L’epiteto fascista non lo si nega a nessuno
E' un termine un po' inflazionato, questo sì, ma va maledettamente di moda. E' il modo più spiccio per sottrarsi al confronto quando si è a corto di argomenti. Allora a botta sicura si spara l'accusa di essere un fascista
Il giornalista televisivo David Parenzo è stato contestato ieri all’università Sapienza di Roma al grido di «Fascista!». Ormai l’epiteto fascista non lo si nega proprio a nessuno. E’ un termine un po’ inflazionato, questo sì, ma va maledettamente di moda. E’ il modo più spiccio per sottrarsi al confronto quando si è a corto di argomenti. Allora a botta sicura si spara l’accusa di essere un fascista. Diciamo che la cosa sembra dare un tono e una dignità a chi la pronuncia. Per dirla tutta, una parola seria e grave la si fa diventare una barzelletta. Proprio per questo, è forse anche un modo per svilire un termine che ha una precisa connotazione. C’è da capire solo se, abusando dell’uso della parola fascista, sarà appunto smarrito il suo vero significato storico-politico o se ciò non sia piuttosto l’anticamera del ritorno del fascismo. Non quello che abbiamo storicamente conosciuto, ma in un’altra forma, con un’altra pelle e sotto bandiere di diverso colore. Quel che non si perderà saranno l’arroganza, la sopraffazione, la violenza verbale se non fisica, il rifiuto delle regole democratiche, l’oppressione politica, la negazione delle libertà…