Cava de’ Tirreni, le macerie di Servalli & C.
Dopo le macerie politiche, amministrative e contabili provocate dal governo Servalli, occorrerà ricostruire. Questa è la vera sfida
Siamo ai titoli di coda per l’Amministrazione Servalli? Sembrerebbe di sì, ma in concreto non lo è affatto.
Certo, i mal di pancia in maggioranza ci sono e aumentano giorno dopo giorno, ma non ci sembra che ci sia davvero la volontà di rompere definitivamente il giocattolo e mandare anzitempo a casa Servalli.
In quest’ultima vicenda si è sovraesposto il professore Lamberti, che ieri in Consiglio comunale è sembrato come l’unico che non vuole staccare la spina. La verità, però, è che non è il solo. Nessuno in maggioranza pensa di farlo.
E allora? Servalli con il suo finto buonismo condito di cinismo e opportunismo, continuerà a fare quello che vuole, come un abile giocatore delle tre carte. D’altra parte, è bravo ma ha anche gioco facile nel divide et impera. Di fronte, si trova gente che vuole restare abbarbicata alla propria poltroncina. Non tanto per gestire chissà cosa, ma soprattutto perché non può fare diversamente. Non solo. E’ gente consapevole che alla prossima tornata elettorale rischia di essere spazzata via. E che, al di là delle loro responsabilità e delle loro qualità, è conscia di trovarsi in una situazione di impotenza, dove come nelle sabbie mobili più ci si agita più si va giù. Meglio, quindi, restare immobili al proprio posto. E, quindi, resistere, resistere, resistere.
Cosa succederà allora? Immaginiamo, come stiamo ripetendo da un po’, che ci sarà una ricomposizione, più o meno duratura, in maggioranza. E’ questo nell’ordine delle cose. Immaginate una zattera alla deriva cui sono aggrappati una ventina di persone? Ognuno pensa di ricavare la migliore posizione sulla precaria e incerta imbarcazione, ma nessuno è così folle da agitarsi tanto da farla colare a picco. E’ una questione di sopravvivenza. E’ normale, insomma. Poi, su tutto ciò si possono scrivere le più fantasiose teorie politiche e filosofiche del migliore giustificazionismo, ma la realtà dei fatti non muta.
Questa consiliatura, abbiate fede, finirà così, per consunzione. Si spegnerà come una candela che si consuma fino in fondo.
Motivo in più per l’opposizione, ma anche per i partiti della stessa maggioranza, pensare più in prospettiva che al presente. Nella speranza che tutti facciano tesoro di quanto è accaduto in questi ultimi anni, ma più in generale negli ultimi due decenni, in cui la città è arretrata sempre più perché giorno dopo giorno è venuta meno la politica. E gradualmente sempre più modesta è stata nel suo insieme la classe politica che ha governato.
Su questo, però, sarebbe auspicabile che ci si misurasse tanto a destra, che si prepara a governare, quanto a sinistra e, se davvero ci sono, tra i civici.
In fondo, dopo le macerie politiche, amministrative e contabili provocate dal governo Servalli, occorrerà ricostruire.
Questa è la vera sfida per la politica cittadina. Il resto sono solo chiacchiere da bar.