Cava de’ Tirreni, il documento politico dei dodici della maggioranza contro il sindaco Servalli: folgorati come San Paolo sulla via di Damasco?
Come suggeriva Max Weber, fra di loro “alcuni vivono per la politica, molti della politica”. In altre parole, se tra i firmatari c'è più d'uno che merita rispetto e la dovuta considerazione, anche politica, ci sono in tanti che di politica vive o spera attraverso di essa di acchiappare qualcosa
Da dove cominciamo? E’ difficile anche il solo tentativo di fare il punto della situazione politica cittadina dopo l’implosione della maggioranza che sostiene Servalli. Era tutto pronto per la rimodulazione delle deleghe agli assessori. Pochissima cosa, in verità, assai inutile e quasi un insulto per la città. Poi, il documento politico firmato da dodici (come gli apostoli, ma solo nei numeri) esponenti della maggioranza che chiedono conto e ragione a Servalli clicca qui per leggere.
Ora tutto è in alto mare.
Poche le cose certe. La prima, è che la maggioranza di Servalli è del tutto in frantumi. La seconda, e non è cosa trascurabile, è che il grosso dei firmatari fanno capo al Pd. Siamo all’inizio della fine o è solo l’inizio di un altro atto di questa commedia che sta diventando per la città sempre più una tragedia?
Un nostro autorevole lettore ci ha scritto rendendoci partecipi del suo pensiero in proposito: “ho riflettuto su come definire la situazione: comica… tragica… incomprensibile… farsesca…, ma forse il termine giusto è surreale. Mi sembra l’asilo infantile, ma qualcuno, tra questi, ha un po’ di dignità e (non dico amore per la città) ma amor proprio. Non ce li meritiamo”.
Un giudizio durissimo, ma gli si può dar torto? Forse solo sul fatto che sì, ce li meritiamo.
Un altro nostro lettore, non meno autorevole, ha commentato in modo lapidario: “ridicoli”.
Reazioni comprensibili. Tuttavia, riteniamo che la vicenda meriti un’analisi meno tranchant e sommaria. Nel senso che occorre sforzarsi di capire le ragioni, le cause, le motivazioni e gli obiettivi che sono alla base della scelta operata dai firmatari di questo documento politico indirizzato al sindaco Servalli.
Partiamo da un dato. C’è da fare innanzi tutto qualche distinzione tra i firmatari. Come suggeriva Max Weber, fra di loro “alcuni vivono per la politica, molti della politica”. In altre parole, se tra i firmatari c’è più d’uno che merita rispetto e la dovuta considerazione, anche politica, ci sono in tanti che di politica vive o spera attraverso di essa di acchiappare qualcosa. C’è poi chi è stato un disastro come assessore e chi ha combinato disastri contabili da una decina di anni a questa parte. Tutti, però, hanno comunque il diritto di dire la loro. In ogni caso. In politica e in democrazia è così.
Per il resto che dire? Il documento è scritto indubbiamente bene ed è più che accettabile nei contenuti. Oddio, si potrebbe obiettare che questa presa di coscienza nei riguardi dell’inaffidabilità politica del sindaco Servalli e del suo operato poteva e doveva avvenire prima, un bel po’ di tempo fa. E non possiamo non notare che alcuni di questi personaggi ci hanno per così dire aggrediti “politicamente” e “giornalisticamente” in Consiglio comunale e nella più diverse occasioni per aver denunciato la pochezza di Servalli e della sua amministrazione. Solo ora rinsaviscono, folgorati come San Paolo sulla via di Damasco? Non è mai troppo tardi.
Allo stesso tempo, si può obiettare che se il sindaco Servalli rappresenta la maggiore sciagura politico-amministrativa che potesse avere la città, tutti loro dove stavano finora? Erano uniti dalla paura del commissariamento e di essere banditi dalla politica per i prossimi dieci anni? Ora, più che prendere coscienza, l’impressione è che passata la paura del fallimento acclarato e delle condanne contabili, ognuno si è sentito in diritto di dare libero sfogo alle proprie aspettative, ambizioni, voglia di rivalsa, in qualche caso di regolare i conti se non addirittura di consumare qualche vendetta. In ogni caso, molti di loro, non tutti ovviamente, sono responsabili del disastro politico-amministrativo appena una tacca sotto Servalli.
Ad ogni modo, in politica contano i fatti. Le recriminazioni, le polemiche e le critiche lasciano il tempo che trovano.
Questo per dire che chi fa politica fa valutato sulle decisioni assunte e sui comportamenti tenuti e conseguenziali. Insomma, prendiamo in toto per buono i contenuti e le ragioni palesate dai firmatari del documento.
L’auspicio è che esso alla fine non sia solo aria fritta. In altre parole, se da Servalli non arrivano in tempi ristrettissimi risposte adeguate sul piano del cambio di passo e della buona amministrazione (è un’illusione, ma la speranza non deve mai venir meno), allora bisogna avere il coraggio di mandarlo a casa. Essere cioè conseguenziali e non fare i furbi. In altre parole, non mettere su la solita manfrina prendendo per i fondelli ancora una volta i cavesi. Mandare quindi a casa Servalli anticipatamente e, conseguentemente, di andarsene tutti, anche loro, a casa. Restituendo così agli elettori la parola, ma anche recuperando quella dignità politica che ora i firmatari del documento hanno solo ipotecato e non ancora conseguito.
In conclusione, a Paola Landi, ad Anna Padovano, ad Armando Lamberti, a Giuliano Galdo e ad altri di questi dodici firmatari, che riteniamo persone perbene al di là della diversità di opinione e delle scelte compiute, va dato loro il beneficio del dubbio. Va loro riconosciuta la complessità di questa vicenda politico-amministrativa che da anni li vede protagonisti, il più delle volte passivi, nel senso che sovente sono stati costretti a dover bere l’amaro calice.
Fermiamoci per ora qui. Sull’argomento, infatti, non potremo non tornarci.