LIBRI & LIBRI “Sulle donne. La parola agli uomini. Il punto di vista maschile sulla parità di genere”
"Sulle donne. La parola agli uomini. Il punto di vista maschile sulla parità di genere" è il lavoro di Ilaria Li Vigni Marino di approfondimento del punto di vista maschile sulla parità di genere, sviluppato tramite interviste a colleghi, imprenditori, giornalisti, economisti, in generale uomini chiamati ad esprimersi sul tema
“Sulle donne. La parola agli uomini. Il punto di vista maschile sulla parità di genere” è il lavoro di Ilaria Li Vigni Marino di approfondimento del punto di vista maschile sulla parità di genere, sviluppato tramite interviste a colleghi, imprenditori, giornalisti, economisti, in generale uomini chiamati ad esprimersi sul tema.
Le interviste ruotano intorno a cinque temi di discussione:
- perché l’inclusione femminile è ancora una fatica,
- come raggiungere l’equilibrio nella convivenza tra generi,
- dove intervenire per la valorizzazione e l’incremento della autostima femminile,
- fino a quando ci sarà disparità retributiva,
- cosa fare per concretizzare la parità post pandemia?
Preliminarmente, Li Vigni Marino definisce la cornice entro la quale il tema parità di genere va necessariamente affrontato.
La prima metà del libro è infatti incentrata sull’analisi della situazione sociale e sugli interventi normativi e giurisprudenziali, alcuni dei quali pietre miliari nel processo di affermazione della parità di genere.
La fotografia della situazione sociale è supportata da analisi di settore effettuate da osservatori istituzionali come Eurostat, Ispettorato del Lavoro, Eurispes, Nazioni Unite, Commissione Unione Europea Gender Equality, Centro Dondema dell’Università Bocconi.
Ne emerge un quadro post pandemico abbastanza desolante con un crescente numero di donne disoccupate o che rassegnano le dimissioni e, a parità di impiego, retribuite meno dei colleghi maschi. Se è vero che in alcuni settori l’accesso al lavoro è paritario, le chances di raggiungere posizioni apicali per le donne sono nettamente inferiori.
Malgrado l’Italia non sia certo leader nella inclusione femminile, ampliando lo sguardo all’Europa e al panorama internazionale, la situazione non è sempre migliore. Generalmente in Europa, a livello politico, la scarsa rappresentatività politica femminile è un dato di fatto come pure la differenza di genere nella acquisizione di ministeri con portafogli. Particolarmente preoccupante, la sentenza Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization, con cui la Corte Suprema Usa ha rovesciato la sentenza Roe vs Wade con cui, nel 1973, la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa. In questo ambito, Li Vigni Marino inquadra il contesto normativo che, in questi anni, ha supportato il cambiamento con una premessa di principio:
” la democrazia paritaria è una conquista per la società intera, ma importante ci sia la consapevolezza che il cambiamento debba essere soprattutto culturale e che il diritto possa unicamente introdurre strumenti che lo facilitino.”
La scrittrice sottolinea la necessità di una legge sui diritti di genere, come quella proposta dal ddl Zan, i meriti della legge “Golfo Mosca”, l’attesa della sentenza 27 aprile 2022 con cui la Corte Costituzionale ha affermato che “entrambi i genitori devono poter condividere la scelta del (suo) cognome che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale”, l’importanza della certificazione della parità di genere nelle aziende. Sono tutti passi, piccoli o grandi, che muovono in una stessa direzione.
La seconda metà del libro riguarda le interviste agli uomini.
Le risposte degli intervistati sono, a parer di scrive, abbastanza compatte nel ritenere che il problema più grande oggi, per il raggiungimento della parità di genere, sia di origine culturale.
Vero è che in alcuni campi – come il notariato o quello medico – l’accesso alla professione e la presenza di donne e uomini notaio o medico sia paritaria ma la differenza, se c’è, può riguardare l’ambito di lavoro svolto e la retribuzione ad esso collegata.
Qualcuno ammette che in effetti, in alcuni settori, per pensare ad una donna c’è bisogno che questa si distingua per qualche motivo e che alle donne sia consentito emergere in quanto incarnano un modello maschile.
Sempre a parer di chi scrive, alcune risposte sono risultate interessanti per aprire nuove strade (ad esempio, qualcuno suggerisce che le donne dovrebbero “fare la differenza” e che dunque passi da questo la parità di genere), altre invece sono risultate banali o legate a vecchie logiche che vedono ancora la donna essenzialmente come madre (mi riferisco a chi fa della flessibilità, dello smart working, del tema della conciliazione vita-lavoro, misure appannaggio delle donne e non della famiglia in generale, argomento questo ben chiaro ad alcuni, meno ad altri).
Solo un uomo risponde “Difficile per un uomo mettersi nei panni di una donna” e sempre solo uno, rispetto alla domanda: “cosa fare?” ammette che è una risposta più grande di lui. Nessuno risponde che vi sia una responsabilità maschile, sebbene uno solo creda che
” gli uomini che credono nella giustezza della diversità e nei benefici che ne derivano debbano combattere attivamente e quotidianamente gli stereotipi e la narrazione per cui la donna non potrebbe aspirare a certi ruoli.”
In definitiva interessante punti di vista di chi rappresenta l’altra metà della mela e che deve rappresentare un alleato delle donne e non l’avversario. Mi resta però il quesito di base sul perché di questa indagine tutta al maschile: provocazione, sensibilizzazione, sondaggio dello stato dell’arte? Per chi avesse la mia stessa curiosità o altre, Ilaria Li Vigni sarà ospite e mia intervistata presso l’Holiday Inn di Cava de’ Tirreni venerdì 3 maggio alle ore 18 quale partecipante col suo libro al Premio Com&te 2024.