Il tema del risparmio energetico è stato sempre attuale, ma lo è specialmente negli ultimi due anni, cioè da quando sono iniziate le operazioni pre-belliche che poi hanno portato alla invasione della Ucraina da parte dell’esercito russo.
La spaccatura creatasi tra l’occidente e l’oriente, derivante da quella invasione e le conseguenti sanzioni imposte dall’occidente alla Russia, hanno determinato un continuo terremoto sulla economia di tutti i paesi interessati, in pratica tutti quelli dell’area occidentale, specialmente quelli con la economia più debole, tra i quali il nostro.
E tutti quanti noi abbiamo risentito, a fasi alterne, dell’altalenante andamento degli approvvigionamenti energetici, principalmente petrolio e gas, la cui influenza sull’energia elettrica non prodotta da fonti rinnovabili è diretta, sia nel periodo invernale, quando è necessario che gli impianti producano calore per riscaldare gli ambienti, sia nel periodo estivo quando chiediamo agli impianti di produrre aria fresca per la refrigerazione.
E, ovviamente, abbiamo sempre un occhio agli impianti e l’altro alle bollette, quella elettrica e quella del gas.
Ma se ci fosse sui fabbricati un filtro che limitasse l’escursione termica tanto accentuata in ogni periodo dell’anno sarebbe certamente un vantaggio ai fini del risparmio.
Sembra l’uovo di Colombo: in passato su tanti fabbricati si è intervenuti con coibentazioni prevalentemente esterne, i diffusi “cappotti” spesso finanziati da apposite disposizioni legislative finalizzate a ridurre il più possibile i consumi e gli sprechi di energia.
Ora sembra che ci vengano incontro anche i prodotti per la pitturazione.
Il sito dal quale abbiamo estratto questa notizia si occupa prevalentemente di ambiente, e recentemente ha divulgato la notizia che si sta sperimentando una vernice che ci farà risparmiare in bolletta, in quanto offrirebbe un isolamento extra tale da sostituire l’aria condizionata e il riscaldamento.
Il nuovo tipo di vernice sarà (sarebbe) in grado di mantenere le nostre case più fresche d’estate e più calde d’inverno, riducendo significativamente il consumo energetico, i costi e le emissioni di gas serra.
Questo è quanto hanno scoperto i ricercatori della Stanford University, a Santa Clara in California, che sono partiti da un presupposto: il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti rappresentano circa il 13% del consumo energetico globale e circa l’11% delle emissioni di gas serra. Come fare per ridurne l’impatto (anche in bolletta)?
Secondo gli scienziati, le vernici di nuova invenzione, prodotte tra l’altro in un’ampia gamma di colori, sarebbero in grado di ridurre la necessità sia di riscaldamento che di aria condizionata negli edifici e in altri spazi, come treni e camion per merci refrigerate.
Durante gli esperimenti, le nuove vernici hanno ridotto l’energia utilizzata per il riscaldamento di circa il 36% in ambienti artificiali e freddi e l’energia necessaria per il raffreddamento di quasi il 21% in condizioni di caldo artificiale.
Nelle simulazioni di un tipico condominio di media altezza in diverse zone climatiche degli Stati Uniti con la nuova vernice su pareti e tetti esterni, il consumo totale di energia per riscaldamento, ventilazione e aria condizionata è diminuito del 7,4% nel corso di un anno.
“Si prevede che l’energia e le emissioni derivanti dal riscaldamento continueranno a diminuire grazie ai miglioramenti dell’efficienza energetica, ma l’uso dell’aria condizionata è in aumento, soprattutto nelle economie in via di sviluppo in un mondo in via di riscaldamento”, ha affermato l’autore senior dello studio, Yi Cui, concludendo: “Sia per il riscaldamento che per l’aria condizionata dobbiamo ridurre l’energia e le emissioni a livello globale per raggiungere i nostri obiettivi di emissioni zero”.
Le vernici messe a punto dagli scienziati della Stanford University hanno due strati applicati separatamente: uno inferiore riflettente all’infrarosso che utilizza scaglie di alluminio, e uno superiore ultrasottile trasparente all’infrarosso che utilizza nano-particelle inorganiche disponibili in un’ampia gamma di colori. Lo spettro infrarosso della luce solare provoca il 49% del riscaldamento naturale del pianeta quando viene assorbito dalle superfici.
Per mantenere il calore fuori, la vernice può essere applicata su pareti esterne e tetti. La maggior parte di questa luce infrarossa passa attraverso lo strato di colore delle nuove vernici, si riflette sullo strato inferiore e torna indietro sotto forma di luce, non essendo assorbita dai materiali da costruzione sotto forma di calore.
Per mantenere il calore all’interno, le vernici vengono applicate alle pareti interne dove, ancora una volta, lo strato inferiore riflette le onde infrarosse che trasferiscono energia attraverso lo spazio e sono invisibili all’occhio umano.
In particolare, fino a circa l’80% della luce del medio infrarosso viene riflessa dalle vernici, svolgendo la maggior parte del lavoro di mantenimento del calore all’interno durante la stagione fredda e all’esterno nella stagione calda.
Lo strato di colore riflette anche una certa luce nel vicino infrarosso, migliorando la riduzione dell’aria condizionata.
Il team di ricerca ha testato le sue vernici in bianco, blu, rosso, giallo, verde, arancione, viola e grigio scuro e ha scoperto che erano 10 volte migliori delle vernici convenzionali con gli stessi colori nel riflettere l’alta luce a infrarossi medi.
Le nuove vernici potranno essere applicate non solo agli edifici per migliorarne l’efficienza energetica, ma potrebbero coprire anche camion e vagoni ferroviari utilizzati per il trasporto refrigerato.
“Entrambi gli strati possono essere spruzzati su superfici assortite di varie forme e materiali fornendo una barriera termica aggiuntiva in molte situazioni diverse” ha affermato Yucan Peng, co-autrice principale dello studio.
Entrambi gli strati, inoltre, sono idrorepellenti, il che dovrebbe migliorarne la stabilità in ambienti umidi.
Le superfici verniciate possono essere pulite facilmente con un panno umido o un getto d’acqua.
Inoltre, le prestazioni e l’estetica delle vernici non sono diminuite dopo l’esposizione continua per una settimana ad alte temperature e a basse temperature, così come in ambienti ad alta e bassa acidità.
“Il nostro team continua a lavorare per perfezionare le formulazioni delle vernici per applicazioni pratiche. Ad esempio, le soluzioni a base acquosa sarebbero più rispettose dell’ambiente rispetto ai solventi organici che abbiamo utilizzato. Ciò potrebbe facilitare la commercializzazione delle vernici”, conclude l’altro co-autore principale dello studio, Jian-Cheng Lai.
Speriamo bene: se son rose, fioriranno.
N.B. L’autore ha controllato che tutti i nominativi degli scienziati citati in questo articolo fanno parte effettivamente della Stanford University.