La sfida sul salario minimo
La questione è comunque più complessa di quanto possa apparire. Di sicuro, sul fatto che in Italia i salari siano bassi, sono d’accordo sia
Oggi sulla proposta di salario minimo (9 euro lordo all’ora) le opposizioni, tranne Renzi, si incontrano con la premier Meloni a Palazzo Chigi. Al solito, il confronto, anzi, lo scontro maggioranza-opposizioni avviene più sul piano ideologico che sui contenuti. E quindi spesso non sul piano strettamente tecnico. La questione è comunque più complessa di quanto possa apparire. Di sicuro, sul fatto che in Italia i salari siano bassi, sono d’accordo sia il centrodestra che il centrosinistra. E sui rimedi che ci si divide. Gli stessi sindacati lo sono: CGIL e UIL premono per una legge che fissi il salario minimo, mentre la Cisl è contraria. La problematica interessa comunque, secondo l’ISTAT, circa 4 milioni di lavoratori, di cui più di un milione con un’età inferiore a 29 anni. Ci sono diversi problemi da risolvere. Ad esempio, ci sono attualmente in vigore 22 contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil con un minimo orario lordo sotto i 9 euro, che interessano complessivamente più di due milioni di lavoratori. E poi c’è quello forse più grosso e cioè che fatta la legge sul salario minimo bisogna poi farla rispettare, diversamente, come spesso accade nel nostro Paese, c’è il rischio di prendere in giro la gente. Il pericolo, per farla breve, è che aumenti il lavoro in nero. Con le conseguenze, in termini di sicurezza per i lavoratori oltre che delle varie forme di tutela e garanza, che tutti sappiamo. Senza contare l’evasione fiscale e la concorrenza sleale. In conclusione, c’è molto da discutere, anche senza contrapposizioni ideologiche. Con un po’ di buona volontà, infatti, può essere comunque trovata un’intesa per approvare una buona legge in materia.