I Langeli per secoli furono i farmacisti che preparavano spezie e unguenti per imbalsamare i papi e il balsamo per la Rosa d’oro
Non poteva mancare il Vaticano tra le storie che colorano di curiosità i miei percorsi.
Tra santità e dannazioni, immensi poteri secolari e poteri temporali, tra misteri lussi privilegi e storia del nostro divenire in questo straordinario quadro caratterizzato dalla cristianità, alcuni riti gentili perdurano ancora.
La rosa d’oro.
Una distinzione onorifica dei papi che ha origine con la primavera e le prime fioriture. Il rito quasi millenario mai estinto ancora oggi legato alla domenica delle palme si svolge nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme.
Il papa benedice la rosa. Gli officianti indossano paramenti rosa. La liturgia canti e preghiere si dispiegano con un cerimoniale sontuoso e raffinato riferito alla simbologia della rosa.
Abbiamo assistito agli omaggi fatti al papa in ogni visita ufficiale. Sono esposti nei musei vaticani. Forse non tutti perché sarebbero troppi. Ma ho avuto l’opportunità di vederli grazie ad un caro amico che non è più, Gaetano Micara. Era nipote del cardinale Micara e da piccolo girava in Vaticano come noi nei giardinetti delle nonne. Aveva accesso privilegiato ad ogni ambito. Di questi privilegi ha spesso fatto partecipi anche gli amici. Visitavamo con lui la Cappella Sistina e ne parlava come se fosse ancora fresca di pittura!
Ho toccato con reverenza le saliere di Benvenuto Cellini. Ho ammirato paramenti preziosi eseguiti in anni di lavoro da mani fatate quasi sempre delle suore. Opere d’arte strabilianti. Codici miniati. Reperti archeologici. Stranezze esotiche.
Mi sono chiesta come il papa contraccambiasse tutte le preziosità che gli venivano donate. Tra altri oggetti significativi appositamente destinati a imperatori capi di stato insigni religiosi re e regine ho scoperto la storia della Rosa d’oro.
Fu questo il dono dei Papi.
La prima rosa fu fatta coniare nel 1049.
Bonifacio IX ne fece dono ad Astorgio Manfredi. C’è poi un lunghissimo elenco di personaggi fino ai nostri giorni a cui è stata donata.
Papa Francesco ha donato una rosa alla Madonna di Fatima, un’altra alla Madonna dei sette dolori di Molfetta. Per citare le ultime.
Cambia forma nei secoli divenendo via via più elaborata e preziosa.
È assurta a simbolo di gaiezza nella IV domenica di quaresima e donata al prefetto dell’urbe a santuari a monasteri come descrive Agostino Paravicini nel libro La chiave e la Tiara.
Laetare Jerusalem è il rito che si svolge nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme. Evocando il cantico dei cantici si ispirano alla carità per il colore. La rosa era d’oro è talvolta impreziosita da un rubino, simbolo della passione. Alla sazietà si ispirano per il sapore, in ricordo della moltiplicazione di pani e pesci. Alla preghiera per il profumo, come momento di consolazione delle privazioni quaresimali e per diffondere il profumo di Cristo.
Il profumo veniva realmente inserito nello stelo della rosa o del ramoscello dove c’era un serbatoio. Il papa vi faceva colare il balsamo prezioso profumato di rosa.
Il balsamo veniva preparato nella Farmacia Langeli scelta come fornitrice del Vaticano.
La farmacia Langeli da via del Corso Vittorio è passata a piazza della Chiesa Nuova ma c’è sempre.
Il comune ha stabilito che ovunque la trasferiscano i proprietari che si succedono debbano lasciarle il nome.
La famiglia Langeli vanta storie antiche di parentele e amicizie con insigni famiglie romane. Papa Pacelli, Pio XII, giocava con loro da piccolo vittima delle birichinate dei ragazzini più vivaci di lui. Ignari del futuro che li aspettava. C’erano anche i Rebecchini che vantano un sindaco nelle discendenze e un senatore.
E i Pisoni dell’antica cereria. Loro si distinsero inventando fiaccole e candele colorate.
Altresì i farmacisti vantano invenzioni di farmaci preziosi con l’utilizzo del chinino per la malaria, interventi chirurgici per l’epoca innovativi. Scrissero molti trattati farmaceutici. Soprattutto ebbero il privilegio di diventare farmacia fornitrice per il Vaticano di unguenti e balsami.
La tanatoprassi era una pratica d’imbalsamazione necessaria per consentire ai devoti di visitare la salma dei papi esposta per alcuni giorni. L’imbalsamazione fermava il processo di decomposizione e richiedeva una grande perizia. Fu un grande onore per la famiglia Langeli essere i destinatari di questo ufficio delicato.
Una storia lunga secoli. Ho tratteggiato qualche cenno. Per chi volesse approfondire nei dettagli citeró le fonti da cui ho tratto questo piccolo racconto sulla distinzione onorifica dei servizi forniti dalla Farmacia Langeli.
Dizionario di erudizione ecclesiastica del Moroni(vol. XI)
Un libro sulla storia della Famiglia Langeli. (Proprietà privata)
Osservatore Romano.
Elvira Coppola Amabile