Le usanze italiane e quelle straniere più particolari
Tra pochi giorni celebreremo la festa più bella dell’anno, legata alla nascita di nostro Signore Gesù Cristo, una festa che è nella tradizione del nostro popolo e lega le sue varie generazioni.
Da qualche giorno circola sul web una vignetta, noi l’abbiamo vista su FB, nella quale è disegnata la bellissima immagine di una giovinetta col pancione, che cresce giorno per giorno, che dovrebbe rappresentare la Vergine Maria, alle cui spalle vi è la bellissima e ridente immagine di un giovane, che dovrebbe rappresentare un radioso San Giuseppe, padre putativo di Cristo.
A nostro avviso queste vignette non sono altro che la banalizzazione del Natale, evidente segno dei tempi.
La santa Vergine Maria non poteva essere la radiosa giovinetta disegnata giacché sapeva che il figlio che stava per nascere avrebbe avuto una vita difficile, che avrebbe concluso con la fine atroce dell’agnello sacrificale.
E il padre putativo Giuseppe era certamente ancora frastornato da una gravidanza non opera sua.
Entrambi, quindi, non potevano essere radiosi come raffigurato.
Preferiamo immaginarli rifacendoci alla iconografia classica dell’evento, evitando la banalizzazione.
Banalizzazione che nella vita reale di tanta gente ha ridotto l’evento ad uno dei tanti periodi di vacanza da godere, complice la chiusura delle scuole.
Per essi il periodo natalizio è visto come una dei tanti periodi di vacanza durante l’anno, che sarà vissuto con la settimana bianca sui campi innevati delle località sciistiche, tra impianti di risalita sulle cime montagnose, rapide discese con gli sci, nuova risalita e poi discesa, e così per buona parte della mattinata.
E poi c’è il tempo di rifocillarsi ai tavoli dei ristoranti, pettegolando del più e del meno magari per l’intero pomeriggio, poi andare in ghiro per lo shopping, e poi risedersi nuovamente in un ristorante per completare la giornata, da riprendere il dì successivo.
Per noi sarebbe una grande noia, ma ognuno ha il diritto di pensare e vivere come vuole, e va bene così.
Ci auguriamo che le famiglie vacanziere, almeno la notte tra la vigilia e il Natale, o magari il giorno successivo, ricordino e trovino il tempo di andare in Chiesa per assistere alla Santa Messa e trasmettere ai figli questa tradizione.
Però non tutti vanno in vacanza, tantissimi rimangono a casa loro, si fa per dire, perché nei giorni delle vigilie di Natale e Capodanno, e in quelli successivi, in tanti affollano i bar per gli aperitivi alcolici e non, dei quali non si può fare a meno, specialmente accompagnati da tartine dolci e salate, noccioline, patatine e snack vari: vien da chiedersi come, dopo tanto gozzovigliare, lo stomaco ha ancora la possibilità di accettare il cibo del pranzo.
E pure su questo ci poniamo una domanda: ma se le mamme e i babbi sono impegnati per quasi tutta la mattinata ai tavoli dei bar, chi è a casa a preparare?
Oppure si andrà a ristorante?
Una noia incredibile, con l’aggravante che i bambini si abituano a un sistema di vita che porta a vivere fuori casa, e ad usare la casa solo come dormitorio.
Detto questo torniamo alle altre nostre tradizioni, confrontandole con quelle degli altri paesi.
Alcune tradizioni natalizie sono comuni a tutto il mondo, altre sono tipiche soltanto di alcuni luoghi.
Dall’albero di Natale al presepe, passando per il panettone e il torrone: fin qui siamo tutti preparati.
Eppure, al di fuori dal bel Paese ci sono pratiche particolari, talvolta parecchio strane.
Dal Nord al Sud Italia ogni zona ha le sue.
Il Natale, anche se ogni anno il numero dei Grinch (la “sindrome del Grinch” è attribuita a coloro che. per un motivo o per l’altro, odiano il Natale) aumenta, porta con sé un’atmosfera unica.
