Cava de’ Tirreni, è possibile il risorgimento politico metelliano?
Per ora, però, tutto questo fermento civico non si vede. Vero è che qualcosa si muove soprattutto sotto traccia. Nel contempo, è indubbiamente palpabile la consapevolezza che la città metelliana ha bisogno come l'aria di voltare pagina e di una classe politica qualitativamente migliore
E’ in larga misura condivisibile la scoppiettante intervista a Carlo Panzella, pubblicata oggi dal nostro giornale clicca qui per leggere. La sua, in più di un passaggio, è una verità cruda, ma onesta e coglie nel segno.
Gli spunti di riflessione su quello che oggi è diventata Cava de’ Tirreni sono numerosi e interessanti. Anzi, anche ciò che potrebbe apparire scontato, in effetti non lo è.
Concentriamo, tuttavia, la nostra attenzione non tanto sullo stato dell’arte e su quello che non va nella nostra città, bensì sulle sue prospettive future.
Il nostro interlocutore è decisamente pessimista. Lo comprendiamo. L’attuale panorama cittadino, sotto tutti i punti di vista, è disarmante. Occorrerebbe, suggerisce Panzella, una classe dirigente nuova, capace di un reale cambiamento. Giust, ma da dove la prendiamo? Dai partiti attuali, di maggioranza e di opposizione? In parte, a parer nostro, di sicuro dalle forze politiche attuali, ma il vero cambio di passo avverrà solo con una nuova linfa recuperata dalla società civile, la quale, però, anche nella nostra città sembra preferire restare alla finestra.
In effetti, solo un ampio se non addirittura radicale cambio della classe politica potrà portare ad imporre regole diverse, capaci di esaltare e mettere insieme competenza e trasparenza, capacità ed etica.
Per ora, però, tutto questo fermento civico non si vede. Vero è che qualcosa si muove soprattutto sotto traccia. Nel contempo, è indubbiamente palpabile la consapevolezza che la città metelliana ha bisogno come l’aria di voltare pagina e di una classe politica qualitativamente migliore. Prevale ancora, però, la timidezza e il timore politico di esporsi o di salti nel vuoto per nulla improbabili.
Il rischio, a questo punto, è che i timori di Carlo Panzella diventino realtà: «anche la prossima tornata elettorale si svolgerà con gli stessi stantii riti e con il proliferare di liste atte a confondere ed ingabbiare le scelte degli elettori con ricatti affettivi, di legami di parentela, di amicizia, di clientela».
E’, questo, uno scenario per nulla auspicabile. In una simile ottica, vero è che ancora non si sa quando ci saranno le prossime comunali, ma è già tempo per incominciare a costruire un percorso politico diverso, più ampio e inclusivo. Un progetto che sia attrattivo anche per quelli che oggi hanno una responsabilità politica, ma vissuta con estremo disagio non intravedendo una possibile e diversa via d’uscita.
Insomma, quello che potrebbe essere il risorgimento politico cavese a parer nostro va coltivato sin d’ora e fatto crescere giorno dopo giorno. Alla luce del sole, però. Senza infingimenti. Per più d’uno, infatti, sono più che maturi i tempi per scoprire le proprie carte. La Carboneria appartiene al passato, quantunque glorioso. Forza e coraggio! Siamo nel 2024.