Cava de’ Tirreni, la maggioranza di Servalli approva il bilancio ma resta la bocciatura sul suo operato
A pagare, purtroppo, la fallimentare gestione di questi amministratori comunali sono i cittadini cavesi. Sta già avvenendo da due anni

Come volevasi dimostrare. I consiglieri di maggioranza hanno approvato il bilancio preventivo. Non c’erano dubbi in proposito. Hanno ormai la corda al collo. Per forza di cosa, devono andare avanti. Per evitare che il cappio si stringa definitivamente. Non possono fare altrimenti. I latini, in modo plastico, usavano l’espressione obtorto collo.
Certo, è un voto che risponde anche ad altre ragioni. Il collante del potere. Il clientelismo. L’inconsistenza politica.
A pagare, purtroppo, la fallimentare gestione di questi amministratori comunali sono i cittadini cavesi. Sta già avvenendo da due anni a questa parte. Sarà peggio ancora in futuro. Non vengono postati in bilancio, o in misura consapevolmente insufficiente, fondi per la sicurezza, il verde pubblico, il sociale, l’ambiente, la cultura… Non è stato messo un euro per le festività natalizie o per la Notte Bianca.
D’altra parte, come potrebbero!?
Si è tagliato su tutto, sapendo bene che le cifre postate servono a far quadrare sulla carta i conti comunali, non a dare servizi degni di questo nome ai cittadini.
Il sindaco Servalli ha raccontato ancora una volta la solita favoletta di una città in trasformazione verso l’innovazione, la sostenibilità ambientale e la cultura, come assi portanti di uno sviluppo fantasmagorico che è solo sulla punta della sua lingua. Un mantra intollerabile. Un rosario imparato a memoria e ripetuto a piè spinto per mistificare la realtà di una città che, al contrario, è abbandonata a sé stessa. Oppressa fiscalmente. Bistrattata nei servizi. Avvilita moralmente.
Una città, quella di Servalli, che langue e arretra. E perde in modo preoccupante residenti. Due numeri ufficiali. Il primo di gennaio del 2022 Cava de’ Tirreni contava 51.067 abitanti clicca qui per leggere a pagina 4. Lo scorso 31 marzo, invece, la nostra città contava 50.418 abitanti clicca qui per leggere a pagina 4. In altre parole, in appena 15 mesi si contano 649 abitanti in meno. Cava ha perso poco meno di 50 residenti ogni mese. Più di uno al giorno. Altro che città che cambia e si sviluppa! E’ la prova provata di come stiamo perdendo colpi e rischiamo di arrivare sotto i 50 mila residenti, se nel frattempo questo già non è avvenuto.
Per non parlare poi degli attacchi al personale comunale che ha visto protagonisti l’immarcescibile e incomprensibile Antonio Barbuti e, in particolare sui dirigenti, un presidente del Consiglio comunale quale il vetero comunista Adolfo Salsano che, in spregio alla terzietà e alla dignità del ruolo istituzionale ricoperto, non si trattiene dal vestire in aula i panni del guitto.
Ci vuole davvero una faccia di bronzo per fare simili affermazioni. Per carità, i dirigenti non sono esenti da colpe. Sta di fatto che sono costretti a fare le nozze coi fichi secchi. Per mancanza di quattrini e di personale.
E probabilmente anche tra gli stessi dipendenti ci sono dei perdigiorno. E’ fisiologico. In ogni struttura. Pubblica o privata. Peccato che il personale comunale oggi come non mai è in trincea ogni giorno, dovendo fronteggiare un pubblico inviperito e fin troppo contrariato. Insomma, i dipendenti comunali sono vittime due volte. Come cittadini e come dipendenti di un’Amministrazione che chiede molto in termini operativi e dà poco o niente in termini di sicurezza e riconoscimenti professionali.
Sparare nel mucchio e far ricadere le colpe del malfunzionamento della macchina comunale su dirigenti e su tutto il personale, indistintamente, è quindi una infamia ed una volgarità. Con il solo scopo, ovviamente, di sollevare dalle responsabilità i veri responsabili. Vale a dire i politici. In altri termini, gli attuali amministratori. E cioè proprio quelli che impunemente si ergono a pubblici accusatori nell’aula consiliare.
Basta, d’altra parte, leggere i numeri, per confutare un’accusa tanto grossolana quanto infondata. Partendo, però, da una considerazione di fondo: gli attuali amministratori sono in carica dal 2015.
Ebbene, vediamo come il personale dipendente del Comune di Cava de’ Tirreni si è ridotto in modo spaventoso negli ultimi anni clicca qui per leggere pagine 2 e 3.
Il personale a tempo indeterminato in servizio al 31 dicembre 2019 era di n. 413 dipendenti. Al 31.12.2020 è sceso a n. 364 dipendenti. Al 31.12.2021 a n. 323 dipendenti. Al 31.12.2022 a n. 264 dipendenti. Al 30.9.2023, praticamente ad oggi, siamo a n. 249 dipendenti.
Per farla breve, in meno di quattro anni il personale del Comune si è ridotto di ben 164 dipendenti. Non solo. Molti di questi dipendenti, dagli uffici tecnici a quelli sociali, sono part-time.
Insomma, un’ecatombe. Inutile dire, ovviamente, che le incombenze sono rimaste le stesse. Dall’anagrafe ai vigili urbani. Dal verde pubblico al cimitero. Dai servizi sociali agli uffici tecnici…
C’è da aggiungere, poi, che su 249 dipendenti rimasti contiamo ben 55 (per legge dovrebbero essere 28) appartenenti alle categorie protette clicca qui per leggere pagina 12, molti dei quali non propriamente funzionali alle incombenze comunali, residuati delle oltre 90 unità immesse in ruolo nel 2018 con una improvvida e clientelare decisione del sindaco Servalli.
Dobbiamo andare oltre? Fermiamoci qui. Per adesso. Basta già questo per acclarare in modo incontrovertibile i disastri compiuti in questi otto anni dal sindaco Servalli e dalla sua amorfa, complice e colpevole maggioranza.
Sono i numeri del disastro a condannarli. Non certo la penna di chi collaziona dati tratti da atti ufficiali prodotti dagli uffici comunali.