Dalle luci alle canzoni, passando per i film e le pubblicità in tv: tutto è a tema natalizio e sembra che il senso di serenità sia un bene che accomuna tutti: non solo la cosiddetta gioia dei cuori, ci sono anche tradizioni natalizie che, bene o male, la popolazione italiana continua a mandare avanti da secoli.
Senza ombra di dubbio, i simboli per eccellenza del mese di dicembre sono l’albero e il presepe e Babbo Natale.
Da Nord a Sud, in tutte le case degli italiani ci sono alberi addobbati in modo più o meno decente e presepi che talvolta diventano vere creazioni artistiche, per preparare i quali si parte qualche mese prima.
Ovviamente, la patria della Natività è Napoli che, con la sua famosa Via San Gregorio Armeno, vanta statuine uniche al mondo.
Le tradizioni natalizie italiane, però, cambiano anche da regione a regione.
Tralasciando i simboli per eccellenza citati prima, ci sono tante altre pratiche che vengono tramandate da generazione in generazione.
In Veneto, nelle Marche e in tante altre zone, specialmente quelle di montagna, la notte della Vigilia di Natale si accende nel camino un grande tronco, il cosiddetto ceppo che, secondo la leggenda,col suo bruciare illumina e accompagna la nascita di Gesù.
In Molise, precisamente a Faglia di Oratino, il ceppo viene sostituito da un cero costruito con rami secchi e canne alte circa 15 metri. Questo fascio viene portato in processione da 40 persone la sera della Vigilia e acceso. La mattina di Natale gli abitanti si recano sul posto del falò per raccogliere ciò che resta con la speranza di avere un nuovo anno ricco di belle notizie.
Le tradizioni di Natale nel mondo sono davvero tante, vi sono usanze più particolari, molte delle quali legate ai piatti tipici.
Dai classici panettoni, pandori e torroni si arriva a prelibatezze più particolari, come il baccalà con la polenta del Veneto, il cappone ripieno della Toscana o il timballo con le crespelle dell’Abruzzo; non dimentichiamo che, nel napoletano, il giorno della vigilia è quasi d’obbligo mangiare spaghetti con sugo di pesce, il baccalà fritto, accompagnato dalla insalata di rinforzo, e poi si finisce con datteri e fichi secchi, il tutto accompagnato da vino bianco o rosé; e alla fine il giro di tombola è obbligatorio.
Ovviamente, non possiamo dimenticare i protagonisti indiscussi per bambini: Babbo Natale, Santa Lucia e la Befana.
Molte usanze di cui abbiamo parlato fin qui sono comuni in quasi tutto il globo, ma ci sono alcune pratiche particolari, talvolta anche strane, che soltanto alcune località possono vantare.
In Giappone, ad esempio, il 24 dicembre è d’obbligo mangiare il Christmas Chicken (pollo di Natale) della catena di fast food KFC, che in questo giorno, registra il numero più alto di vendite.
In Norvegia, invece, nel periodo natalizio si nascondono scope e stracci perché gli spiriti maligni potrebbero rubarli per sorvolare il cielo.
Tra le tradizioni natalizie nel mondo ce n’è una parecchio strana, ma allo stesso tempo molto tenera.
In Ucraina, gli alberi di natale sono addobbati con le ragnatele. Secondo la leggenda, una povera donna non poteva permettersi di acquistare le decorazioni per il suo alberello ed era molto triste. La mattina di Natale, però, trovò il suo albero ricoperto di ragnatele che, alla luce del sole, erano meravigliose.
Un’usanza che non farebbe piacere alle nostre nonne, invece, viene dalla Slovacchia: l’uomo più anziano della famiglia lancia sul soffitto una cucchiaiata di loksa pudding, un budino di salmone affumicato: più ne rimane attaccato e maggiormente fortunato sarà l’anno che sta per arrivare.
Ma, dopo tutto quello che abbiamo scritto all’inizio, vogliamo assicurare i lettori che non abbiamo ancora acquisito la “sindrome di Gringh”, anzi siamo convinti che essa abbia contagiato proprio quella umanità della quale inizialmente abbiamo parlato.
Buon Natale 2023.