivamente da due singolari damigelle: Stefano Cicalese, attuale candidato sindaco di Città Democratica, e Fabio Siani, portavoce cittadino di Fratelli d’Italia.

manifesto pdUna presa in giro, tutto sommato simpatica e divertente, di una vicenda politica che, al contrario, crea non pochi problemi ed imbarazzi.

A farsene interprete, con la sua consueta onestà intellettuale e intelligenza politica, è lo stesso Gravagnuolo, il quale nell’editoriale citato all’inizio, dal titolo inequivocabile, “Peccaminose nozze”, parte da molto lontano, e cioè dalla sua vittoria elettorale del 2006.

Gravagnuolo, infatti, ricorda che non andava in giro a fare tessere per un partito o per costruire il centro sinistra, ma cercava “persone disposte a mettersi in campo per la rinascita della nostra città”.

“A me -continua- non pareva (non è mai parsa) un’idea “di sinistra”. Solo un’idea di città, un’idea civica più che ideologica. Tenni a sottolinearlo già in quella campagna elettorale, sia accettando di buon grado la convergenza anche con pezzi di estrema destra, di cui valorizzai con convinzione l’apporto, (La Città Unita di Alfonso Senatore), sia esigendo che non fosse presente sulla scheda elettorale il simbolo dei DS”.

Per farla breve, Gravagnuolo rivendica una scelta civica compiuta in tempi non sospetti già nel 2006: “Durante il mio sindacato accentuai sempre più la caratterizzazione civica dell’amministrazione, fino a sciogliere il vincolo di fedeltà al patto tra partiti del 2005, a dimettermi ed a chiedere il voto su un progetto di democrazia locale senza i partiti”.

Insomma, un progetto civico che viene da lontano. “Per cinque anni -prosegue ancora Gravagnuolo- insieme a quei pochi che fin d’allora vollero condividere la mia posizione e con i quali diedi vita a Città Democratica, ho continuato a rivolgere appelli ai Cavesi a non dividerci su basi ideologiche, tra destra, sinistra e centro, ma a confrontarci da persone libere sui problemi della città e su un progetto valido per il suo futuro. “Né a destra, né a sinistra – abbiamo detto tante volte – i nostri unici nemici sono i problemi dei Cavesi”.

Ad ogni modo, per Città Democratica è ormai giunta “l’ora delle decisioni irrevocabili”, tant’è che lo stesso Gravagnuolo, quale portavoce, ha convocato l’assemblea dell’associazione per domani sera, venerdì 27 febbraio, alle 18. In un messaggio inviato agli aderenti, Gravagnuolo avverte che sull’argomento “la discussione è in corso e io non credo che il coordinamento possa prendersi la responsabilità da solo di decidere per l’intera associazione; né nel senso di chiudere un’intesa, né nel senso di farla saltare.Siamo insomma  ancora pienamente a tempo per prendere altre strade, se l’assemblea volesse decidere in questo senso. Dobbiamo perciò riunirci, guardarci negli occhi, parlarci con franchezza”.

In altre parole, la decisione è più sofferta di quanto si possa credere.

D’altra parte, è lo stesso Gravagnuolo a non nascondere le difficoltà. “Non sono così ingenuo -scrive sempre nel suo editoriale- da far finta che non esistano differenze tra destra e sinistra sui grandi temi del mondo contemporaneo. E non c’è ombra di dubbio che, su questi, io condivida nove volte su dieci le posizioni della sinistra e che spesso mi indigni addirittura per certi impulsi forcaioli, xenofobi e razzisti presenti nella destra italiana ed europea.

“Non partecipo però, e non da oggi -conclude- alla superba spocchia di certa sinistra, che considera tutte le persone di destra come ignoranti, immorali, corrotte e rampanti. Un senso di superiorità morale che non trova appiglio in nessuna manifestazione della vita politica contemporanea, atteso che corruzione, rampantismo ed ignoranza sono equamente distribuite tra tutte le parti politiche. Insomma, ci sono persone per bene, colte e animate da spirito di servizio a destra come a sinistra, e viceversa”.

In linea di principio, le riflessioni di Gravagnuolo sono più che condivisibili. Resta da capire, però, come si conciliano alcune diversità di vedute tra destra e sinistra su alcuni aspetti concreti. Ad esempio, sull’abusivismo edilizio e sulla gestione del territorio, ma anche in tema di promozione culturale o di gestione dei servizi sociali, oppure sull’acquisto dell’ ex Cofima, o, in tema di sicurezza, qual è l’atteggiamento verso gli extracomunitari, soprattutto di quelli ai semafori cittadini, prevarrà la linea xenofoba della Le Pen o quella dell’accoglienza e della tolleranza che da destra viene qualificata come catto-comunista?

In conclusione, ammesso che siano superate del tutto le barriere ideologiche e la spocchia antropologica di una certa sinistra, qualche differenza pratica e culturale tra destra e sinistra resta. E il solco forse non sarà profondo, ma comunque c’è.

 

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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