scritto da Nino Maiorino - 25 Aprile 2024 07:27

Oggi la Festa della Liberazione dal nazifascismo

La Liberazione mise così fine all'occupazione tedesca, dopo venti anni di dittatura fascista e cinque anni di sanguinosissima guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza

Non si placano le polemiche su quanto accaduto qualche giorno fa allo scrittore Antonio Scurati, invitato dalla giornalista Serena Bortone, in occasione della attuale Festa della Liberazione, a celebrarla con un suo commento.

Tutti, ormai, conoscono ciò che è accaduto, ed è di pubblico dominio anche la numerosa serie di gaffe che i responsabili attuali della Rai hanno commesso, tra giustificazioni, smentite, proclami vari, fino alla soppressione del programma della Bortone, che di fatto è stata cacciata dalle nostre reti pubbliche, smentendo, fra l’altro, ciò che alcuni dei dirigenti pasticcioni della Rai, avevano poco prima affermato.

Gli attuali “padroni” della Rai, con il beneplacito nemmeno tanto nascosto della Premier Meloni e dei suoi ministri, si sono mossi come ippopotami in una cristalleria, facendo più danni di quanto avrebbe fatto la lettura del testo di Scurati: se non gli avessero proibito di leggerlo, la cosa sarebbe passata quasi inosservata; invece, così facendo, gli hanno fatto una pubblicità eccezionale, Scurati dovrebbe essere loro grato.

Ma giacché da Italiani desideriamo commemorare anche noi la ricorrenza, riteniamo di farlo ricordando cosa è stata per noi la data del 25 aprile del 1945.

Fu il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, pochi giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate.

Il CLNAI emanò anche alcuni decreti: uno relativo all’assunzione di poteri da parte del CLNAI, «delegato dal solo Governo legale italiano, in nome del popolo italiano e dei Volontari della Libertà», un altro relativo all’amministrazione della giustizia, che all’articolo 5 stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, senza citare esplicitamente Benito Mussolini, che fuggì da Milano il giorno stesso e che sarebbe stato catturato e fucilato tre giorni dopo.

Il 25 aprile, o Festa della liberazione, è quindi la festa nazionale che commemora la liberazione del nostro paese dalla occupazione nazista e dal regime fascista.

Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale venne liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile).

La Liberazione mise così fine all’occupazione tedesca, dopo venti anni di dittatura fascista e cinque anni di sanguinosissima guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti, che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 2 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo, durante la cosiddetta resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945; tali date segnano la sconfitta definitiva del nazismo e del fascismo in Italia.

La celebrazione venne istituita il 22 aprile 1946 su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, e inserita nelle «Disposizioni in materia di ricorrenze festive».

Questa sintetica ricostruzione degli avvenimenti vuole essere il nostro contributo per fare memoria della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con la citazione dell’aforisma di Piero Calamandrei: La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

 

 

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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