Cava de’ Tirreni, l’Ospedale e la sconfitta della politica
Partiamo dal fatto che l'iniziativa ha avuto successo. A dimostrazione che il destino del nosocomio metelliano è un argomento sensibile.
La manifestazione di protesta che si è tenuta stamani a difesa dell’Ospedale civico di Cava de’ Tirreni lascia l’amaro in bocca.
Partiamo dal fatto che l’iniziativa ha avuto successo. A dimostrazione che il destino del nosocomio metelliano è un argomento sensibile. E non potrebbe essere altrimenti. Che poi il Reparto di Pediatria non chiuda, come in questi giorni si è affannato a sostenere il sindaco Servalli, appare quasi del tutto irrilevante.
La questione di fondo è che il nostro Ospedale sta messo malissimo. E da anni ormai si addensano nubi minacciose sul suo futuro. Una preoccupazione che diventa sempre più forte e assillante. I motivi? Semplici e noti. La sanità è messa malissimo a livello nazionale. Quella deluchiana è semplicemente un disastro in tutta la nostra regione. Figurarsi poi qui a Cava, alla periferia politica del sultanato deluchiano…
Questa la prima amarezza. Veniamo alla seconda.
Detto ciò, senza nulla togliere agli organizzatori, ma neanche senza perdersi in processi alle intenzioni, c’è da constatare che la manifestazione di stamani non boccia solo il sindaco Servalli e il governatore De Luca, bensì l’intera classe politica cittadina.
Quella di stamani, infatti, è la sconfitta della politica, incapace di dare delle risposte alle legittime istanze dei cittadini su un tema così delicato. Una politica che ha goffamente cercato di legittimarsi presso i manifestanti, quasi ad avere una certificazione di qualità dal masaniello di turno.
Che tristezza. Se questo è lo spettacolo che offre la politica cittadina, c’è davvero di che preoccuparsi per il destino, forse segnato, del nostro ospedale ma più ancora della nostra città.
La verità è che queste manifestazioni di protesta così come qualsiasi altra iniziativa di sensibilizzazione sulla sorte dell’ospedale, ma più in generale sul futuro della città, sono utilissime, soprattutto se propositive. Tocca però alla politica trovare le soluzioni e dare risposte alle istanze, ai bisogni della gente. Soluzioni che spesso, se non quasi sempre, si trovano fuori dalla nostra città, la quale, rassegniamoci, non è l’ombelico del mondo.
Ora, purtroppo, siamo alla canna del gas. La politica insegue e non guida la città. Questo vale per Servalli e i suoi, ma anche per chi vi si oppone e vorrebbe proporsi al governo della città.
Tocca, in conclusione, all’intera politica cittadina recuperare una dignità perduta oltre che credibilità e spazio di manovra.
Ai politici cavesi mai come adesso non basterà conquistare il potere, bensì avere la capacità di prendere realmente in mano le redini di una città attualmente allo sbando.