25 Aprile, una festa che divide e non unisce
A quasi ottant'anni da quel 25 aprile del 1945 ancora questa memoria non è diventata comune. E' ancora, purtroppo, motivo di divisioni e polemiche
Oggi è la Festa della Liberazione. In assoluto rappresenta la celebrazione dei valori fondanti della nostra democrazia. E’ la festa civile più importante. In questo giorno si celebrano i valori, i principi, la cultura (meglio ancora le culture politiche) e l’etica con cui è stata scritta la nostra Costituzione repubblicana. Certo, è la festa di una vittoria, quella della libertà e della democrazia sul nazifascismo. Una vittoria cui concorsero in mondo decisivo i cittadini in armi, i partigiani che combatterono le truppe tedesche e le milizie fasciste. E’ la festa, quindi, del riscatto di un popolo che per due decenni si era lasciato ammaliare dalla dittatura di Mussolini. E’ però anche la sconfitta di una cultura politica liberticida e violenta, repressiva e antidemocratica. Questi i fatti storici, incontestabili e incontrovertibili. A quasi ottant’anni da quel 25 aprile del 1945, però, ancora questa memoria non è diventata comune. E’ ancora, purtroppo, motivo di divisioni e polemiche. Sarebbe ora di voltare pagina. Smetterla quindi con le reticenze e le verità inespresse di una parte e l’appropriazione forzosa dell’altra parte che fa dell’antifascismo un’impropria arma di polemica politica buona per tute le occasioni. E’ assurdo che ancora oggi questa festa veda degli sconfitti e dei vincitori tra quelli che nel 1945 non erano ancora nati. Al momento, tuttavia, questa necessità di una memoria condivisa appare solo un pio desiderio. Il 25 Aprile resta una festa che divide e non unisce. Continuiamo, infatti, ad avvelenare e svilire la festa più bella che tutti gli italiani dovrebbero celebrare con animo lieto. E’ la festa per ricordare quanti, anche a costo della propria vita, ci hanno regalato quella libertà che oggi godiamo. Tutti. A destra come a sinistra.
Il 25 aprile e’ divisivo solo per i fascisti, per chi non vuole fare i conti con la fine del fascismo. La liberazione fu un moto di popolo cui contribuirono italiani di fede politica e orientamento diverso, ma fu contro i fascisti e i nazisti.
«La nostra Costituzione è antifascista nell’anima, perché proclama una serie di diritti fondamentali inviolabili, come la libertà di voto, il pluralismo dei partiti, un sistema di divisione e bilanciamento dei poteri dello Stato, tutti elementi che contrastano con l’idea che era stata del fascismo di partito unico, di stato gerarchico, di assenza di elezioni e pluralismo”. Alfonso Celotto, professore di diritto costituzionale Università Roma Tre.
Il 25 aprile é una festa inclusiva, é la festa degli italiani che si riconoscono nell’ idea di Stato racchiusa nella nostra Costituzione. Il 25 aprile é una festa divisiva solo per chi ripudia quell’ idea di cosí grande libertà che consente la libertà di parola anche ai fascisti, gli unici per i quali il 25 aprile é divisivo.