Femminicidi, continua la mattanza
Da tempo si chiedono leggi più severe, più prevenzione. E noi, comuni mortali, cosa possiamo fare? Molto, più di quanto non si creda
Non si ferma la scia di sangue che vede come vittime le donne. E’ di ieri l’ultimo femminicidio. A perdere la vita, nel Veneto, una donna di 41 anni, Sara Buratin. Ben 41 coltellate. Un’altra donna massacrata dalla violenza di un uomo. Nel tristissimo conteggio dei femminicidi, siamo giunti già a 19 uccisioni in questi primi due mesi del 2024. Il fenomeno riguarda l’intero Paese. Dal Lazio alla Sicilia, da Agropoli in Campania a Torino, da Saronno a Palermo… Una strage senza sosta e senza senso. Un abominio. Una intollerabile e ingiustificabile mattanza.Da tempo si chiedono leggi più severe, più prevenzione. E noi, comuni mortali, cosa possiamo fare? Molto, più di quanto non si creda. Tenere vivo il ricordo di queste povere vittime. Non stancarsi mai di contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su temi rilevanti come la parità concreta tra i sessi, e a dire no a qualsiasi forma di violenza e sopraffazione. E ancora: essere da esempio e di stimolo per i più giovani, per contribuire ad educarli al rispetto delle donne, della loro dignità di persone, in qualsiasi contesto. Nella famiglia, al lavoro, a scuola, nelle professioni, nello sport… Dobbiamo, rispetto a questa forma estrema di violenza qual è il femminicidio, contribuire, ognuno per la propria parte, ad una vera e propria rivoluzione socio-culturale. Partendo dalla nostra casa, dai nostri affetti più cari, dagli amici che frequentiamo e dagli ambiti in cui viviamo. Insomma, essere parte attiva e non semplici per quanto contriti spettatori.