Cava de’ Tirreni, fuochi d’artificio o fuochi fatui?
Di quale festa sono segno? Festa religiosa, civile, accademica o altro? Ma vuoi vedere che da segno di festa divengano “una cosa normale”
Anche oggi (mercoledì pomeriggio) ho sentito dei fuochi d’artificio. Non so cosa si festeggiasse, ma anche oggi essi hanno fatto irruzione in questo stanco pomeriggio semi-estivo. Sappiamo tutti che la pirotecnica è nata in Cina ad opera dei monaci intorno all’anno 1000, a seguito della casuale scoperta della polvere da sparo intorno all’800. Non ho nulla contro i fuochi artificiali, ma qualche domanda la pongo a me stesso.
Di quale festa sono segno? Festa religiosa, civile, accademica o altro? Ma vuoi vedere che da segno di festa divengano “una cosa normale” un normale segno di esultanza, perdendo la caratteristica della loro bellezza estemporanea?
Da bambino aspettavo con ansia al mio paese i fuochi della notte dell’Immacolata, del giorno della festa patronale e di capodanno. Probabilmente dovremo riguardare il senso che vogliamo dare alle feste in genere (di qualsiasi natura esse siano) e come comunicare la nostra gioia interiore per farne partecipi gli altri.
Il guaio è che dopo i fuochi tutto si ferma: purtroppo essi oggi come oggi non accendono nulla in noi, non ci fanno diventare motivo di festa per nessuno, la vita ritorna a volte nella routine che appiattisce sogni e smorza slanci eroici.
Ben vengano i fuochi ma nella misura in cui, regolamentati e organizzati, contribuiscano a farci brillare come fari nella notte, come luci davanti alle quali gli altri possano ammirare bellezza e forza, impegno e coraggio, speranza e progettualità.
E non mi pare che sia poca cosa.