scritto da Pasquale Petrillo - 11 Agosto 2023 09:06

La sfida sul salario minimo

La questione è comunque più complessa di quanto possa apparire. Di sicuro, sul fatto che in Italia i salari siano bassi, sono d’accordo sia

foto Giovanni Armenante

Oggi sulla proposta di salario minimo (9 euro lordo all’ora) le opposizioni, tranne Renzi, si incontrano con la premier Meloni a Palazzo Chigi. Al solito, il confronto, anzi, lo scontro maggioranza-opposizioni avviene più sul piano ideologico che sui contenuti. E quindi spesso non sul piano strettamente tecnico. La questione è comunque più complessa di quanto possa apparire. Di sicuro, sul fatto che in Italia i salari siano bassi, sono d’accordo sia il centrodestra che il centrosinistra. E sui rimedi che ci si divide. Gli stessi sindacati lo sono: CGIL e UIL premono per una legge che fissi il salario minimo, mentre la Cisl è contraria. La problematica interessa comunque, secondo l’ISTAT, circa 4 milioni di lavoratori, di cui più di un milione con un’età inferiore a 29 anni. Ci sono diversi problemi da risolvere. Ad esempio, ci sono attualmente in vigore 22 contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil con un minimo orario lordo sotto i 9 euro, che interessano complessivamente più di due milioni di lavoratori. E poi c’è quello forse più grosso e cioè che fatta la legge sul salario minimo bisogna poi farla rispettare, diversamente, come spesso accade nel nostro Paese, c’è il rischio di prendere in giro la gente. Il pericolo, per farla breve, è che aumenti il lavoro in nero. Con le conseguenze, in termini di sicurezza per i lavoratori oltre che delle varie forme di tutela e garanza, che tutti sappiamo. Senza contare l’evasione fiscale e la concorrenza sleale. In conclusione, c’è molto da discutere, anche senza contrapposizioni ideologiche. Con un po’ di buona volontà, infatti, può essere comunque trovata un’intesa per approvare una buona legge in materia.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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