Cava de’ Tirreni, Max Pepe l’artigiano della musica: dagli inizi fino a… Herbie Hancock
Max Pepe, maestro liutaio di Cava de'Tirreni, ci racconta la sua storia: da come nacque la passione fino ad arrivare al mitico Herbie Hancock
Per chi non avesse una certa familiarità con il mondo della musica, il termine “liutaio” potrebbe risultare poco familiare: per la Treccani “fabbricante di liuti; per estens., chi fabbrica, monta o ripara strumenti musicali portatili a corde pizzicate o sfregate, e anche alcuni tipi di strumenti a fiato.”
Ma questo antico mestiere, così raro a causa della produzione sempre più meccanizzata degli strumenti musicali, racchiude in sé un’arte, una passione, una bravura difficile da rintracciare in altri contesti.
Massimiliano Pepe, o Max come preferisce farsi chiamare, appartiene a questa cerchia di artisti superstiti: la sua bottega a Cava de’Tirreni è un piccolo laboratorio, immerso tra progetti, prototipi e attrezzi, intriso di tante storie che hanno voglia di esser raccontate. La più curiosa, forse, è proprio quella sugli inizi della sua carriera lavorativa:
“Tutto è partito quasi per gioco, nell’ormai lontano 1998, stavo terminando i miei studi universitari. Appassionato di musica, decisi di mettermi alla prova costruendo da solo una chitarra elettrica. Ho impiegato oltre tre mesi per terminarla, con una lavorazione “artigianale” (per non dire casalinga), con pochissimi arnesi a disposizione tra l’altro. Nacque così la mia NUMERO 0: non scelsi di darle un nome, semplicemente intagliai il mio su di essa.”
La carriera di Max sembrava destinata a percorrere strade diverse, lontane dalla sua passione, ma l’idea di creare musica con le proprie mani non lo ha mai abbandonato: dopo un periodo trascorso fra alti e bassi, decide di approcciarsi nuovamente alla costruzione di strumenti musicali. Parliamo dei primi anni duemila (2003 per l’esattezza) il periodo storico in cui inizia ad avanzare il fenomeno Internet e spopolano nel web i blog personali. Anche Max, forse neanche immaginando le potenzialità di questo mondo, prova a cavalcarne l’onda: nel suo blog inserisce i propri lavori e, con il passare del tempo, le sue opere vengono apprezzate non solo in Italia ma anche all’estero, come vedremo in seguito.
Nel 2007 finalmente decide di abbracciare in pieno la sua passione, dando vita a quel che sarà il suo marchio, KOOL GUITARS:
“Questa attività rappresenta la realizzazione di un sogno per me. E devo ammetterlo, con il tempo le soddisfazioni sono arrivate. Tanti dei miei lavori sono stati strumenti FRETLESS, ossia dei cordofoni senza tasti, le cui foto hanno iniziato a girare pian piano sui social. Di una cosa sono sicuro, sarà per tipi di cultura differente, ma i miei lavori sono molto più apprezzati all’estero: ad esempio, una commissione di rilievo fu per Amine Mraihi, musicista tunisino. Rimase affascinato da alcuni video pubblicati da Peppe Frana, a cui avevo costruito in precedenza il mio primo OUD (appartenente alla famiglia dei cordofoni), decidendo così di affidarmi la produzione di uno strumento simile. Ti dico solo che ad oggi per Amine ho realizzato cinque strumenti, questo per lasciarti intendere la soddisfazione reciproca per il lavoro svolto.”
La qualità delle opere di Max non passa inosservata: i video di Mraihi vengono osservati da diversi musicisti, tra i quali si dimostra particolarmente interessato un certo Lionel Loueke, che ai più probabilmente potrebbe risultare un nome sconosciuto, ma la sua carriera parla chiaro: da oltre vent’anni, infatti, è il chitarrista di Herbie Hancock, icona della musica jazz e fusion. Un cliente non da poco, insomma.
Grazie alla mediazione di Mraihi, i due entrano in contatto per non lasciarsi praticamente più: diverse sono state le commissioni affidate dal musicista nativo del Benin per Max, con cui è nato nel tempo uno splendido rapporto di amicizia. Lui stesso ci racconta diversi aneddoti al riguardo:
“Dopo i primi approcci, definimmo il progetto da realizzare. Mediamente impiego dieci settimane per la realizzazione del lavoro, ma aggiorno costantemente sul work in progress dell’opera. Questa fase risulta fondamentale per me, perché lavorando a stretto contatto con il cliente, riesco a capirne gusti ed esigenze, modellando lo strumento a suo piacimento. Addirittura, grazie alla scelta comune dei colori, decidemmo insieme di chiamarla “Africa Sunset” per il rosso-arancio che richiama il tramonto. Questa chitarra fu suonata per la prima volta in un famoso jazz club in Svizzera, al Moods, appena quindici giorni dopo la sua consegna. Pensa che gli avevo raccontato della mia passione per Pino Daniele e come regalo mi mandò in anteprima un suo video in cui performava JE STO VICINO A TE, pubblicato poi sui suoi profili ufficiali.” (Qui invece un video pubblicato dallo stesso Max https://youtu.be/dhbw0utIJA8)
Diversi sono stati i loro incontri, con il passare del tempo. Oltre a diversi strumenti realizzati, Max mi ha mostrato dei video in cui Loueke strimpella in sua presenza una chitarra appena consegnatagli: già dal modo in cui me ne ha parlato e poi, come ho potuto constatare dalle stesse immagini, la soddisfazione per il lavoro ben riuscito è stata immensa, per entrambi.
in chiave più recente, invece, Loueke ha partecipato al festival tenutosi qui in Italia, l’UMBRIA JAZZ, insieme al prima citato Herbie Hancock: una rassegna di rilevanza internazionale, dove lo stesso Lionel ha suonato con un’altra chitarra realizzata dal nostro maestro Max. Enorme merito per il maestro liutaio, ma non solo: anche per la nostra Cava de’Tirreni questo rappresenta un forte motivo di orgoglio, vedere il proprio nome accostato ad una celebrità come Herbie Hancock non capita tutti i giorni…