Una querelle interminabile!
I dossi artificiali, conosciuti anche come dissuasori di velocità o rialzi, rappresentano un elemento chiave della sicurezza stradale.
Sono previsti anche dal Codice della Strada (articoli 42 e 179) e, pur suscitando reazioni contrastanti, la loro funzione è fondamentale: far decelerare i veicoli in zone critiche.
Più volte abbiamo parlato della necessità di installarli sulle strade cavesi, anche urbane, di intenso traffico o particolarmente pericolose; in altre città, pure non lontane dalla nostra, sono stati adottati e sembra abbiano ottenuto i risultati auspicati, vale a dire rendere le strade meno pericolose per automobilisti e pedoni.
La necessità è di salvare vite umane, sempre troppo esposte, e di evitare i contenziosi e i relativi costi che, in caso di incidenti dovuti alla velocità, sono la normale conseguenza.
Nella nostra città l’annoso problema esiste in molte zone, sia centrali (lungo Corso Guglielmo Marconi e Via Palatucci) sia su tratti centrali-periferici, come la SS18 Tirrena inferiore, che per un lungo tratto è stata rinominata come Via XXV luglio, la quale, venendo da Nord, parte poco dopo il McDonald’s e finisce a Piazza San Francesco.
Ma il problema esiste anche lungo strade considerate secondarie, come, ad esempio, la lunga bretella di via delle Arti e dei Mestieri, che parte dall’ex Palazzetto dello Sport e finisce al vecchio inceneritore; nonostante i ben visibili segnali di limitazione di velocità, di due rotatorie e di qualche ulteriore ostacolo che costringono a rallentare, gli automobilisti ignoranti (che ignorano i segnali e la prudenza) sfrecciano come su un circuito di formula 1, per poi rallentare nei pressi dell’ex inceneritore e riprendere la corsa su Via Randino che collega Cava a Nocera Superiore.
In verità il problema esiste anche sul lato opposto, dopo Piazza San Francesco, direzione Salerno, che per un tratto rientra nella competenza del Comune metelliano, e pure questo tratto non è esente da incidenti quasi quotidiani, spesso mortali, che sono puntualmente segnalati dalla cronaca locale e provinciale.
Tutte queste tristi vicende potrebbero essere evitate con l’utilizzo dei rallentatori i quali altrove sono stati da tempo adottati con favorevoli risultati: ma a Cava vengono visti come il diavolo vede l’acqua santa.
Più volte abbiamo chiesto all’amministrazione cittadina il perché, ma abbiamo avuto sempre risposte evasive, tra il “non è consentito” e “stiamo valutando”, valutazioni eterne, mentre gli incidenti, e feriti e i morti continuano quotidianamente.
Ora, per cercare di capire la problematica, ci siamo avvalsi delle opinioni di esperti, partendo comunque dalle disposizioni del Codice della Strada che li prevede agli articoli 42 e 179.
Il Regolamento di esecuzione ed attuazione di tale Codice dispone che «su tutte le strade, per tutta la lunghezza della carreggiata, ovvero per una o più corsie nel senso di marcia interessato, si possono adottare sistemi di rallentamento della velocità costituiti da bande trasversali ad effetto ottico, acustico o vibratorio, ottenibili con opportuni mezzi di segnalamento orizzontale o trattamento della superficie della pavimentazione.
La norma stabilisce anche le caratteristiche tecniche che devono avere questi dispositivi (dimensioni, materiali impiegati, modalità di segnalazione, ecc.).
Ma successivamente il Codice parla con linguaggio burocratico, scrivendo cose ovvie e altre opinabili: e qui incominciano i problemi.
Trascuriamo le cose ovvie e sensate, e parliamo di quelle opinabili.
**I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residence, ecc. purché con velocità non superiore a 50km/h; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati.
Il nostro commento: Strade residenziali? Parchi pubblici e privati? Nei residence? Cioè dove non servono?
**E’ vietato l’impiego dei dossi artificiali «sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento».
Il nostro commento: vietare i dossi su itinerari preferenziali dei veicoli adibiti al soccorso è pura follia; sarebbe stato meglio disporre di lasciare libero uno spazio destinato ai veicoli del soccorso.
**Devono esse fortemente ancorati alla pavimentazione, onde evitare spostamenti o distacchi dei singoli elementi o parte di essi, e devono essere facilmente rimovibili.
Il nostro commento: è ovvio che debbano essere fortemente ancorati, meno ovvio che debbano essere facilmente rimovibili!
**Infine, tutti i tipi di rallentatori –sia quelli prefabbricati, manufatti di plastica o gomma, sia quelli strutturali inseriti come rialzo della pavimentazione stradale asfaltata– sono posti in opera previa ordinanza dell’ente proprietario della strada che ne determina il tipo e la ubicazione: occorre, quindi, sempre un provvedimento amministrativo.
Il nostro commento: questa è una oggettiva difficoltà perché non sempre le strade pericolose sono di proprietà dei comuni, alcuni tratti possono essere provinciali o regionali, e i comuni, maggiormente interessati alle installazioni, si potrebbero trovare a dover vincere le resistenze di Provincie e Regioni.
In base a quanto abbiamo letto finora, sembra che in tutto il nostro Comune, e in tanti altri, nessuna strada potrebbe essere dotata di dissuasori, ed è probabile che proprio questa teoria abbia frenato l’amministrazione metelliana dal prendere a cuore l’argomento.
Ma se così fosse, probabilmente non molti comuni italiani avrebbero potuto utilizzare i dissuasori, cosa non vera in quanto moltissimi lo hanno fatto nel superiore interesse della salvaguardia della vita dei cittadini.
Il Ministero dei Lavori Pubblici ha chiarito che, nel collocare i dossi artificiali, occorre anche tenere presenti le condizioni climatiche, per evitare, ad esempio, che in inverno il passaggio di mezzi sgombraneve li danneggi, oppure che il loro sormonto da parte delle ruote dei veicoli sgombraneve possa generare pericolose vibrazioni nelle zone circostanti ed eventualmente danneggiare edifici o gli stessi veicoli oltre alle strade.
Il nostro parere è che questa è la più sensata obiezione contraria all’utilizzo dei dissuasori in quanto ostacolerebbero il lavoro dei mezzi sgombraneve: ma in questi casi dovrebbe essere opera degli Enti proprietari delle strade rimuovere i dissuasori prima che cominci a nevicare, e rimontarli quando inizia il periodo caldo.
In conclusione, continueremo ad insistere con il Comune, nel superiore interesse dei cittadini, affinché esca dal torpore che anche in questo campo lo avvolge.