Vietri sul Mare, Enrico Modigliani ricorda l’Olocausto agli studenti
“I giovani devono difendersi dai pre-giudizi e dai fondamentalismi: politici, religiosi, culturali. Il pregiudizio è la cosa più pericolosa che ci sia. Bisogna capire con il cuore chi è l’altro che è vicino a voi, rispettando le sue idee, senza pregiudizi. Chi è diverso non è necessariamente un nemico, bisogna comprenderlo e capirlo. Nei confronti degli ebrei, purtroppo, il pregiudizio è sempre esistito”.
Sono le parole di Enrico Modigliani, un distinto signore di 77 anni, membro della Comunità ebraica di Roma, promotore del “Progetto Memoria” del Centro di Documentazione Ebraica di Roma, uno degli ultimi testimoni viventi delle Leggi antiebraiche del 1938 in Italia che, ieri mattina, al Teatro “Don Bosco”, con le sue parole, ha commosso e affascinato l’intera platea dei giovani studenti dell’Istituto Comprensivo “A. Pinto”, diretto dalla dottoressa Carla Romano.
Sono stati loro i protagonisti, insieme a Modigliani, di una emozionante giornata, organizzata in occasione del “Giorno della Memoria”, che si celebra il 27 gennaio, con il patrocinio del Comune di Vietri e grazie alla collaborazione dei docenti e degli alunni dell’Istituto, coordinati dalla professoressa Annamaria Manzo, referente alla legalità.
Modigliani ha raccontato le vicende che hanno riguardato la comunità ebrea di Roma ed in particolare della sua famiglia che, solo grazie ad una serie di eventi fortuiti e all’aiuto di amici dei genitori è sfuggita alle conseguenze delle leggi razziali e dell’occupazione nazista.
“Il giorno più bello della mia vita è stato il 4 giugno del 1944, quello della liberazione di Roma, quando è finito il periodo delle persecuzioni, del rischio di essere deportati e di non tornare più, come è successo a tanti membri della mia famiglia deportati ad Auschwitz”.
Modigliani ha anche raccontato che in quegli anni molti sono stati gli italiani che denunciavano gli ebrei per avere un compenso di 5000 Lire: “Altri italiani sono stati comunque responsabili con la loro indifferenza, ma tanti altri ci hanno aiutati, ospitati, correndo dei rischi notevoli”. Modigliani ha raccontato di come all’improvviso i lavoratori ebrei venivano licenziati solo perché appartenenti alla razza ebraica: “Mio padre, Giorgio, che era funzionario del Ministero dell’Agricoltura, ricevette una lettera che lo informava del suo licenziamento immediato”. Ed anche che i bambini non potevano frequentare le scuole:”Ho fatto la prima elementare a casa grazie agli insegnamenti di mia madre e di mia nonna che avevano il diploma di scuola elementare. Sentivo il dolore di non poter vedere i miei amici”. Per un periodo della sua vita ha anche dovuto assumere un’altra identità:” Mio padre mi disse che per non farci individuare il mio nome era cambiato in Enrico Macchia”.
L’onorevole Modigliani ha anche raccontato che lo zio, Franco Modigliani, non potendosi arruolare nell’Esercito perché ebreo, se ne andò in America dove, grazie alla sua determinazione nel portare avanti gli studi, nel 1985, vinse il Premio Nobel per l’Economia. L’onorevole Modigliani, eletto alla Camera nel 1992, durante il suo mandato parlamentare è stato uno dei promotori della “Legge Mancino” contro la discriminazione razziale, etnica e religiosa.
La Vice Preside, la professoressa Nunzia Maisto, che ha portato i saluti della Dirigente Scolastica, ha sottolineato il grande impegno profuso dai ragazzi della scuola che hanno realizzato dei cartelloni nei quali si raccontava l’Olocausto.
Alcuni di loro, Claudia Cogliani, Giorgia Fasano, Silvia Cataldo, Antonella Apicella, Alessia Ferrara, Giovanni Maffei, Ilaria Apicella, Federica Vitale, Elisa Sofia Di Martino, Alessandro Salsano, Martina Cassano, Elena Pacella, hanno recitato, con grande coinvolgimento emotivo, alcune poesie e brani che raccontavano le atrocità e l’orrore della Shoah. Gli alunni dell’orchestra dell’istituto, diretti dai Maestri Filomena D’Urso, Modestina Senatore, Oscar Caporaso, Paolo D’Amato, e Maurizio Cogliani, hanno eseguito l’Inno di Mameli, “Auschwitz” e “La Vita è Bella” tratta dal film di Benigni, che è ormai diventata l’inno della “Giornata della Memoria”.
Il Sindaco Francesco Benincasa, ha sottolineato l’importanza di ricordare il passato: “Vogliamo che questi momenti di riflessione, di ricordo, siano propulsori di pace. Questi messaggi sono importanti per creare i presupposti che sono alla base dei principi e dei valori della nostra vita: rispettare il prossimo e la dignità degli altri al di la del colore della loro pelle o della loro fede religiosa”.
L’Assessore alla Pubblica Istruzione, Antonietta Raimondi, ha sottolineato l’importanza del momento:”I giovani devono fare tesoro di queste testimonianze e tenere presente quello che realmente è stato l’Olocausto, per non dimenticare, affinché questi errori non si commettano mai più”.