scritto da Pasquale Petrillo - 13 Giugno 2024 17:27

Cava de’ Tirreni, i fascistelli di piazza Abbro

E' grave quello che è accaduto. Lo è perché non si nega un evento aperto alla partecipazione dei cittadini. A meno che non ci siano motivi di ordine pubblico, di sicurezza

Ora abbiamo davvero toccato il fondo. Negare da parte del Comune una propria struttura per un incontro politico promosso da un’organizzazione civica, è indubbiamente un evento a dir poco preoccupante clicca qui per leggere. E’ del tutto irrilevante se, in punto di diritto, la manifestazione si poteva o meno svolgere in ragione di quanto statuito dalla convenzione stipulata tra il Comune proprietario e il concessionario. La questione è di ordine politico. Solo e squisitamente di natura politica. Con buona pace della convenzione. Del diritto. Del dirigente comunale. Dell’Avvocatura comunale.

E’ grave quello che è accaduto. Lo è perché non si nega un evento aperto alla partecipazione dei cittadini. A meno che non ci siano motivi di ordine pubblico, di sicurezza o per ragioni tali da porre in pericolo l’incolumità dei partecipanti. In ogni caso, se ci fosse qualsiasi valido motivo, il diniego doveva essere accompagnato da parte del Comune di un’immediata proposta di individuazione di un altra adeguata location. Altrimenti, è legittimo pensare che a trionfare sia la pretestuosità. La ricerca dell’utile cavillo per negare quel che non andava vietato.

E’ avvilente quello che è accaduto. Lo è a maggior ragione perché tra i promotori vi è un consigliere comunale che ha concorso all’elezione del sindaco Servalli, ma che legittimamente si è allontanato dalla maggioranza per sedere nei banchi dell’opposizione. E’ facile immaginare che in questo modo sia stata consumata da Servalli e dai suoi una volgare vendetta. Ci auguriamo che non sia così anche se, come insegnava Andreotti, che in materia era un maestro, a pensar male si fa peccato ma quasi sempre s’indovina.

E’ triste, però, anche constatare come si sia stati così solleciti e perfettini in questa occasione e poi su ben altre situazioni si chiudano gli occhi in modo odiosamente prosaico e tracotante. Siamo proprio sicuri che nelle proprietà comunali date in concessione tutto avvenga come da convenzione? Stendiamo un velo pietoso, che è meglio. Inutile dire che, come spesso accade, ci sono due pesi e due misure. A riprova dell’arroganza del potere.

E’ sorprendente, poi, quello che è accaduto. Non fosse altro perché mai potevamo immaginare tanta stoltezza nel prendere una decisione che si rivelerà un boomerang per l’Amministrazione comunale. Anzi, nei panni degli organizzatori del convegno ringrazierei per tanta sconsideratezza politica. Il clamore di questo diniego si rifletterà positivamente sugli organizzatori e sul convegno stesso. Le persone colte, in questo caso, parlano di eterogenesi dei fini.

Non c’è molto altro da dire. In verità, nonostante tutto, ci auguriamo che dietro questo diniego non ci sia alcuna motivazione politica. In altre parole, che tutto quanto sia solo il frutto di un eccesso di zelo burocratico.

Potrebbe pure essere. Anzi, noi ci sforziamo di pensare che sia proprio così.

In questo caso, il sindaco Servalli può ancora porre rimedio a questo fatto increscioso e disdicevole soprattutto per lui. Ha l’autorità e i poteri per farlo. Adducendo ragioni di opportunità, politiche e di buon senso. D’altra parte, non gli costerebbe molto. Il nostro primo cittadino è un socialista rosselliano, convinto assertore del socialismo liberale e ammiratore dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, uccisi per mano fascista nel 1937 in Francia. Fossimo al suo posto ci guarderemmo bene prima di passare come uno squadrista in salsa locale e da primo cittadino che nega un pubblico incontro. In altre parole, di correre il rischio di essere tacciato come il novello fascistello di piazza Abbro.

Ci auguriamo che Servalli mostri tutte le sue qualità democratiche. In una stagione politica in cui sembra di ritrovare fascisti a destra e manca, assicurarci di non aver un sindaco fascista non è cosa da poco. Almeno un potenziale fascista in meno.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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