Già in precedenza abbiamo riportato le opinioni di diversi tecnici per i quali il ponte sullo stretto di Messina è irrealizzabile, e se pure venisse costruito, sarebbe destinato a crollare e provocherebbe non si sa quanti morti.
Gli urbanisti e gli ambientalisti sostengono che questa opera sia una bufala.
Tale è la convinzione di Alberto Ziparo, urbanista di origini calabresi, docente presso l’Università di Firenze, e di Aurora Notarianni, legale del WWF, che rilanciano il no alla mega struttura, asserendo che questo progetto è un crimine contro l’ambiente e la salute, e non si farà mai.
«La discussione continua ma l’opera non si farà mai», ha detto la Notarianni, perché «noi speriamo di fermarla prima che si firmi questo contratto. Questo perché è insostenibile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista strutturale, dal punto di vista economico. Questa è un’opera programmata, lo dice la società Stretto, per 200 anni. Ma che ce ne facciamo noi di un’opera che dura 200 anni quando dobbiamo preservare questo territorio per le future generazioni come dice la nostra costituzione italiana all’articolo 9?».
«Intanto faremo le osservazioni a cui stiamo già lavorando –spiega Notarianni–. Siamo pronti perché si scrivono le stesse cose che si scrivevano nel 2011. Quindi, abbiamo riaperto i cassetti e stiamo studiando su quelle carte. E in più le stiamo aggiornando col piano paesistico e con tutto ciò che c’è di nuovo a partire dall’articolo 9 della Costituzione che ci chiede di tutelare il paesaggio, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi».
Alberto Ziparo è molto più tranchant: «Non c’è bisogno di lottare per bloccare il ponte sullo Stretto. Si blocca da solo: è un progetto che fa acqua da tutte le parti, una balla mediatica che serve alla politica che non conosce la Calabria e la Sicilia a cui non frega niente di questi territori o di portare sviluppo».
L’urbanista Ziparo è una delle storiche voci del “No al ponte sullo Stretto”. Nel confronto organizzato al “Centro Sociale Autogestito Angelina Cartella” di Reggio Calabria, il docente universitario conferma tutto e rilancia: il progetto, dopo gli aggiornamenti, è addirittura peggiorato, fa acqua da tutte le parti.
Ma pure il Comitato Scientifico della stessa Società “Ponte sullo Stretto spa” ha fatto una relazione con 68 rilievi che, a suo parere, frenano la corsa.
Durante il question time svoltosi alla Camera il 13 marzo c’è stato un confronto per capire lo stato dell’arte alla luce delle ultime novità, e sono state contestate, tra l’altro, la mancanza di aggiornamento della prova del vento (che soffia impetuoso per quasi tutto l’anno nello Stretto di Messina) e della zonizzazione microsismica (in un’area classificata zona a rischio sismico 1, il più elevato nella classificazione italiana).
Emergono, una dopo l’altra, tante questioni, irregolarità e dubbi: sembra che sarà garantita alla società “Stretto di Messina spa” una delega in bianco, per poter gestire, senza alcun controllo, l’utilizzo dei 14-15 miliardi di soldi pubblici previsti per la realizzazione della mega opera.
Irregolarità su irregolarità, già evidenziate del resto nella stessa riesumazione della società “Stretto di Messina spa”, posta in liquidazione a fine 2012, nel ripristino dei diritti di affidamento dei lavori al Contraente Generale, che intanto non esiste più, essendo tra l’altro cambiate natura giuridica e caratteristiche della impresa capofila, prima era Impregilo e adesso è Webuild, nella impossibile riattivazione. della procedura ex Legge Obiettivo.
Di fatto una sorta di contratto d’appalto di 14 – 15 miliardi di euro, concluso a trattativa privata, in barba a tutte le norme nazionali e comunitarie.
In conclusione, una sequela di irregolarità e incongruenze legali e formali che da sola già costituisce motivo di sospensione del tutto.
Ma il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti non vuol sentire ragioni.
Per Salvini è importante che si inizi questa sorta di totem che serve solo a intercettare risorse, a dare consulenze, a spendere soldi pubblici.
Spera così di recuperare i voti che sta perdendo.