scritto da Nino Maiorino - 26 Giugno 2024 06:59

Dieci truffe finanziarie più grandi della storia: le altre cinque

In data 22 giugno abbiamo pubblicato la prima parte di una interessante indagine, fatta dal blog economico-finanziario Money, riguardante le dieci più grandi truffe che hanno sconvolto il mondo, limitandoci a riportare solo le prime cinque (vedi https://www.ulisseonline.it/controluce/le-dieci-truffe-finanziarie-piu-grandi-della-storia/ )

Ora completiamo raccontando le altre cinque.

 

6) Wells Fargo

La sesta truffa è stata opera della mega-banca statunitense Wells Fargo, la quale, il 16 maggio 2023 ha accettato di pagare 1 miliardo di dollari per risolvere una class-action che l’accusava di aver truffato gli investitori sui progressi compiuti dalla banca dopo uno scandalo dei conti falsi del 2016: la richiesta originaria era di 3 miliardi di dollari.

La Wells Fargo era stata fondata nel 1934 dal Presidente Franklin Delano Roosevelt.

Nel 2016, il Consumer Financial Protection Bureau ha imposto una multa di 100 milioni di dollari a Wells Fargo.

La SEC (Securities and Exchange Commission) è l’Ente Federale Statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori; il primo presidente era stato Joseph P. Kennedy, padre del Presidente John Fitzgerald Kennedy.

I funzionari hanno dichiarato che i dipendenti di Wells Fargo, oberati di lavoro, erano stati incentivati ad aprire circa 2 milioni di conti falsi a nome dei clienti.

Alla fine la iniziativa è stata attribuita al senior management e ha incrementato i profitti bancari a breve termine.

Tuttavia, nel lungo termine, ha danneggiato il brand dell’azienda e allontanato i clienti.

Nel marzo 2023, l’ex capo della sezione ratail e prestiti alle piccole imprese, Carrie Tolstedt, l’unico dirigente ad affrontare le accuse penali nello scandalo, si è dichiarato colpevole dell’accusa di ostruzione.

Il 15 settembre ha ricevuto tre anni di libertà vigilata e una multa di 100.000 dollari, senza carcere.

Anche la Wells Fargo poi è stata condannata a pagare 3,7 miliardi di dollari nel dicembre 2022 a causa di «attività illegali» che comportavano la cattiva gestione di 16 milioni di conti clienti.

Secondo il CFPB (Consumer Financial Protection Bureau – Ufficio di Protezione dei Consumatori), Wells Fargo ha ripetutamente ed erroneamente applicato pagamenti

di prestiti, ha pignorato ingiustamente case e veicoli recuperati illegalmente, ha valutato erroneamente commissioni e interessi e ha addebitato commissioni sullo scoperto a sorpresa.

 

7) Bernie Madoff

L’ex gestore di fondi di New York City Bernie Madoff è morto in prigione nell’aprile 2021 all’età di 82 anni.

Ma la sua storia è stata messa sotto i riflettori nel 2023 con il documentario Netflix «Madoff: Il mostro di Wall Street», che racconta la sua storia, ovvero la mente dietro il più grande schema Ponzi mai esistito.

Madoff, ex presidente del Nasdaq (indice azionario dei valori di borsa statunitensi), con stretti legami con le autorità di regolamentazione del governo statunitense, negli anni ’80 e ’90 era una leggenda a Wall Street.

La sua società, Bernard L. Madoff Investment Securities LLC, era il sesto market maker (garanzia di negoziabilità di determinati titoli) delle azioni dello S&P 500.

Nel corso di 17 anni, Madoff, assistito dai manager dell’azienda e dal personale del back office, ha gestito un enorme schema Ponzi che prometteva agli investitori dei rendimenti strabilianti.

Madoff e il suo team fingevano di effettuare le compravendite sul mercato e creavano dei conti di intermediazione finti, intascando il denaro degli investimenti.

Nel 2008, al culmine della Grande Recessione, la fortuna di Madoff finì: una corsa ai depositi e la conseguente indagine rivelarono che la sua azienda aveva rubato oltre 19 miliardi di dollari a 40.000 investitori.

Madoff fu arrestato, accusato di 11 capi d’accusa di frode, dichiarato colpevole e condannato a 150 anni di carcere nel giugno 2009.

 

8) Ivan Boesky

Gli anni ’80 furono prolifici sul fronte delle frodi finanziarie.

Ivan Boesky è stato uno dei primi trader di Wall Street ad andare in prigione con l’accusa di insider trading (compravendita di strumenti finanziari sulla base di informazioni riservate utilizzate per il proprio interesse).

Boesky ha affinato la sua arte come trader all’inizio degli anni ’80, specializzandosi sulle lucrose opportunità di arbitraggio.

