La data del solstizio non è fissa, ma varia tra il 20 e 21 giugno. Questo perché ogni anno il solstizio ritarda di sei ore rispetto all’anno precedente, ma si riallinea ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, pensato proprio per evitare lo sfalsamento tra le stagioni e il calendario.
E’ un evento di particolare importanza sin dall’antichità, salutato come l’inizio di un nuovo periodo di vita, che gli uomini hanno celebrato con riti e festeggiamenti. I solstizi, infatti, nell’antichità venivano festeggiati un po’ ovunque dai popoli pagani, dalla Grecia, all’America precolombiana. Il complesso monumentale di Stonehenge, in Inghilterra, è il fulcro dei misteri legati al solstizio e all’equinozio: le pietre che lo compongono (monoliti che raggiungono le 50 tonnellate) sono infatti allineate in corrispondenza dei punti in cui il sole sorge in quei particolari giorni, motivo per cui è stato ipotizzato che il sito fosse un antico osservatorio astronomico. Tuttavia, non si sa molto su Stonehenge: la tradizione più popolare la associa al culto dei druidi (alti sacerdoti celtici), che istituirono il sito come luogo di sacrifici. Tuttavia, la datazione al radiocarbonio ha dimostrato che il monumento è stato eretto almeno un millennio prima che i Celti abitassero nella zona. Di certo si sa solo che il popolo che lo costruì aveva grandi e profonde conoscenze astronomiche e matematiche.
In età precristiana, infatti, questo giorno era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da qui l’usanza di trarre dei presagi. Il Sole, simbolo del fuoco divino, entrava nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna, dando origine all’unione delle due opposte polarità che si incontravano. Il Sole era considerato la parte maschile e la Luna quella femminile.
Nell’antica Grecia, invece, i due solstizi erano chiamati “porte”: “Porta degli uomini” l’estivo e “Porta degli dei” l’invernale; attraverso la prima si entrava nel mondo materiale della creazione, mentre attraverso la seconda si entrava nel regno divino e soprannaturale.
Nei paesi anglosassoni questo tempo viene chiamato Midsummer, mezza estate, e Shakespeare nel suo “Sogno di una notte di mezza estate” ne ha raffigurato l’aspetto magico facendo fondere sogno e realtà. E’ la sua commedia più enigmatica e più colma di significati nascosti e di metafore ardite. Una notte magica, in cui il sogno si mescola con la realtà, il bosco con la città, uomini e donne con fate ed elfi.
La religione cattolica divenne ben presto conscia dell’importanza di questo periodo e dei festeggiamenti ad esso associati, così ai riti pagani sostituì le proprie celebrazioni e il solstizio d’estate divenne la festa di San Giovanni Battista (24 giugno). Il “sole che rotola via” è associato, in un certo senso, alla testa del Santo decapitato, che nella memoria religiosa si sovrappone al Sole che cambia direzione e, proprio per l’antica credenza che il Sole (fuoco) si sposa con la Luna (acqua), gli attributi principali di San Giovanni sono il fuoco e l’acqua con cui battezzava
Il gran numero di usanze e piccoli rituali tuttora vivi testimoniano che il solstizio estivo resta uno dei periodi più amati e profondamente intessuti nella cultura popolare. La natura, durante questo periodo, è al massimo del suo rigoglio e da sempre, per gli esseri umani, favorisce tutto ciò che riguarda la fertilità e l’amore.