Cava de’ Tirreni, sulle politiche sociali l’UDI manifesta la preoccupazione per i più deboli e attacca l’assessore Annetta Altobello
Un Assessore alle Politiche sociali deve dare un senso alla propria esistenza o manifestare pubblicamente alla cittadinanza la propria impotenza e quindi l'assenza di ogni ragione di esistere, tra l'altro anche percependo l'indennità correlata e pagata dalla cittadinanza
Durissimo comunicato dell ‘associazione Unione Donne in Italia, sezione Cava de’ Tirreni, dopo l’audizione in VII Commissione Sanità e Servizi sociali per la grave carenza di personale e per il conseguente incerto futuro per i più deboli, alla quale ha preso parte come interlocutrice l’assessore comunale alle politiche sociali Annetta Altobello.
“Ci arrivano segnalazioni di persone in forte difficoltà -si legge nel comunicato dell’UDI- che non incontrano la presa in carico dei servizi sociali, come per legge, e quando intervengono è molto tardi. Noi dobbiamo evitare che i problemi degenerino e producano gravi conseguenze. Sembrerebbe, quindi, palesarsi un mancato rispetto della legalità, a partire dal non rispetto dei principi costituzionali di dignità della persona, di sussidiarietà e di vicinanza ai più deboli”.
“Un mancato rispetto della legalità -incalza l’UDI- che, per quanto attiene al personale, si concretizza nell’assenza del numero minimo di unità previste per la garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni che è 1 assistente sociale ogni 5000 abitanti. Questo numero minimo di unità di assistenti sociali fa parte di una forma di investimento statale nei servizi alle persone fragili costituendo una spesa che si accolla lo Stato soprattutto nei Comuni con difficoltà di bilancio come Cava e che si collega alla questione degli obiettivi di servizio che costituiscono il vero nocciolo del problema”.
“Al raggiungimento degli obiettivi di servizio -segnala il comunicato stampa- è collegato l’intero sistema del finanziamento del socio sanitario territoriale che sembra stia portando il Comune di Cava de’ Tirreni, ma anche l’intero ambito territoriale Cava Costiera, in un corto circuito in cui la mancanza di personale genera mancati servizi che, non essendo rendicontabili come progetti effettuati, genera mancati finanziamenti e potrebbe generare un commissariamento dell’ambito per mancato raggiungimento degli obiettivi di servizio”.
“Noi come Associazione -dichiara l’UDI- siamo preoccupati per i deboli e, nel condividere la nostra preoccupazione con l’Assessore delegato al ramo, Assessore Altobello, abbiamo ricevuto la (assurda e fuori luogo) idea di una impotenza rispetto alla impossibilità di stare vicino agli ultimi, conseguenza delle difficoltà di bilancio”.
“E allora -denuncia l’UDI- essendo fermamente convinti che un Assessorato alle Politiche sociali debba dare un senso alla propria esistenza (o manifestare pubblicamente alla cittadinanza la propria impotenza e quindi l’assenza di ogni ragione di esistere, tra l’altro forse anche percependo l’indennità correlata e pagata dalla cittadinanza) noi crediamo che debbano essere messe in campo tutte le azioni per ritornare ad avere servizi sociali efficienti.
“Crediamo -sollecita l’UDI- che proprio l’Assessore debba farsi carico di parlare direttamente con i Ministeri competenti su come, anche essendo in difficoltà finanziarie, trovare un modo per assicurare al Comune il personale utile, a partire da tutte le competenze già in carico, per la corretta erogazione dei servizi sociali, ponendo giuste domande per avere certe risposte e coinvolgendo attivamente gli altri comuni dell’ambito che purtroppo, a queste condizioni e pur avendo esigenze minime rispetto a quelle di un comune di oltre 50.000 abitanti come il comune capofila, temiamo non potranno più beneficiare delle attività di programmazione e rendicontazione ancora in carico al comune capofila“.