Soprannominato «Ivan il Terribile», Boesky ha guadagnato oltre 200 milioni di dollari investendo in acquisizioni e fusioni aziendali.

Nel 1985, la SEC (Securities and Exchange Commission) accusò Boesky di aver tratto profitto illegalmente dall’insider trading, accusandolo di aver acquisito azioni e futures di società sulla base di suggerimenti provenienti da addetti ai lavori.

Un anno dopo Boesky fu dichiarato colpevole e, sulla base di un patteggiamento, che prevedeva che l’uomo registrasse delle telefonate con altri habitué dell’insider trading, tra cui il re dei titoli spazzatura Michael Milken, «Ivan il Terribile» fu condannato a tre anni e mezzo di prigione. Gli è stata inoltre comminata una multa di 100 milioni di dollari e ordinato di non lavorare mai più nel settore.

Si dice che Boesky abbia ispirato il personaggio cinematografico Gordon Gekko, interpretato dall’attore Michael Douglas nel film del 1987 «Wall Street».

 

9) Il caso Enron

Un altro grande caso di truffa finanziaria è quello di Enron, soprannominata «l’azienda più innovativa d’America» dalla rivista Fortune ogni anno dal 1996 al 2001.

Fondata nel 1985, ha fatto fortuna commerciando gas naturale e altre materie prime e nel 1999 ha persino lanciato la propria piattaforma di scambio di materie prime digitali.
Nell’agosto del 2000, le azioni Enron raggiunsero il massimo storico a 90 dollari, ma solo un anno dopo Sherron Watkins, un dirigente finanziario di Enron, avvertì il CEO Ken Lay che stava per scoppiare un enorme scandalo contabile che avrebbe potuto far crollare l’intera azienda.

Nel corso delle indagini della SEC (Securities and Exchange Commission), nel novembre 2001 Enron ammise di aver sovrastimato i profitti di quasi 600 milioni di dollari.

Nel giro di circa due mesi, la società dichiarò bancarotta e il Dipartimento di Giustizia avviò un’indagine penale.

Prima di annunciare il fallimento, Enron tagliò 4.000 posti di lavoro e molti ex dipendenti videro i loro piani pensionistici prosciugati.

Uno dei risultati della saga Enron fu l’approvazione del Sarbanes-Oxley Act del 2002, che stabilì regole sulla contabilità più severe per le società quotate in borsa.

 

10) Il Banco Ambrosiano

 

E torniamo a casa nostra, con un caso tutto italiano nella classifica di Money.it: parliamo del crac del Banco Ambrosiano nel 1982.

Il Banco Ambrosiano era una delle più importanti banche private d’Italia, con estese connessioni internazionali, incluso il Vaticano tramite l’Istituto per le Opere di Religione (IOR).

La crisi scoppiò con il fallimento della banca a causa di debiti per circa 1.400 miliardi di lire italiane (un importo enorme per l’epoca e anche ora), causando un grande scandalo finanziario che ebbe ripercussioni in tutto il sistema bancario italiano e internazionale.

L’elemento centrale fu la scoperta di enormi buchi nei bilanci della banca, dovuti a prestiti non garantiti concessi attraverso società offshore, spesso legate a figure e istituzioni di alto profilo, incluso lo IOR.

Il presidente della banca, Roberto Calvi, soprannominato «il banchiere di Dio» per le sue strette connessioni con il Vaticano, fu trovato morto a Londra sotto il Blackfriars Bridge (il Ponte dei Frati Neri) in circostanze misteriose pochi giorni dopo il fallimento della banca, un evento che aggiunse un ulteriore livello di mistero e intrigo al caso. La sua morte fu inizialmente trattata come suicidio, ma successivamente venne sollevata l’ipotesi di omicidio.

Lo scandalo coinvolse numerosi altri soggetti e istituzioni, tra cui Michele Sindona, un altro banchiere con legami con la mafia e il Vaticano, che fu condannato per aver manipolato il mercato azionario e causato il fallimento di un’altra banca italiana, Banca Privata Finanziaria.

Le indagini e i processi che seguirono il crac del Banco Ambrosiano rivelarono una rete complessa di frodi finanziarie, riciclaggio di denaro e corruzione che coinvolgeva figure di alto livello nel mondo finanziario, politico e religioso.

Nonostante gli sforzi investigativi, molte domande sul crac del Banco Ambrosiano e sulla morte di Roberto Calvi rimangono senza risposta e l’intero scandalo è diventato uno dei più oscuri e complessi capitoli della storia finanziaria italiana.

Michele Sindona morì avvelenato nel Carcere di Massima Sicurezza di Voghera il 22 marzo 1986, probabilmente sucida.

Girovagando sul web abbiamo scoperto tante altre truffe miliardarie, ma ci fermiamo qui per evitare di tediare, e magari mandare in panico, i nostri lettori.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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