I social, la moderna Santa Inquisizione
La violenza espressiva dei social uccide per davvero. Moralmente. Psicologicamente. Anche senza arrivare al suicidio, che è un gesto estremo con cause certamente più complesse, diverse e molteplici
Selvaggia Lucarelli, sotto attacco sui social dopo la morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, è passata al contrattacco. «Il suicidio si inserisce in un quadro più complesso purtroppo non sempre immaginabile. Le critiche possono essere una concausa, il che non vuol dire che si può offendere o denigrare», ha scritto la Lucarelli. Proprio così, è vero. Tuttavia, già il fatto che le critiche, in questo caso sui social, possono essere la concausa di un suicidio, non toglie nessun peso dalla coscienza. Poi, la Lucarelli in un altro passaggio afferma che «essere associati a suicidi con questa facilità… potrebbe uccidere molto più che una critica per aver raccontato una bugia». Verissimo anche questo. Ed è proprio questo il punto. E cioè che la violenza espressiva dei social uccide per davvero. Moralmente. Psicologicamente. Anche senza arrivare al suicidio, che è un gesto estremo con cause certamente più complesse, diverse e molteplici. Il cuore del problema sta proprio qui, ovvero nella forza devastatrice dei social, diventati peggiori della Santa Inquisizione. Anzi, sono una moderna Santa Inquisizione.